Economia

Italiani insolventi: dopo la crisi dei mutui le banche svendono le case

Secondo una recente indagine di Nomisma una famiglia su quattro con almeno un finanziamento in corso teme di poter avere difficoltà nel 2024 a rispettare regolarmente il rimborso delle rate. Atteso un aumento del 12 per cento delle aste: "Ma il valore degli immobili dimezzati"

Se la politica monetaria della Banca centrale europea rimane orientata alla prudenza e non si accenna, almeno nell’immediato, ad una rapida e sostanziale riduzione del costo del denaro, prosegue il lento calo dei tassi applicati dalle banche sui nuovi mutui delle case: a febbraio il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,90%, rispetto al 3,98% di gennaio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023. Anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 5,37% dal 5,48% di gennaio e dal 5,45% di dicembre 2023. Lo riporta l'associazione delle banche italiane (Abi) nel suo report mensile. Una boccata di ossigeno per le famiglie che magari possono guardare a una surroga per alleviare il peso dei mutui sottoscritti nei mesi passati "ad alti tassi di interesse".

I tassi di interesse non salgono più: quando scenderanno i mutui 

Infatti se la morsa dell'inflazione sembra aver leggermente allentato la presa, prosegue l'esposizione delle famiglie italiane ad una maggiore fragilità finanziaria. I consumi tornano sopra i livelli pre-Covid (+2%), ma il calo del reddito disponibile influisce negativamente sul bilancio di spesa familiare e in particolare sul modo in cui vengono spese le somme disponibili.

Secondo una recente indagine di Nomisma una famiglia su quattro con almeno un finanziamento in corso teme di poter avere difficoltà nel 2024 a rispettare regolarmente il rimborso delle rate.

Quante sono le famiglie taglieggiate dai mutui

Basti pensare come nel biennio 2022-2023 i 95 miliardi di mutui erogati, hanno fatto quasi raddoppiare il tasso medio delle consistenze, superando il 3%. Un effetto che è stato accentuato dalla quota di mutui a tasso variabile, che hanno registrato un picco tra settembre 2022 e febbraio 2023. Questa situazione ha portato molte famiglie ad avere problemi con la gestione della rata del mutuo e, dove presenti, con le altre posizioni debitorie.

La violenta risalita del costo del denaro in meno di due anni ha generato per questo gruppo di famiglie aumenti, che l’Osservatorio stima compresi tra il 35% ed il 119% della rata mensile, con una conseguente contrazione del reddito netto residuo disponibile fino al 51%. Tale aggravio del peso delle rate colpisce maggiormente gli italiani con un mutuo a tasso variabile e un reddito annuo lordo fino a 40mila euro (fascia che comprende il 90% dei contribuenti), con una significativa incidenza sul reddito residuo disponibile che, in molti casi, arriva addirittura al di sotto della soglia minima di sussistenza.

Una situazione che si rifletterà probabilmente anche sul mercato delle aste, stimate per il 2024 tra le 160mile e le 180mila, in aumento del 12 per cento rispetto al 2023. Un duplice problema per le famiglie e le banche, con prezzi di aggiudicazione che arrivano a dimezzare il valore dell’immobile rispetto alle quotazioni di mercato, lasciando ampie quote di scoperto a danno di creditori e debitori.

"Per difenderci da questa emergenza vogliamo invitare la politica e gli istituti di credito a considerare nei processi di gestione del credito lo strumento della cartolarizzazione a valenza sociale, che incontra le esigenze delle banche di smaltire i crediti deteriorati con quella degli investitori che possono optare finalmente per una operazione trasparente, etica e ad alto impatto sociale" spiega Gianfranco Dote, CEO della società benefit Save Your Home. "Attraverso questo meccanismo è possibile trasformare un debitore incagliato in un consumatore nuovamente solvibile, senza che perda la sua abitazione all’asta, con la garanzia che estingua definitivamente il suo mutuo e concedendo anche la possibilità di essere re-incluso finanziariamente".


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