Economia

Lavoro, la precarietà rischia di diventare un boomerang

Nel mese di marzo quasi il 50% degli 800.000 nuovi occupati è stato assunto con un contratto a termine. Accoto: “Difficile basare la ripartenza su questi numeri”

Foto archivio

A prima vista potrebbero sembrare molto buoni i dati diffusi oggi dall’Istat sugli occupati e disoccupati di marzo, ma come sempre quando si tratta di numeri è bene andare nello specifico. L’istituto di statistica nazionale ha rilevato per il terzo mese dell’anno un aumento del numero degli occupati e un calo della disoccupazione, due risultati sicuramente positivi ma bisogna andare a guardare anche la qualità del lavoro che si sta creando dopo la pandemia. Un dato su tutti scioglie ogni perplessità: rispetto al mese di marzo 2021 gli 800.000 nuovi occupati sono per quasi il 50% composti da contratti a termine. È da mesi che la precarietà affligge il mercato del lavoro, mettendo a rischio la ripartenza economica del Paese, per non parlare poi del divario esistente tra Nord e Sud, dell'occupazione femminile sotto la media Ue, dei morti sul lavoro, delle retribuzioni...

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Blangiardo (Istat): “La precarietà è un’eredità del Covid”

A marzo il tasso di occupazione in Italia sale al 59,9% (record dall’inizio delle serie storiche) mentre il tasso di disoccupazione scende all’8,3%, tornando ai livelli del 2010 mentre il tasso di inattività, al 34,5%, scende ai livelli prepandemici. Questi in estrema sintesi i dati diffusi oggi dall’Istat, che, come abbiamo già detto, mostrano anche un ‘lato oscuro’, quello della precarietà. Rispetto a marzo 2021, la crescita del numero di occupati è pari a 800 mila unità, in oltre la metà dei casi riguarda i dipendenti a termine, la cui stima raggiunge i 3 milioni 150 mila, il valore più alto dal 1977. "Dopo il Covid ci troviamo con lo stesso numero di occupati ma con una situazione meno garantita e più precaria", ha spiegato il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo. "La precarietà è un'eredità che ci portiamo dal Covid e che speriamo di recuperare perché se dal punto di vista quantitativo l'occupazione sta rialzando la testa il problema resta quello della qualità del lavoro che è sempre più precario". In recupero l’occupazione femminile, “una delle più colpite dal Covid".

Lavoro, Accoto: “Difficile basare la ripartenza su questi numeri”

Secondo Rossella Accoto, sottosegretaria al lavoro e alle politiche sociali, “basare la ripartenza su questi numeri è un esercizio assai difficile. Dobbiamo aspirare ad un mercato del lavoro solido e che dia certezze ai lavoratori. Un mercato del lavoro estremamente volatile, senza la certezza di soglie salariali minime, può trasformarsi in un boomerang che ci rigetterebbe nella difficoltà disincentivando consumi e investimenti – spiega la sottosegretaria - Ad oggi la priorità deve essere questa insieme ad una riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Il treno della ripresa passa una volta sola, perderlo sarebbe un peccato che pagheremmo in maniera molto cara".

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