Economia

Mps torna in Borsa a prezzo di saldo: non è una buona notizia per il Tesoro e i contribuenti

La crisi di Rocca Salimbeni è finita? Il via libera della Consob riporta dopo 10 mesi il titolo del Monte dei Paschi a Piazza Affari. Alla prova del mercato andrà anche il piano industriale messo a punto dall'Ad Marco Morelli: 5.500 esuberi e chiusura di 600 filiali

Banca Monte dei Paschi di Siena tornerà in Borsa dopo la sospensione ordinata il 22 dicembre scorso e la ricapitalizzazione precauzionale. L'autorità di vigilanza sul mercato ha autorizzato il Monte dei Paschi a tornare agli scambi in Piazza Affari con le sue azioni e tutti gli altri titoli in precedenza quotati. L'appuntamento è per domattina, dopo dieci mesi di pausa forzata disposta da Consob il 22 dicembre scorso, quando l'aumento di mercato da 5 miliardi era fallito e si prospettava l'ingresso dello Stato, poi materializzatosi in estate.

La più antica banca del mondo, salvata grazie all'intervento del Tesoro che ne è diventato azionista, ha anche indicato un valore "prudenziale" delle sue azioni: 4,28 euro. L'ultimo contratto era stato chiuso 10 mesi fa a quota 15,08 euro.A questi prezzi la quota sottoscritta dal Mef con 3,85 miliardi di euro di soldi pubblici vale 2,84 miliardi.

Come Monte dei Paschi è arrivata a questo punto

Come rileva il Sole 24 ore la banca ricorda che al momento lo stock di sofferenze - pari a circa un terzo del totale dei crediti totali - è superiore alla media delle altre grandi banche italiane (Intesa, UniCredit, BancoBpm e Ubi), pertanto risulta fondamentale il buon esito della maxi cartolarizzazione da 27 miliardi dei crediti deteriorati imbastita insieme a Quaestio e al fondo Atlante: senza di essa, si legge nella documentazione pubblicata oggi, resta il rischio di “interventi straordinari”, compresa la risoluzione e dunque il bail in. 

Come si legge nella nota informativa di Rocca Salimbeni Banca Mps "ha prudenzialmente valorizzato, al 30 settembre, le proprie azioni ordinarie a 4,28 euro, contro i 15.08 euro a cui era avvenuto l'ultimo contratto. In ogni caso, la Banca avverte che il prezzo delle azioni che si determinerà sul listino al riavvio delle negoziazioni "potrebbe discostarsi anche sensibilmente rispetto a tale valore". Inoltre i conti del terzo trimestre saranno approvati il 7 novembre, quando potrebbe anche essere convocata l'assemblea per il rinnovo del consiglio.

Alla prova del mercato andrà anche il piano industriale messo a punto dall'Ad di Mps Marco Morelli, sotto la supervisione della Ue: l'obiettivo è un utile di 1,2 miliardi nel 2021 da conseguire anche attraverso 5.500 esuberi e la chiusura di 600 filiali. Intanto il cda di Mps per l'approvazione della trimestrale slitta dal 27 ottobre al 7 novembre.

Se il capitolo "finanziario" sembra essersi chiuso, resta quello giudiziario: uno striscione per chiedere verità sulla tragica morte di David Rossi, è stato esposto dagli amici e dai familiari dell'ex capo dell'area Comunicazioni di Mps all'arrivo al palazzo Comunale di Siena del presidente della Repubblica Sergio Mattarella venerdì scorso.

Sono passati più di quattro anni dalla fine tragica del manager, precipitato dalla finestra del suo ufficio a Siena il 6 marzo 2013. I familiari di David Rossi non hanno mai creduto alla tesi del suicidio, sulla quale invece si sono fondate due archiviazioni da parte dei magistrati senesi. 

Cosa fare per chi ha ricevuto le azione Mps?

Come Monte dei Paschi è arrivata a questo punto

Tutto inizia con l'acquisizione di Banca AntonVeneta da parte del Monte dei Paschi di Siena nel novembre del 2007. Un "affare" che Giuseppe Mussari, allora presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, valuta in 9 miliardi di euro ma che ben presto diventato 17 mettendo a rischio la solidità patrimoniale dell'istituto. Per finanziare l'acquisizione, la banca senese vara un aumento di capitale da 9 miliardi di euro, di cui 5,8 a carico degli azionisti. Ma dopo la vicenda sub-prime e successivamente la crisi dei debiti sovrani europei, l'operazione di acquisizione di AntonVeneta da parte di Mps appare sempre più sopravvalutata. 

