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Nonostante l’invasione russa, in Ucraina resta aperto il 'Caffè dei gatti': "Sono la mia famiglia"

A Leopoli il Cat Cafe ha continuato a prendersi cura dei suoi residenti a quattro zampe, e ad ospitare clienti anche dopo lo scoppio della guerra

Negli ultimi giorni, molti ucraini stanno abbandonando il Paese per sfuggire all’occupazione russa. Ma Serhii Oliinyk, proprietario del Cat Cafe, non è tra questi. Lui e la sua famiglia, garantisce, resteranno al bar e continueranno ad aprirlo ogni mattina. Il 'Caffè dei gatti' ha aperto nella città ucraina di Leopoli sei anni fa e da quel giorno, ha conquistato i cuori dei cittadini, che si sono presto affezionati ai suoi speciali inquilini. Il bar ospita venti gatti che amano salutare i visitatori e fare loro compagnia mentre gustano un pasto o si rilassano un po’.

“È stato un rifugio sicuro per la gente di Leopoli, un posto dove possono venire a dimenticare lo stress della vita e giocare con i gatti che sono sempre così felici di vederli”, ha detto a The Dodo il proprietario del locale. "I nostri gatti vivono nel Cat Cafe da quando avevano 4 mesi", ha precisato poi Oliinyk. “Sono come una famiglia. Ci siamo resi conto che non potremmo mai lasciare il nostro Paese, che questo è l'unico posto dove possiamo vederci in futuro". "Al momento abbiamo meno visitatori regolari, ma ci sono persone che vengono da altre città e hanno bisogno di cibo caldo ed emozioni positive", ha continuato. "Ci sono tre grandi stanze nel nostro bar, due delle quali si trovano nel seminterrato, quindi in caso di avviso di incursione aerea, c'è un rifugio sicuro per i nostri ospiti e gatti".

La tenacia di Oliinyk ricorda la storia del siriano Mohammad Aljaleel, detto Alaa e meglio conosciuto come “il gattaro di Aleppo”. Il suo primo rifugio per animali, dove ospitava e curava 180 felini, fu bombardato durante l’assedio della sua città. Ma nonostante le avversità e il dramma della guerra vissuti, l’uomo non ha abbandonato il suo sogno di poter salvare i gatti e donar loro una casa. Dopo la caduta della città nel 2016 e un breve soggiorno in Turchia, Alaa affrettò a tornare in Siria con una gran voglia di ricostruire, e oggi, grazie ai finanziamenti che l’uomo raccoglie attraverso i suoi account di Twitter e Facebook, ha costruito un centro in cui non ospita solo gatti, ma anche 105 bambini che vengono sfamati, vestiti e mandati a scuola.

Ora come allora, dunque, nonostante l’incertezza del momento, la speranza prevale sulla paura. Così il Cat Cafe rimarrà aperto. D’altronde, conclude Oliinyk, “le persone potrebbero avere bisogno di fermarsi e salutare i gatti ora più che mai”.


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