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Lo scienziato britannico che più spinse per il lockdown, lo violava per vedere l'amante

L'uomo, che aveva lanciato l'allarme sull'immunità di gregge che avrebbe causato 500mila morti, costretto a dimettersi dal gruppo di esperti del governo di Boris Johnson

Neil Ferguson - foto da Wikipedia

Tutto il mondo è paese verrebbe da dire. Si tende sempre a pensare che i popoli del sud siano i più indisciplinati, mentre quelli del nord i più ligi al dovere e pronti a seguire le regole. Ma ovviamente non è sempre così.

Le visite dell'amante

Nel Regno Unito al centro di uno scandalo dai contorni piccanti è finito Neil Ferguson, l'epidemiologo del team di esperti del governo di Boris Johnson, che più aveva spinto per un lockdown nel Paese. Fu lui, con i sui studi all'Imperial College di Londra, a lanciare l'allarme sul rischio di avere fino a 500mila morti nel caso in cui si fosse seguita la strada dell'immunità di gregge. Ma uno scoop del Telegraph, giornale conservatore, ha rivelato che durante il lockdown il professore ha ricevuto le visite di una donna con cui ha una relazione (e che per aggiungere un altro po' di pepe alla vicenda è anche sposata e con due figli, ma in una relazione aperta, secondo il quotidiano britannico), il tutto in palese violazione delle disposizioni dell'esecutivo che affermano chiaramente che non si possono ricevere o fare visite ad amici, parenti e nemmeno ai partner se con questi non si è conviventi. Le visite sarebbero state solo due a quanto pare, il 30 marzo e l'8 aprile, ma comunque gli hanno fatto fare la figura di quello che predicava bene e razzolava male.

Le scuse

"Ho agito nella convinzione di essere immune, dopo essere risultato positivo al coronavirus e completamente isolato per quasi due settimane dopo aver sviluppato i sintomi”, è stata la giustificazione del 51enne, spesso ospite in programmi televisivi nei quali ribadiva costantemente l'importanza di rispettare le regole del distanziamento sociale. E così l'indignazione è stata tale che lo scienziato, denominato Professor Lokdown, ha dovuto dimettersi dal Sage (Scientific Advisory Group for Emergencies), il team che consiglia il governo ogni giorno sul modo di combattere la pandemia. La notizia è stata l'apertura di tutti i giornali del Paese, oscurando addirittura il fatto che il Regno Unito abbia raggiunto il tragico traguardo di essere lo Stato con più morti in Europa. Il tabloid Sun, nel suo stile, ci è andato giù pesante: Prof lockdown broke lockdown to get his trousers down, il professor Lockwdown violava il lockdown per abbassarsi i pantaloni, ha scritto a caratteri cubitali vicino a una foto della coppia di amanti. "Mi rammarico profondamente per l'eventuale indebolimento dei chiari messaggi intorno alla continua necessità di un distanziamento sociale per controllare questa devastante epidemia. Le disposizioni del governo sono inequivocabili e sono lì per proteggere tutti noi", ha affermato lo scienziato nel suo Mea Culpa.

Linea morbida della polizia

Non abbastanza per il Segretario di Stato alla Salute, Matt Hancock, che ha affermato che è compito della polizia decidere se ci sono gli estremi per intervenire con una multa. Ma fedele alla linea morbida tenuta fino ad ora, Scotland Yard ha affermato in una nota che il comportamento del professor Ferguson è stato "chiaramente deludente", ma che "non intende intraprendere ulteriori azioni", visto che lui stesso ha riconosciuto il proprio errore.

La difesa del mondo accademico

Ma non tutti si sono uniti al coro delle critiche. Diversi accademici hanno sottolineato come Ferguson non sia un politico, ma uno scienziato, e per cui non starebbe a lui il compito di dare l'esempio, ma solo quello di consigliare chi le decisione le deve prendere. "È un ricercatore accademico. Non prende decisioni. Non è pagato per questo. Siamo stati trascinati in una situazione politica che è molto spiacevole", avrebbe detto un collega del Sage secondo quanto riportato dal Guardian. Un altro accademico, Bob Ward, sempre sulle colonne del quotidiano vicino al Labour si è spinto addirittura ad affermare che quella contro Ferguson sia stata una crociata per punirlo delle sue posizioni, che avrebbero messo in difficoltà l'esecutivo di Johnson.

Il caso scozzese

Il mese scorso uno scandalo simile avvenne in Scozia quando si scoprì che la professoressa Catherine Calderwood, chief medical officer del governo di Nicola Sturgeon, aveva violato la quarantena andando per ben due volte nella sua casa di vacanze. Anche lei fu costretta a dimettersi.


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