Economia

Banca Etruria, ora la email di Carrai rischia di mettere nei guai Renzi e Boschi

L'ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni conferma gli incontri con l'ex ministro Maria Elena Boschi: "Si interessò dell'acquisto di Banca Etruria". E poi rivela: "Pochi giorni dopo arrivò un sollecito via mail da Marco Carrai". Chi è l'imprenditore amico di Renzi

L'ex ad di Unicredit Ghizzoni, Marco Carrai, Maria Elena Boschi e Matteo Renzi

Federico Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit, ha confermato davanti ai membri della commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche di aver parlato con Maria Elena Boschi, il 12 dicembre 2014, sulla possibilità di acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit aggiungendo di non considerare tuttavia l'interessamento dell'allora ministro Boschi come una pressione per l'operazione.

Ma tuttavia non è questa la notizia del giorno. Ghizzoni riferisce alla commissione una notizia finora rimasta inedita: l'ex amministratore delegato di Unicredit ha ricevuto una email da Marco Carrai in cui l'imprenditore, vicino a Matteo Renzi, sollecitava una risposta da parte del manager di Unicredit sulla procedura di acquisto di Banca Etruria.

"Il 13 gennaio 2015 mi arrivò una mail da Marco Carrai che mi sollecitava una risposta su una eventuale acquisizione di Banca Etruria. Risposi che stavamo esaminando la situazione". 

Chi è Marco Carrai, l'imprenditore del giglio magico

Resta il dubbio su come Carrai potesse essere a conoscenza dell'interessamento di Unicredit per Banca Etruria: "Prima dell'uscita del mio libro", ha ricordato in un tweet Ferruccio de Bortoli "non si sapeva che Unicredit avesse trattato l'acquisizione di Etruria, ne' che sull'argomento fosse intervenuta Maria Elena Boschi". 


Foto Agenzia Dire

Le date della vicenda banca Etruria

Banca Etruria è stata posta in liquidazione coatta amministrativa nel 22 novembre 2015 dopo che appena due anni prima la storica banca di Arezzo aveva rimesso al mercato la ricerca di un gruppo bancario di "elevato standing" con cui definire un processo di integrazione e/o aggregazione su indicazione della Banca d'Italia dato il dissesto dei propri conti. Dal 10 maggio 2017, dopo lo scorporo delle sofferenze in una bad bank, si è perfezionata la cessione della Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.A. a Ubi banca.

E' in questo contesto che nell'incontro del 12 dicembre 2014 l'allora ministro Boschi manifestò la sua preoccupazione per le due banche toscane in crisi, Etruria e Mps. "La sua preoccupazione non era sulle singole banche ma sugli impatti che la loro crisi avrebbe potuto avere sull'offerta di credito nel territorio toscano" ha detto Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit, nel corso della sua audizione alla Commissione di inchiesta sulle banche.

"Alla fine la Boschi mi chiese se era pensabile un intervento di Unicredit su Etruria. Risposi che su richieste di questo genere non potevo dare una risposta nè positiva e nè negativa. Spiegai che le strutture della banca stavano esaminando il dossier e che avremmo dato una risposta, in totale indipendenza, direttamente a Banca Etruria". Ghizzoni ha spiegato di non aver avvertito pressioni da parte del ministro Boschi il cui padre Pier Luigi Boschi era stato Consigliere di Amministrazione di Banca Etruria sin dal 3 aprile 2011 e vicepresidente dal maggio 2014 al momento del commissariamento nel febbraio del 2015, mentre il fratello fino al marzo 2015 è stato responsabile "cost management.

Nel 2012 e nel 2013 la Banca d’Italia fece due ispezioni in Banca Etruria e l'istituto di via Nazionale comminò pesante multe ai manager, tra cui anche al padre del ministro Boschi, ordinando loro di cercare un partner con cui fondersi per evitare il tracollo. (L’unica offerta di fusione arrivò da Banca Popolare di Vicenza, ma fu giudicata insoddisfacente Ndr).

