Economia

Pensioni, la Cgil boccia la riforma gialloverde: “Ecco il bluff della Quota 100”

Mentre la legge di Bilancio è ancora in discussione, sono molti i dubbi, soprattutto sul superamento della legge Fornero. Il segretario della Cgil Ghiselli a RadioArticolo1: “Cercheranno un escamotage per risparmiare intervenendo sulla platea ma facendo finta di non farlo”

Foto di repertorio

La riforma del sistema previdenziale con il superamento delle legge Fornero resta, insieme al reddito di cittadinanza, uno dei punti chiave del contratto di governo stipulato da Lega e Movimento 5 Stelle. Eppure, nonostante siano le misure più discusse e chiacchierate, si sa ancora molto poco. Una carenza di informazioni sottolineata anche da Roberto Ghiselli, Segretario confederale della Cgil, intervenuto su RadioArticolo1: “Effettivamente c'è una grande confusione, che in parte dipende dallo scarto tra le promesse fatte in campagna elettorale e ciò che si è poi in condizione di fare. Un aspetto tanto più importante proprio perché si deve interloquire con l'Europa. È probabile che in questi giorni si stia tentando di lavorare sulle platee per ridurre i costi al fine di tagliare il deficit previsto al 2,4 per cento”.

Una mossa non proprio semplice, viste la moltitudine di promesse arrivare durante la campagna elettorale: “ Sicuramente lo faranno facendo finta di non averlo fatto – prosegue Ghiselli - provando a dare a intendere che quota 100 rimane e gli impegni vengano rispettati. Ad oggi, quello che concretamente si farà non è però dato di saperlo”.

Come detto già ad inizio articolo, le informazioni sulla Quota 100 non sono molte e quelle che ci sono non convincono i sindacati, come confermato dallo stesso Ghiselli: “Il sottosegretario Durigon, ad esempio, fa riferimento a un intervento temporaneo, limitato a qualche anno, fra l'altro con delle decorrenze posticipate rispetto adesso; quindi è probabile che nel 2019 saranno molto pochi i lavoratori che potranno andare a riposo quota 100”.

Quota 100 e reddito di cittadinanza, tutto rinviato (e il tempo ora stringe)

Ma non c'è soltanto la riforma delle pensioni a preoccupare il leader della Cgil: “Oltre alla Quota 100 che rischia di essere a tempo, nella manovra non parla alle donne, alle piccole imprese, al Sud, a chi ha lavori discontinui, e deboli, ai giovani e a chi svolge lavori gravosi e usuranti. Obiezioni che valgono ancor di più se parlassimo solo di Quota 41, cioè dei 41 anni di contributi necessari per poter andare in pensione”.

Con questa frase Ghiselli fa riferimento all'altra ipotesi di uscita dal governo di cui si è parlato negli ultimi tempi, che prevede di andare in pensione dopo aver accumulato 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, requisito fondamentale invece per quanto riguarda la Quota 100: “ Ovviamente siamo d'accordo sul fatto che dopo 41 anni di lavoro si vada in pensione, ma spacciare questo come superamento della Fornero è troppo, è un vero e proprio bluff . Tra l’altro, è già difficile arrivare ai 38 anni di lavoro previsti per arrivare a quota 100, figuriamoci ai 41".

Ghiselli a RadioArticolo1: l'audio dell'intervista 

Al termine dell'intervista rilasciata a RadioArticolo1 Ghiselli parla anche dei dubbi sul destino dell'Ape sociale, una misura che negli ultimi anni ha permesso a molti lavoratori di andare in pensione prima del dovuto, utilizzando le agevolazioni dello Stato: “Abbiamo mandato una sollecitazione al Parlamento e al governo per intervenire entro il mese di dicembre – ricorda il dirigente della Cgil –, il che si può fare solo nella legge di bilancio, cosa che al momento invece ancora non è accaduta. Non ci sarebbe inoltre alcun problema di copertura finanziaria”.


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