Economia

Bollette luce e gas, tutto quello che bisogna sapere per passare al mercato libero

Diego Pellegrino, portavoce di ARTE, spiega a Today.it le opportunità del cambiamento che nel 2024 coinvolgerà milioni di famiglie italiane. "Si è fatto del terrorismo senza motivo: il mercato liberò è un'opportunità, non un rischio"

Diego Pellegrino

Il regime di maggior tutela per le bollette di luce e gas, comunemente detto mercato tutelato, è ormai agli sgoccioli. Con il nuovo anno tutti i clienti domestici dovranno passare al mercato libero, fatta eccezione per alcune categorie protette: circa quattro milioni di famiglie "vulnerabili" che non saranno obbligate, almeno per ora, a cambiare regime.

Dal mercato tutelato a quello libero, per le bollette cambia tutto: cosa conviene davvero

Un passaggio, imposto dalla normativa europea e inserito nel Pnrr, che segue quello delle piccole imprese, avvenuto nel 2021. Per chi non lo effettuerà nelle date stabilite (10 gennaio per il gas e 1 aprile per la luce), l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha previsto un "Servizio a Tutele Graduali" che agevolerà i "ritardatari".

Diego Pellegrino, portavoce di ARTE, l’associazione che riunisce buona parte dei reseller e trader dell’energia italiani, spiega a Today.it come districarsi tra le tantissime offerte; come cogliere le opportunità offerte dal passaggio al mercato libero e soprattutto come schivare le truffe, che come in ogni momento di grandi cambiamenti sono sempre in agguato. Pellegrino sul suo profilo Linkedin si definisce "Il paladino del mercato libero dell'energia" ed è facile intuire la sua posizione rispetto alle polemiche che nelle ultime settimane hanno infiammato il dibattito politico.

Cos'è il Servizio a Tutele Graduali È un servizio predisposto da Arera per accompagnare il passaggio al mercato libero dell'energia elettrica dopo la rimozione della tutela di prezzo (mercato tutelato). Tutti i clienti domestici che non effettueranno il passaggio a un fornitore del mercato libero non subiranno l'interruzione del servizio ma saranno serviti, per un periodo di 36 mesi, da venditori selezionati nei territori di appartenenza, che saranno selezionati attraverso specifiche procedure concorsuali.

Insomma, lei non vede proprio il rischio che le bollette diventeranno più salate?

"Per fortuna no. Bisogna, secondo me, dare un grandissimo messaggio di tranquillità: non mancherà l'energia a nessuno, non ci saranno problemi e traumi nel cambiamento; ma soprattutto a nessuno raddoppierà la famosa bolletta. Il mercato libero esiste già e funziona da tantissimi anni, tanto è vero che 20 milioni di famiglie italiane lo utilizzano da tempo, contro poco meno di 10 che sono rimaste nel mercato chiamato tutelato, ma che io chiamerei tariffa amministrata, perché dire tutelato è forse il vero errore nel quale tutti cadiamo, perché fa pensare che quei prezzi siano calmierati".

Cosa la rende così sicuro che i prezzi non aumenteranno?

"Abbiamo sotto gli occhi l'esperienza del passaggio fatto dalle microimprese nel 2021, i cui dati hanno dimostrato che si può anche risparmiare. Inoltre, il passaggio da mercato tutela libero non è solo, a nostro avviso, un problema di prezzo, ma soprattutto di servizi".

In che senso?

"Nelle offerte sono previste una serie di opzioni, a seconda del tipo di consumatore, che possono agevolarlo. Faccio un esempio semplicissimo: alcune prevedono il cambio della caldaia o quello dei condizionatori con modelli a minor impatto energetico, oppure l'installazione di un fotovoltaico. Sono delle possibilità che il mercato tutelato ovviamente non offre, che permettono di pagare di meno sia l’energia che i consumi aggiuntivi potendo scegliere tra tantissime possibilità, in virtù della concorrenza tra le società".

"Non mancherà l'energia a nessuno, non ci saranno problemi e traumi nel cambiamento; ma soprattutto a nessuno raddoppierà la famosa bolletta", spiega Diego Pellegrino a Today.

In base a cosa un utente medio potrà decidere il suo operatore ideale?

"È un po' come quando uno va al mercato e decide di comprare la frutta da un banco o da un altro. È vero che conta soprattutto il prezzo, ma non solo. Bisogna spiegare ai cittadini che la bolletta contiene voci che sono uguali per tutti come trasporto, dispacciamento, oneri di sistema, accise e ovviamente Iva. Le due voci che bisogna guardare per scegliere l’offerta migliore sono il fisso mensile, chiamato Ccv, e il costo della materia prima. Il costo della materia prima, nel momento in cui si va sul mercato libero, può essere un prezzo fisso o a un prezzo indicizzato: Il primo è un numero secco e può avere una scadenza che va dai 12 ai 24 mesi, l’altro segue il prezzo della borsa e prevede una maggiorazione che si chiama Spread. Quindi in una tariffa e prezzo fisso basta confrontare il numero, in quella a prezzo variabile bisogna verificare la differenza che c'è tra gli Spread".

Tutto chiaro, ma questo può farlo una persona che sa navigare in rete e andare a cercare tutti questi numeri. Gli altri come faranno?

"Potrei dare due consigli pratici. Il primo è quello di verificare la presenza, ovviamente nei paraggi della propria abitazione, del punto vendita di una società che offre i servizi: iniziano a essere tanti. Quello può essere un buon punto di partenza per iniziare a capire le varie tipologie di offerta. Il secondo è quello di chiedere aiuto a qualcuno, magari in famiglia, perché oggettivamente è sul web che si riescono a trovare le migliori tariffe sul mercato".

