Economia

Pensioni, governo "Robin Hood": tagli agli assegni d'oro per alzare le minime

In una proposta di legge depositata a doppia firma da Lega e Movimento 5 stelle la maggioranza stabilisce per la prima volta la soglia oltre cui tagliare le pensioni d'oro e recuperare fondi per alzare le pensioni minime: ecco tutti gli importi

Tagli alle pensioni superiori ai 4mila euro al mese per destinare i risparmi di spesa alle pensioni minime e sociali. Questo il piano del governo messo nero su bianco in un progetto di legge depositato dai due capigruppo di Lega e M5S alla Camera, Riccardo Molinari e Francesco D’Uva.

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Il testo di legge che colpisce le cosiddette "pensioni d’oro" è composto da sei articoli in tutto e prevede che i risparmi ottenuti finiscano in un "Fondo di scopo" istituito presso il ministero del Lavoro

Il vicepremier Di Maio ha spiegato che i soldi saranno usati per alzare le pensioni minime dei pensionati italiani. 

"Eliminare tutte le pensioni d’oro al di sopra dei 4mila euro netti per tutti coloro che non hanno versato i contributi"

La proposta di legge sarà esaminata dal Parlamento alla ripresa dei lavori, dopo l'11 settembre. Se venisse approvata tale e quale entro sei mesi dall’entrata in vigore si dovranno adeguare al ricalcolo anche gli organi costituzionali o di rilevanza costituzionale che erogano pensioni proprie.

"Vogliamo chiudere definitivamente la stagione degli sprechi e dei privilegi" spiega Francesco D’Uva, capogruppo del Moviemento 5 stelle alla Camera.

Pensioni d'oro, la proposta di legge 

Come spiega il sole 24 ore "il taglio sugli assegni è basato su una metodologia unica: si moltiplica la quiescenza maturata con il metodo retributivo per il rapporto fra il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età dell’assicurato al momento del ritiro con il coefficiente di trasformazione che corrisponde all’età prevista di pensionamento di vecchiaia".

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L’intervento di ricalcolo esclude le pensioni di invalidità, le reversibilità e i trattamenti riconosciuti alle vittime del dovere o di azioni terroristiche. Inoltre non potrà ridurre pensioni o vitalizi al di sotto della soglia degli 80mila euro lordi annui, perequazioni comprese.

''La soglia, infamante, del privilegio pensionistico è stata finalmente certificata: 80mila euro lordi l'anno - commenta Giorgio Ambrogioni, presidente della confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità - Ci stiamo abituando ad una certa schizofrenia dell'attuale esecutivo ma continuiamo a rimanere sconcertati di fronte alla sua totale indifferenza nei confronti delle istanze e degli appelli della società civile e dei suoi corpi intermedi"-

''Cida ha ripetutamente chiesto incontri ai rappresentanti di governo in tema di pensioni, ha inviato documenti, testi e proposte in materia previdenziale nelle sedi istituzionali competenti, certa di avere un riscontro, un segnale di disponibilità al dialogo, al confronto delle idee e delle posizioni. Nulla di tutto questo. Abbiamo visto far cadere nel vuoto, con una certa rozzezza, tutte le nostre iniziative, né abbiamo avuto risposte alle nostre argomentazioni tecniche su cosa sono le pensioni dei dirigenti, come sono state costruite e come sia sbagliato ed ingiusto considerarle dei privilegi. Abbiamo anche dimostrato una certa disponibilità a discutere sulla possibilità che eventuali sacrifici, purché giustificati e inseriti in un disegno più vasto, potessero essere accettati dalle categorie professionali che rappresentiamo".

"È evidente che ci opporremo a questo provvedimento, in tutte le sedi e con tutti gli strumenti disponibili. Stiamo già lavorando alle iniziative più opportune per contrastarlo. Il governo dovrebbe saperlo: i manager non vanno in ferie ad agosto'', conclude Ambrogioni.

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Secondo i proponenti, con i tagli alle pensioni d'oro, si potrebbero raggiungere minori spese previdenziali per circa 500 milioni annui. C’è  da superare il vaglio costituzionale come rilevato in una recente sentenza del consiglio di Stato: "L'intervento dovrà essere conforme ai principi di solidarietà, eguaglianza, proporzionalità e ragionevolezza"

Secondo stime di Tabula, la società di consulenza previdenziale di Stefano Patriarca il ricalcolo potrebbe toccare tra i 75mila assegni e i 100mila soggetti, e produrre tra i 300 e i 600 milioni di risparmi. 

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