Nel 2009 Mps si trova costretta a sottoscrivere i cosiddetti "Tremonti-bond" per circa 2 miliardi di euro e poi nel 2013 chiede altri prestiti, ora denominati "Monti-bond", per un valore di 3,9 miliardi di euro una parte dei quali (1,9 miliardi) richiesti proprio per restituire i capitali chiesti nel 2009. Un circolo vizioso che porterà Bankitalia a sollecitare un cambio di guardia a Rocca Salimbeni: al posto di Mussari e Vigni  viene nominato presidente del CDA della Banca Alessandro Profumo, già amministratore delegato di Unicredit dal 1998 al 2010, mentre amministratore delegato diviene Fabrizio Viola, che da gennaio 2012 è anche direttore generale. Il 26 ottobre 2014 MPS è bocciata dagli stress test della Banca Centrale Europea ed è costretta a varare un nuovo aumento di capitale da 3 miliardi di euro. 

Nell'agosto 2015 Alessandro Profumo lascia la carica di presidente, sostituito da Massimo Tononi. L'8 settembre 2016 il consiglio di amministrazione di MPS annuncia che l'amministratore delegato Fabrizio Viola lascerà la banca; contestualmente, si dimette anche il presidente Massimo Tononi. Il 24 novembre 2016 l'assemblea degli azionisti vara un nuovo aumento di capitale da 5 miliardi di euro che non viene raggiunto. La sera del 22 dicembre il Governo, tramite decreto legge, istituisce un fondo di 20 miliardi per subentrare nell'azionariato di banche italiane in difficoltà. Dopo sei mesi di lavoro al microscopio sul piano del duo Morelli/Falciai, lo Stato ha approvato 5,4 Miliardi di aiuti. Altri 4,3 Miliardi di euro deriveranno dalla conversione di azionisti e obbligazionisti.

Cosa fare per chi ha ricevuto le azione Mps?

Cosa fare per chi ha ricevuto le azione Mps?

Il  25 ottobre gli strumenti emessi e/o garantiti da Banca Mps torneranno ad essere negoziati dopo dieci mesi di sospensione. Le azioni, in particolare, vedranno i primi prezzi dopo l'intervento dello Stato sotto forma di ricapitalizzazione precauzionale con conseguente conversione delle obbligazioni subordinate in capitale sociale. Le stime, basate sull'asta dei dei credit default swap (una specie di assicurazione sul fallimento) sui bond subordinati del mese scorso vedono un prezzo di 4,5-5,0 euro per azione. Un valore che sostanzialmente dimezza il prezzo di 8,65 cui sono state assegnate le azioni dei bond subordinati. Ci perde anche lo Stato che si è visto assegnare le azioni sottoscritte a 6,49.

I portatori di obbligazioni subordinate sanno da tempo di trovarsi a - 50% o giù di lì, ma adesso arriva l'assai poco simpatico momento in cui lo vedranno materialmente. 

L'associazione dei consumatori Aduc che ha seguito con un servizio di assistenza specifico per gli azionisti e gli obbligazionisti Mps, suggerisce al comune risparmiatore che si è visto assegnare le azioni in cambio dei bond subordinati è quello di vendere.

I motivi sono diversi

- I portatori dei bond subordinati quasi sempre comuni risparmiatori, spessissimo clienti del Mps, i quali credevano di detenere normali obbligazioni della banca. Non hanno le capacità, tecniche e personali, per maneggiare azioni. Se si è comuni risparmiatori, e ci si trova per le mani uno strumento che non si conosce, occorre liberarsene immediatamente. Ciò al di là di qualsiasi altra considerazione.

- I bondholder stanno soffrendo da molto tempo, e vendere le azioni rappresenta un primo passo -seppur doloroso- verso la soluzione del problema.

- Nel caso in cui le azioni scendessero ancora di prezzo in futuro, l'ulteriore perdita di valore non sarebbe riconosciuta in giudizio perché la scelta di mantenerle in portafoglio è stata del risparmiatore, e non è conseguenza diretta della conversione del bond in capitale.

- Ancora, nel caso in cui le azioni scendessero ancora, persone non abituate a maneggiarle e incapaci di venderle a - 50% circa non le venderebbero mai più.

- Ma ecco che arriva la domandina: e se poi risalgono? A parte il fatto che per compensare una perdita del 50% occorre un rialzo del 100%, il comune risparmiatore non è in grado di sopportare perdite come quelle di cui stiamo parlando, per importo e per tipologia. Si corre pertanto il serio rischio di vendere al primo rialzo che porta il titolo "in verde".

- Infine, ma non meno importante: la strada per rifarsi passa per quasi tutti per i ricorsi all'Acf Consob ed eventualmente per le cause vere e proprie. Da quando è esploso il caso abbiamo analizzato un'enorme quantità di documenti sottopostici da numerosissimi clienti, e possiamo affermare che nella stragrande maggioranza dei casi ci sono i presupposti per ricorrere.

Cosa accade alle azioni derivanti dalla conversione del bond cosiddetto "Antonveneta"?

Le azioni concambiate dal bond Antonveneta hanno codice IT0005276776 si possono liberamente vendere. In tal caso assumono automaticamente il codice  IT0005218752 delle normali azioni Mps. La vendita può interessare coloro i quali non posseggono i requisiti per aderire all'offerta.


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