Gli ispettori non sapevano che la situazione tra incagli, perdite e crediti deteriorati, era già molto peggiore di quanto avevano scoperto: la situazione deflagrò con le ispezioni del 2014-2015, che portarono al definitivo commissariamento della banca. Il fatto che alcune informazioni importanti furono nascoste agli ispettori di Banca d’Italia è stato accertato dalla magistratura di Arezzo, che però ha assolto i vertici della banca perché, a sua avviso, non ci fu “dolo”, ma commisero soltanto alcune sviste ed errori.

La email di Carrai: "Caro Federico"

Eccoci dunque al 2015. Dopo l'incontro con l'allora ministro Maria Elena Boschi, Federico Ghizzoni riceve una email da Marco Carrai. E' il 13 gennaio 2015. "Caro Federico - si legge nel testo acquisito dalla Commissione Banche e indirizzato all'amministratore delegato di Unicredit - su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti, se possibile, nel rispetto dei ruoli, per una risposta. Un abbraccio Marco".


Foto Agenzia Dire

"Mi venne da pensare a chi potesse aver chiesto questo sollecito. Esclusi la banca perché avevamo un rapporto aperto. Decisi di non chiedere alcun chiarimento, per non aprire canali di comunicazione. Risposi 'ok, stiamo lavorando, quando avremo finito la nostra analisi contatteremo la banca e daremo la nostra risposta'. La risposta alla banca l'abbiamo data il 29 gennaio 2015".

"Mi sono chiesto chi avesse sollecitato la richiesta - sottolinea Ghizzoni - ho ritenuto per Unicredit molto meglio non approfondire perchè volevo dare il messaggio che la valutazione era in corso e la risposta era da dare alla banca. Ho scelto coscientemente di non chiedere".

In ogni caso Unicredit comunicò definitivamente il 29 gennaio ai vertici di Banca Etruria che non era interessata ad acquisirla e l'11 febbraio Banca Etruria fu commissariata.

"Poi ci furono un paio di contatti con il capo della vigilanza di Bankitalia Barbagallo assolutamente ovvi e dovuti. Il 24 febbraio in una call mi veniva chiesto se alla luce del commissariamento eravamo disposti a riaprire il caso e risposi che non eravamo disponibili e confermai anche a Barbagallo che non ci interessava l'investimento in Etruria, poi se ne riparlò a fine anno con il processo di salvataggio delle 4 banche in crisi".

Le reazioni, Boschi: "Ho solo chiesto informazioni" | Lega: "Ora Carrai in commissione" | M5s: "Renzi, Boschi e Carrai via dalle istituzioni"

Lega: "Ora Carrai in commissione"

Paolo Tosato senatore leghista e componente della commissione d'inchiesta sulle banche conferma di aver chiesto l'audizione di Marco Carrai. "Deve chiarire a nome di chi scrisse una mail a Ghizzoni per sollecitare una risposta rispetto all'operazione di acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit. Per fare chiarezza è necessario capire chi era il mandante di queste indebite pressioni".

"L'audizione odierna di Ghizzoni, dopo quelle di Vegas e Visco, conferma le interferenze della Boschi e di altri esponenti del governo compreso Renzi. Nessun altro Ministro ha esercitato una tale pressione nemmeno Padoan che era l'unico ad averne titolo. La posizione presa della Boschi e del governo è da considerarsi inaudita"

M5s: "Renzi, Boschi e Carrai via dalle istituzioni"

"Dopo le parole di Ghizzoni di Unicredit una causa contro De Bortoli, rappresenta per la Boschi una possibile condanna per lite temeraria e responsabilità aggravata ex art. 96 cpc" afferma il senatore M5s Carlo Martelli che attacca: "La Boschi ha solo un ultimo atto da compiere, insieme a Renzi, all'amico Carrai e all'altro amico Lotti, ancora indagato per la corruzione in Consip, e cioè: lasciare le istituzioni e liberarsi del suo evidente e grosso conflitto di interessi".

Boschi: "De Bortoli ha raccontato i fatti in modo volutamente distorto"

L'audizione dell'ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, davanti alla commissione d'inchiesta sulle banche è stata decisa in seguito alle parole riportate da Ferruccio De Bortoli a pagina 209 del libro 'Poteri forti o quasi. Memorie di oltre quarant'anni di giornalismo'.