Esistono anche i "consulenti energetici". Consiglierebbe di rivolgersi a loro?

"Sono figure molto utili per le imprese, perché con il variare dei consumi rispetto alle diverse tipologie di attività il mercato libero offre grandi possibilità di risparmio. È un servizio che alcune società offrono gratuitamente anche ai cittadini che si rivolgono a loro, chiaramente in quel caso il ventaglio di offerte riguarda solo i singoli fornitori. E comunque va detta anche un’altra cosa, sempre per infondere tranquillità: stiamo parlando di variazioni in bolletta nell’ambito di 4 o 5 euro al mese".

Veniamo ai rischi. Ogni giorno siamo subissati di telefonate di call center che utilizzano numeri mobili e ci inondano di offerte. Come proteggersi dalle solite truffe in un momento così delicato?

"Questo è uno dei messaggi più importanti dobbiamo dare. In Italia abbiamo i call center che lavorano bene e rispettano le regole, che sono quelli seri onesti e con i quali si può assolutamente interloquire; poi ci sono i truffatori, che non definirei nemmeno call center. Sono soggetti che rubano i nostri dati, conoscono il nostro numero di cellulare, conoscono il nostro Iban, conoscono il nostro numero di contatore e hanno tutti i dati necessari per poter stipulare un contratto. Spesso si spacciano per il nostro stesso fornitore, raccontano un sacco di bugie. Purtroppo riescono ad avere un’entratura molto empatica nei nostri confronti, perché il loro scopo di ottenere quel famoso 'sì'. Per fare una verifica semplicissima noi suggeriamo di attaccare e richiamare quel numero: se risulta inesistente o cade subito la linea dopo un suono simile all’occupato, era sicuramente un tentativo di truffa. L’altra verifica, un po’ più laboriosa, è verificare se il numero che sta chiamando è iscritto al Roc, il registro degli operatori di call center: quelli presenti in quella lista sono affidabili".

Non tutti col nuovo anno passeranno al mercato libero, ci saranno delle categorie protette che rimarranno sul tutelato.

"Purtroppo, secondo me. Perché chi ci rimarrà potrà andare incontro a grossi problemi. Come detto, la tariffa di tutela non è una tariffa e non è una tutela. Non è una tutela perché insegue pedissequamente il mercato e non recepisce eventuali discese in tempo reale, dato che è aggiornata ogni 3 mesi. E non è una tariffa, bensì una previsione di tariffa, perché Arera può definire il prezzo senza alcuna regola precisa, ma a prescindere dal prezzo. Nei 6 mesi successivi si andrà a fare una perequazione rispetto al valore delle differenze tra il prezzo fissato da Arera nella tariffa di tutela e l'effettivo prezzo di acquisto al valore della borsa. E quindi del prezzo che si forma sul mercato libero grazie alla regola della domanda e dell'offerta. L'Acquirente Unico, che è la società dello Stato che effettua l'approvvigionamento per il mercato tutelato, vende al prezzo della tariffa, ma compra al prezzo della borsa. E quindi deve necessariamente recuperare eventuali delta sia negativi che positivi. Quindi quando una tariffa di tutela è più bassa, come lo è stata negli ultimi mesi, sarà perequata nel semestre successivo che risulterà molto più caro del mercato libero".

Sta dicendo che chi resterà nel mercato tutelato a gennaio pagherà molto di più?

"Proprio così, c’è questo rischio. C’è anche da dire che è sbagliato pensare che tutti i fragili siano nel cosiddetto mercato tutelato: in realtà i clienti del mercato libero che risultano più precisi, attenti e puntuali nello scegliere le tariffe a loro più convenienti, sono proprio quelli che percepiscono il bonus sociale. A restare nel cosiddetto tutelato, per il momento, saranno gli over 75, chi vive in zone colpite da calamità, chi appunto percepisce il bonus sociale e chi deve alimentare apparecchiature elettromedicali. Anche a loro consigliamo di scegliere comunque una tariffa più conveniente nel mercato libero".

Insomma, se è tutto così conveniente, perché secondo lei il passaggio al mercato libero spaventa così tanto?

"Lo dico con dispiacere, ma sia i media che la politica si sono accaniti sul nulla. È stato sollevato un polverone galattico su una materia delicata, si è fatto terrorismo al cittadino senza alcun motivo e sono stati pubblicati dati travisati. Per esempio, ho visto un articolo uscito qualche giorno fa su un grande quotidiano, con dei dati commentati dall’Unione Nazionale dei Consumatori. Si faceva un confronto tra i prezzi di dicembre 2021 e quelli di settembre 2023, per evidenziare il fatto che la tutela, rispetto ad allora, garantiva un risparmio dell'8,8 per cento contro un aumento del 73,7 per il mercato libero. Ovviamente, nessuno ha spiegato che a dicembre 2021 il 67 per cento delle famiglie italiane aveva contratti a prezzo fisso e soprattutto che il mercato libero aveva prezzi oltre il 50 per cento più bassi rispetto a quello tutelato. Anche i prezzi fissi hanno una scadenza ed al rinnovo purtroppo si riallineano al mercato. Ecco perché oggi il mercato libero è più alto rispetto a dicembre 2021. La tutela, che al contrario non aveva protetto i cittadini dagli aumenti di allora, oggi è praticamente allineata ai prezzi del 2021. Quindi non si tratta di un confronto che penalizza il mercato libero, anzi: dimostra che gli aumenti sono arrivati con uno o due anni di ritardo rispetto al mercato tutelato".

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