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Wanda Nara replica a Maxi Lopez: "Italia è casa mia, mi sento più sicura qui che in Argentina"

La procuratrice sportiva risponde all'ex marito, che l'aveva accusata di "aver portato i figli al centro della pandemi", ovvero a Como, dove lei vive insieme all'attuale compagno Mauro Icardi

Wanda Nara, 33 anni (Crediti foto Instagram)

Rientrata giorni fa in Italia nonostante l'emergenza coronavirus, Wanda Nara era stata pesantemente attaccata dall'ex marito Maxi Lopez per aver riportato a Como anche i figli, tre dei quali avuti proprio da lui ("Hai portato i nostri figli nell'epicentro della pandemia", aveva scritto il calciatore). La risposta della bella Wanda, oggi moglie e agente di un altro calciatore, ovvero, Mauro Icardi, non si è fatta attendere ed è arrivata attraverso le colonne del settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, giornalista di cui Wanda è collega al Grande Fratello Vip. 

Wanda non si scusa con Lopez, anzi difende le sue posizioni: "Prima di tutto non ho portato i bambini nel cuore della pandemia, noi viviamo in provincia di Como dove ci sono stati pochi casi e poi francamente mi sento più sicura in Italia che in Argentina”. E la spiegazione scende anche nel dettaglio: "Qui in provincia di Como c'è casa mia, mentre a Parigi dovevo lasciare quella in affitto perché il contratto scadeva". 

Inoltre, assicura la Nara, la decisione di rientrare in Italia è stata presa soltanto dopo il consulto con il pediatra, che ha dato un chiaro nulla osta. Infine l'affondo: "Noi ormai siamo italiani, se mi succede qualcosa preferisco che mi succeda qui, a casa mia. Il mio paese è l’Italia, che mi ha dato e ci ha dato tutte le cose belle che abbiamo, per questo voglio stare qui”. La sua intervista si conclude poi con una scena molto personale, quotidiane e famigliare: “Potevo prendere un volo privato per tornare in Argentina, invece abbiamo preso due macchine da Parigi, la mia e quella di Mauro, abbiamo diviso i bambini e abbiamo fatto 750 chilometri, nove ore e mezzo di viaggio, cantando mille milioni di canzoni senza mai fermarci. Era più rischioso andare in Argentina”.


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