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La moglie di Navalny: "Ucciso da Putin, è stato avvelenato con il novichok"

La donna, a Bruxelles per intervenire al Consiglio Ue Affari esteri, ha promesso di portare avanti il lavoro del marito: "Dobbiamo continuare a lottare per costruire una nuova Russia"

Yulia Navalnaya, la vedova dell'esponente dell'opposizione russa, Alexei Navalny, ha affermato che continuerà il lavoro di suo marito, accusando Vldimir Putin di averlo ucciso con il Novichok. "Voglio vivere in una Russia libera, voglio costruire una Russia libera", ha detto Navalnaya in un video messaggio pubblicato sui social media, intitolato "Continuerò il lavoro di Alexei Navalny". "Vladimir Putin ha ucciso mio marito", ha detto Navalnaya, che oggi è in visita a Bruxelles in occasione del Consiglio Ue Affari Esteri, al quale è stata invitata a intervenire.

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"Uccidendo Alexei, Putin ha ucciso metà di me: metà del mio cuore e metà della mia anima", ha detto la donna, che però ha aggiunto: "Ma l'altra metà ce l'ho ancora e mi dice che non ho il diritto di arrendermi. Continuerò il lavoro di Alexei Navalny, continuerò a combattere per il nostro Paese". "Vi invito a stare accanto a me. Vi chiedo di condividere la rabbia con me. Rabbia, rabbia, odio verso coloro che hanno osato uccidere il nostro futuro", ha chiesto nel suo appello in cui ha sostenuto che lavorerà con il popolo russo per combattere il Cremlino e creare una nuova Russia.

Navalnaya ha sempre sostenuto il marito nelle sue battaglie contro le autorità russe, stando al suo fianco nei comizi e poi presenziando alle sue numerose apparizioni in tribunale, richiedendo il suo rilascio dopo le numerose condanne. "La cosa principale che possiamo fare per Alexei e per noi stessi è continuare a lottare. Più, più disperatamente, più ferocemente di prima", ha detto nel suo video messaggio. "Lo so, sembra che non sia più possibile. Ma abbiamo bisogno di più. Riunire tutti in un pugno forte e colpire questo regime folle - Putin, i suoi amici, i banditi in uniforme, i ladri e gli assassini che hanno paralizzato il nostro Paese".

Navalnaya ha accusato le autorità di Mosca di aver nascosto il corpo di Navalny allo scopo di aspettare che le tracce del nervino Novichok sparissero dal suo corpo. Durante la sua prigionia, Navalny è stato "maltrattato, tagliato fuori dal mondo" e "tuttavia non si è arreso", ha detto. "Sappiamo esattamente perché Putin ha ucciso Alexei tre giorni fa", ha detto Yulia Navalnaya. "Ve lo diremo presto. Scopriremo definitivamente chi ha compiuto questo crimine e come. Faremo i nomi e mostreremo i volti", ha promesso. Navalny, che si era battuto contro la corruzione in Russia ed era uno dei principali oppositori di Putin nel Paese, è morto in una prigione in Siberia dove era detenuto in dure condizioni. Le autorità russe hanno annunciato la sua morte venerdì.

L'autorevole giornale indipendente Novaya Gazeta ha riferito che il corpo di Navalny era conservato nell'obitorio di un ospedale locale e presentava lividi sul petto. Nel weekend mgliaia di russi hanno sfidato le autorità per piangere la sua morte rischiando anche l'arresto. Molti hanno deposto fiori in luoghi pubblici nelle principali città, tra cui Mosca e San Pietroburgo. Secondo la Reuters tra sabato e domenica, sono state arrestate più di 400 persone.

Il tema della morte dell'oppositore di Putin sarà al centro del Consiglio Ue Affari esteri. La Germania proporrà nuove sanzioni contro Mosca ma il 13esimo pacchetto di interventi contro la Russia è ancora bloccato per l'opposizione dell'Ungheria, l'unico Stato dell'Ue che deve ancora approvare le restrizioni proposte contro quasi 200 aziende e persone della Federazione. "Gli Stati membri dell'Ue proporranno sicuramente sanzioni contro i responsabili" della morte e per farlo "possiamo scendere nella struttura istituzionale del sistema penitenziario russo", ha annunciato il capo della diplomazia comunitaria, Josep Borrell, secondo cui però "il grande responsabile" della morte "è Putin stesso".

Sempre a Bruxelles c'è stato l'incontro tra Yulia Navalnaya e il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. "Le ho ribadito - dice il ministro - la vicinanza dell'Italia, del G7, la condanna per ciò che è accaduto a suo marito, vittima di una persecuzione ingiusta, detenuto in un gulag che ricorda quelli dell'Urss, in un regime carcerario simile a quello che c'era durante il regime sovietico. Le ho ribadito la richiesta che stiamo facendo - continua - la liberazione di tutti i prigionieri politici, che ci sono sanzioni economico-finanziarie contro personaggi legati al regime del Cremlino e le ho anche ricordato che l'Italia, attraverso l'azione della guardia di finanza, è il Paese europeo che ha fatto più confische di beni a magnati russi. L'Italia è fortemente impegnata, non contro la Russia, ma a difesa della libertà e della democrazia. Lei ha ricordato che queste persone legate al regime usano lo Stato di diritto anche per fare i loro affari, cosa che la preoccupa. Le ho dato pieno sostegno per le sue battaglie in nome della democrazia - prosegue Tajani - e le ho ribadito che noi non siamo in guerra con la Russia. Siamo amici del popolo russo, ma non condividiamo e condanniamo fermamente i metodi usati per mettere in silenzio le opposizioni. Ho anche avuto informazioni interessanti sul malcontento che serpeggia anche nelle città più lontane da Mosca e San Pietroburgo. Le ho ribadito pieno sostegno per tutte le battaglie in difesa della democrazia e della libertà di espressione in tutte le parti del mondo".


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