"L'allora ministra delle Riforme, nel 2015 non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all'amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all'amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere". 

Nei giorni scorsi, Maria Elena Boschi ha dato mandato ai suoi legali di avviare l'azione civile di risarcimento danni nei confronti dello stesso De Bortoli.

"Confermo relazione iniziale di Ghizzoni. Non ho fatto alcuna pressione. E non ho chiesto io di acquisire Banca, ma Mediobanca e BPEL. Io ho solo chiesto info. Adesso la parola al Tribunale". Scrive con un tweet la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.

Gli incontri tra il ministro Boschi e i manager Unicredit

Gli incontri tra il ministro Boschi e i manager Unicredit

Il primo incontro tra l'ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, e l'allora ministro, Maria Elena Boschi, avvenne l'11 settembre 2014: si trattò, ha spiegato Ghizzoni, di un "incontro a Largo Chigi cui partecipò anche il capo dei rapporti istituzionali di Unicredit, Giuseppe Scognamiglio. Fu di natura istituzionale: si parlò di politica, del governo Renzi, del processo di riforme avviato dal governo Renzi".

"Il discorso fu molto generale sulle banche in tema di normative in arrivo dalla Bce. In questo incontro non ci fu nessun riferimento a banche specifiche e nessun riferimento a Banca Popolare Etruria". Poi, ha ricordato Ghizzoni, "ci fu la richiesta da Banca Etruria per fissare un incontro con il sottoscritto e durante la telefonata con la mia segretaria fu menzionato che dell'incontro erano al corrente organi istituzionali". 

Il 4 novembre 2014 ci fu un altro incontro con il ministro Boschi, ha ricostruito il top manager davanti alla commissione banche, "in occasione della celebrazione dei 15 anni di Unicredit. La celebrazione durò un paio di ore e oltre a Boschi erano presenti anche altre personalità. Lei venne e fece un discorso, dovette lasciare immediatamente dopo la chiusura della giornata. Anche in questo incontro non ci fu occasione per discorsi di tipo bilaterale. Lasciando la sala mi disse "sentiamoci prima di fine anno, nelle prossime settimane" e fu fissato l'incontro che avvenne il 12 dicembre".

Il 3 di dicembre ci fu un primo incontro tra il sottoscritto, il mio assistente di allora, il presidente di Etruria Lorenzo Rosi e l'advisor di Mediobanca Paolo Gualtieri. Banca Etruria doveva trovare una soluzione urgente con un investitore in tempi rapidi in quanto c'era il rischio di commissariamento a partire da febbraio. Mi fu illustrato il processo di ristrutturazione in corso nella banca, il passaggio da cooperativa a popolare Spa, l'idea di separare la good banck dalla bad bank, di ridurre la forza lavoro e l'intenzione di ridurre in maniera significativa le filiali".

"Alla luce di questo sforzo di ristrutturazione - ha proseguito l'ex ad di Unicredit - mi si chiese se c'era interesse o meno di intervenire, risposi che la vedevo molto complicata, molto difficile anche per i tempi stretti. Non mi era chiaro se tutto quello che stava avvenendo, il passaggio a Spa, sarebbe stato fatto nei tempi previsti e poi dissi che il fattore esterno era dirimente, ovvero con il passaggio della vigilanza alla Bce stavamo tutti aspettando la definizione dei nuovi capital ratios per le banche, tutti si aspettavamo l'inasprimento dei capital ratios. La risposta era attesa per gennaio ma credo che fosse naturale che Unicredit, come qualsiasi altra banca in attesa di queste informazioni, non si potesse muovere. Convocai 1-2 giorni dopo i colleghi responsabili per questo tipo di analisi e decidemmo di farla".

L'incontro con il ministro Boschi in cui si parlò di Etruria avvenne il 12 dicembre. Quindi, in totale, Ghizzoni incontrò Boschi tre volte, ma solo in un'occasione si parlò dell'istituto di Arezzo.

