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Michelle Hunziker schiava di una setta, parla la madre Ineke: “É stato un inferno”

A 'Domenica In' Ineke Hunziker ha raccontato i dettagli dolorosi del periodo in cui la showgirl era prigioniera di una setta che condizionava ogni instante della sua vita

Michelle Hunziker e la madre Ineke

Nei giorni scorsi Michelle Hunziker ha avuto il coraggio di raccontare nel dettaglio il periodo più buio della sua vita, quando, prigioniera di una setta, si è sentita costretta ad affrontare scelte difficili e dolorose, tra cui la fine del matrimonio con Eros Ramazzotti. 

Ieri, in un'intervista a Domenica In, a parlare per la prima volta dell’argomento è stata Ineke, la madre della showgirl, che a Cristina Parodi ha svelato i particolari di quella terribile esperienza.

"Oggi sono qui, sono molto riservata. Mia figlia è stata così coraggiosa a raccontare e io voglio essere altrettanto coraggiosa” ha detto la donna introducendo i fatti che risalgono a quando Michelle aveva 23 anni e la figlia Aurora appena 3.

“Michelle era una ragazza giovanissima diventata mamma a 19 anni. Lei aveva tanta voglia di vivere però era anche molto insicura e fragile, è stata una preda facile.. Il problema è che io non ho capito fino a che punto questa donna poteva andare avanti, quando mi sono resa conto era troppo tardi” ha spiegato Ineke che a un certo punto si era anche convinta di voler picchiare la donna responsabile del dolore della figlia. 

È stato un inferno… Io dopo 3 anni sono crollata, il mio fisico non ha retto più, continuavo a svenire… alla fine ho dovuto mettere un pacemaker” ha ammesso ancora, per poi ricordare con commozione il giorno in cui Michelle riuscì a liberarsi dalla setta.

“Mi telefonò e mi disse: mamma posso venire domani a colazione? Le ho preparato la colazione all’olandese come lei era abituata a casa quando era bambina… quando è arrivata è stata la gioia più grande della mia vita” 

“Cercate di capire subito quando i ragazzi cominciano ad avere un attaccamento particolare perché potrebbe essere troppo tardi” si è infine raccomandata in un appello rivolto alle mamme, utile affinché nessuna debba affrontare un dolore così grande. 


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