Economia

Ape social, lavori gravosi ed età: cosa propone il governo sulle pensioni, in 7 punti

Costo complessivo: 300 milioni di euro. Incontro con i sindacati sabato prossimo per una verifica finale

Il Governo presenta a Cgil, Cisl e Uil un pacchetto di misure sulle pensioni in 7 punti, per un costo complessivo di 300 milioni di euro. Concede qualcosa ai sindacati, ma tiene fermo il “pilastro” della riforma: il meccanismo che lega l’età pensionabile all’aspettativa di vita. Un automatismo che non può essere messo in discussione perché avrebbe un “doppio costo”, ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Uno sui conti pubblici e un altro sui mercati finanziari internazionali. "Abbiamo confermato le proposte" dei diversi incontri con i sindacati e "abbiamo ribadito la convinzione del governo che il collegamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita è un pilastro del sistema previdenziale e va salvaguardato", gli ha fatto eco il responsabile del Lavoro, Giuliano Poletti.

Governo-sindacati: intesa lontana

Le parti si sono comunque date appuntamento per sabato prossimo, alle 10 a Palazzo Chigi, per una verifica finale. L’esecutivo impiegherà questo tempo per scrivere i testi dell’eventuale intesa, che per il momento sembra però ancora lontana. Almeno con Cgil e Uil, con la Cisl che appare invece più possibilista sull’accordo. Le risposte del Governo sul tema dell’aspettativa di vita “sono ampiamente insufficienti perché aprono problemi di cambiamento del meccanismo previdenziale”, ha infatti affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, aggiungendo che “le distanze sono ancora molto significative e le proposte fatte oggi non delineano una facile soluzione dei problemi affrontati”. In serata, la Cgil terrà una riunione del suo direttivo per fare il punto della situazione.

Il piano pensioni in sette punti: cosa cambia

E’ stato il premier Paolo Gentiloni a mettere sul tavolo un “pacchetto di proposte innovative rispetto al punto di partenza”. Un piano in sette punti: esenzione dell’adeguamento all’aspettativa di vita per 15 categorie di lavori gravosi; commissione che studi la gravosità delle occupazioni e che valuti la classificazione tra previdenza e assistenza ai fini di una migliore separazione; revisione del meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita sulla base della media e non delle differenze di picco; sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici; miglioramento del Fis (fondo integrazione salariale; riutilizzo delle risorse dell’Ape social per il 2018; riutilizzo delle risorse per i precoci per il 2018.

“Abbiamo lavorato sulla traccia dell’accordo dello scorso anno con un impegno finanziario coscipuo – ha detto Gentiloni ai sindacati nel corso della riunione – ci sono le condizioni per dare un messaggio positivo. Possiamo vedere se ci sono ulteriori possibilità correttive. Ma questa intesa sarebbe un segnale di collaborazione tra Governo e parti sociali molto positivo per il Paese”. Secondo il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, la proposta illustrata dal presidente del consiglio prevede “alcune cose molto buone e coerenti con quanto avevamo chiesto con la nostra piattaforma. Altre devono essere corrette e altre mancano. La cosa più significativa è che accanto alle 15 categorie per le quali non scatta l’automatismo dell’aspettativa di vita attraverso una commissione tecnica, di cui faranno parte anche Cgil, Cisl e Uil, potranno esserne aggiunte altre”. Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, ha inoltre sollecitato Palazzo Chigi a “fare in modo che maturino ulteriori risposte”, perché quelle di stasera “le abbiamo ritenute insufficienti”.

Sabato, il Governo presenterà a Cgil, Cisl e Uil un documento articolato che conterrà le misure annunciate ieri mattina nell’ultimo incontro tecnico. Si va dunque verso un ammorbidimento dei requisiti per entrare a far parte delle categorie che verranno esentate, a partire dal 2019, dall’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni: 30 anni di contributi, dai 36 inizialmente previsti, e aver svolto attività gravose per almeno sette anni negli ultimi dieci. I lavori faticosi sono gli 11 definiti con l’Ape sociale più i lavoratori agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori. Dal 2021 partirà poi un diverso meccanismo dell’aspettativa di vita su base biennale (basato sulla media del biennio precedente 2018-2019), che terrebbe conto di eventuali diminuzioni.
 


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