Chi è Marco Carrai, l'imprenditore del "Giglio magico"

A Palazzo Vecchio con Matteo Renzi segretario della Margherita nel 2003, Marco Carrai divenne capo della segretaria politica di Renzi quando l'ex premier fu eletto presidente della Provincia, nel 2004. Poi con Renzi sindaco di Firenze nel 2009 Carrai ebbe l'incarico di mettere a posto i conti di Firenze Parcheggi, partecipata dal Comune, e poi della società dell’aeroporto. Carrai diventa così "consigliere dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, amministratore delegato di Firenze Parcheggi, presidente di Aeroporto di Firenze Spa", ma anche "membro del Cda della Banca di Credito Cooperativo di Impruneta e della Banca di Credito Cooperativo del Chianti fiorentino".

Ma la figura di Marco Carrai diventa nota al grande pubblico nel 2016 quando scoppia la polemica quando palazzo Chigi fa il suo nome come consulente alla cybersicurezza presso la presidenza del consiglio. Il progetto per dotare il Paese di un struttura moderna e organizzata contro le minacce informatiche si era impantanato quando le opposizioni contestano un conflitto di interesse per la vicinanza di Carrai all'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, già suo testimone di nozze.

Tra i due l'idillio nasce ancora poco più che adolescenti.

Matteo Renzi con Marco Carrai 20 aprile 2014 ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

Quando nel 1993, a sedici anni, fu ricoverato in ospedale per un’operazione banalissima, ne uscì soltanto sei anni dopo. Dal letto d’ospedale inizia a giocare in Borsa comprando azioni al telefono seguendo l’andamento delle quotazioni sul televideo. Poi apre un giornaletto parrocchiale, "Quelli che il Chianti" e nella sezione del partito popolare italiano a Firenza incontra Matteo Renzi. Era il Ppi della scissione da Rocco Buttiglione, che punta sul centrosinistra e sull’Ulivo di Romano Prodi e trova in Renzi un segretario provinciale che comincia a fare sul serio.

"Eravamo ancora bambini e ideammo un questionario da distribuire a tutti i nuclei famigliari di Firenze per avere un riscontro sull’operato di Leonardo Domenici, che era allora sindaco di Firenze" ricorda Salvatore Merlo su Il Foglio.

"Renzi divenne segretario provinciale del Ppi e io il suo assistente, poi Renzi divenne segretario provinciale della Margherita “e io il suo assistente”, poi divenne presidente della provincia di Firenze “e io caposegreteria e consigliere comunale”, poi sindaco “e per un breve periodo io suo consigliere".

Poi inizia la rottamazione dentro il Pd fino a Palazzo Chigi, dove però Carrai non è mai arrivato. Così a 34 anni comincia la sua seconda vita da uomo d’affarii.

Come ricostruisce Marco Damilano su L'Espresso, il fratello Stefano Carrai è in società con l’ex presidente della Fiat Paolo Fresco nella società Chiantishire. Fresco è tra i finanziatori della campagna per le primarie del 2012 di Renzi, con 25 mila euro, insieme al finanziere di Algebris Davide Serra.

Ed è Carrai che si impega a raccogliere i fondi a nome della fondazione Big Bang. Carrai entra nel consiglio di amministrazione della scuola Holden di Alessandro Baricco, immancabile oratore alla Leopolda, ed è vicino a Oscar Farinetti di Eataly, di cui cura lo sbarco a Firenze. 

Polemiche nel marzo 2014, quando la moglie Francesca fu nominata co-curatrice della mostra, patrocinata dal comune di Firenze, su Pollock e Michelangelo, allestita a Palazzo Vecchio.

L'unica traccia di cybersecurity nel curriculum è infatti Cys4, un'azienda da lui co-fondata insieme all'ex Eni, Leonardo Bellodi. Nelle ultime (rare) interviste ha rivelato di lavorare ad un "algoritmo verità" contro le Fake News, un processo che tramite l'intelligenza artificiale possa capire se una notizia è falsa.

Nella foto Marco Carrai e Agnese Landini, moglie del ex premier Renzi


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