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Luca Barbareschi: “Ho tolto l’eredità ai miei figli”. Eleonora risponde al padre

Al Corriere della Sera, Eleonora Barbareschi risponde al padre Luca: "Mi è mancata la sua presenza. Non lo faceva per cattiveria, ma perché è troppo preso da se stesso"

Hanno fatto sensazione le affermazioni di Luca Barbareschi, che in un’intervista a Pierluigi Diaco ha ribadito che non lascerà un euro in eredità ai sei figli perché “i figli dei ricchi diventano cretini, ma non sono cretini. Il cervello è un muscolo e va allenato. Se tu non studi non elabori, il cervello si impigrisce”.

Intervistata dal Corriere della Sera, Eleonora Barbareschi, figlia di Luca, ha voluto dire la sua. “L’eredità di papà? – ha detto – non ci conto proprio”.

Condivido con le mie sorelle l’eredità, quella sì, di un genitore con un carattere difficile, che ci ha allevato come tre maschi e quindi con il desiderio di essere libere, di venire riconosciute per i propri sforzi, in maniera meritocratica. Il problema, semmai è un altro”, ha poi spiegato Eleonora Barbareschi, parlando nel dettaglio del difficile rapporto con il padre.

Mi è mancata la sua presenza. Non lo faceva per cattiveria, ma perché è troppo preso da se stesso. Un’assenza scivolata poi nella sua rigidità. La sua fissazione di costringerci a camminare con le nostre gambe. Se, a suo tempo, mi avesse comprato casa non mi sarei mica offesa”.

Barbareschi e l'eredità, parla la figlia Eleonora

I rapporti tra i due non sono stati sempre facili, tanto che per un periodo Eleonora Barbareschi aveva anche pensato di rinunciare al proprio cognome: “È stato il mio primo desiderio, sentivo di non avere nessuna associazione con Barbareschi e non volevo passare per raccomandata. In quel periodo non ci parlavamo da 5 anni, io volevo sentirmi autonoma persino dal suo cognome”. Poi però fra i due le cose sono migliorate. “Ci siamo incontrati: mi sono specchiata nei suoi occhi, abbiamo scoperto di avere delle esperienze condivise e allora mi sono detta: chi se ne importa del cognome, è la genetica che vince. Abbiamo riallacciato il rapporto, la rabbia è sparita. Avevo anche risolto il problema di essere figlia di un personaggio famoso”.

Eleonora Barbareschi ha preso una strada diversa da quella del padre, creando uno studio di design a Milano: “Ho iniziato a lavorare a 23 anni, anche se papà ci faceva lavorare da ragazzine nel suo ufficio. Poi ho scelto un percorso distante, per dimostrare che non ero una demente. È stata sempre molto forte in me la spinta ad affrancarmi. Tra noi una sana competizione: ce l’ho fatta anche senza il suo aiuto”.

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