Economia

Il patto del gas tra Cina e Qatar preoccupa l'Europa

Pechino ha siglato un contratto per assicurarsi il Gnl di Doha per ben 27 anni. Con la guerra in Ucraina l'Ue ha bisogno degli idrocarburi del Paese ma non vuole accettare patti di lungo termine

Una nave carica di Gnl del Qatar diretta in Polonia - foto archivio Ansa EPA/TOMEK MURANSKI

La Cina si è assicurata il gas del Qatar per i prossimi 27 anni. Qatar Energy ha firmato un accordo per la fornitura di gas naturale liquefatto (Gnl) alla cinese Sinopec, l'accordo più lungo finora concluso nel settore. Per Pechino è un ottimo risultato mentre per Bruxelles un colpo visto che dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, la competizione per il Gnl è diventata intensa. L'Unione europea ha bisogno di grandi quantità di idrocarburi per sostituire i flussi dei gasdotti di Mosca che costituivano quasi il 40% delle importazioni del continente.

Perché dal Qatar dipenderà il costo delle nostre bollette

Al momento l'Asia, guidata da Cina, Giappone e Corea del Sud, è il principale mercato per il gas di Doha, su cui hanno messo gli occhi sempre più Paesi membri dell'Ue, ma i negoziati con gli europei sono stati difficili: la Germania e altre nazioni si sono rifiutate di firmare il tipo di accordi a lungo termine che invece il Qatar ha stipulato con i Paesi asiatici. "Oggi è una pietra miliare importante per il primo accordo di vendita e acquisto (Spa) per il progetto North Field East, si tratta di 4 milioni di tonnellate l'anno per 27 anni alla cinese Sinopec", ha annunciato il capo del Qatar Energy Saad al-Kaabi. E questo "significa che gli accordi a lungo termine sono arrivati e sono importanti sia per il venditore che per l'acquirente", ha detto, lanciando un messaggio alle capitali europee più restie ad accettarli.

Ora anche il Qatar può ricattarci col gas

Il North Field fa parte del più grande giacimento di gas del mondo che il Qatar condivide con l'Iran, che chiama la sua parte South Pars. All'inizio dell'anno Qatar Energy ha firmato cinque contratti per il North Field East (Nfe), la prima e più grande delle due fasi del piano di espansione del North Field, che comprende sei impianti che aumenteranno la capacità di liquefazione della nazione a 126 milioni di tonnellate all'anno entro il 2027, dagli attuali 77 milioni. Successivamente ha firmato contratti con tre partner per North Field South (Nfs), la seconda fase dell'espansione. Tra gli azionisti di Nfe ci sono anche l'italiana Eni, la Shell, ExxonMobil e TotalEnergies.

L'accordo con Sinopec è il primo contratto di fornitura annunciato per Nfe. Kaabi ha spiegato che sono in corso trattative con altri acquirenti in Cina e in Europa che vogliono avere la sicurezza delle forniture. Il Qatar è già il primo esportatore di Gnl al mondo e il suo progetto di espansione del North Field rafforzerà questa posizione e potrebbe garantire forniture di gas a lungo termine all'Europa, che cerca alternative ai flussi russi.

Molti Paesi Ue, come Germania, Francia, Spagna, Belgio e, non per ultimo, Italia, hanno intrattenuto colloqui con Doha in questi mesi per assicurarsi forniture. Ma il Qatar ha messo le mani avanti: almeno fino al 2025, la produzione del Paese del Golfo non potrà aumentare più di tanto, e i tradizionali clienti asiatici, a cui solitamente arriva il 70% del Gnl qatarino, hanno contratti fissi a lungo termine che vanno onorati. Secondo il ministro al-Kaabi la nazione, che è tra i primi tre big mondiali del Gnl, potrà dirottare nel breve termine solo il 10-15% della produzione attuale verso l'Europa.

Le relazioni tra Roma e Doha sono buone e lo scorso marzo l'allora premier Mario Draghi aveva inviato il suo ministro degli Esteri Luigi Di Maio a mantenere caldi i rapporti. Adesso lo stesso Di Maio potrebbe diventare inviato speciale per l'Ue nel Golfo, una candidatura non avanzata dal governo di Giorgia Meloni, ma che, nonostante le divergenze politiche, potrebbe fare non poco comodo al nostro Paese.


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