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"L'Europa è troppo compiacente con Lukashenko"

La figura più carismatica dell'opposizione bielorussa a Alexander Lukashenko è in esilio a Londra. Nella sua prima intervista, al Guardian, racconta cosa succede davvero a Minsk

Andrei Sannikov è la personalità più in vista dell'opposizione bielorussa a Alexander Lukashenko, che governa con il pugno di ferro dal 1994. Nel 2010 Sannikov ha preso parte alle elezioni presidenziali, senza farsi illusioni di poter vincere. Quello che però l'ex diplomatico non si aspettava è stato il giro di vite che c'è stato subito dopo, il peggiore degli ultimi 20 anni. Il Guardian racconta chi è Andrei Sannikov, nella prima intervista concessa da quando ha dovuto lasciare la Bielorussia.

La sera del voto la figura più carismatica dell'opposizione stava manifestando insieme a trentamila altre persone nel gelo di Minsk. Il suo ricordo di quel che è successo è sfocato. La polizia l'ha fermato e l'ha picchiato selvaggiamente. "Ho perso conoscenza. Mia moglie e un amico mi hanno protetto con i loro corpi. Mi hanno salvato la vita." Sannikov non era più in grado di camminare. Un agente della polizia segreta gli aveva rotto entrambe le ginocchia con una sbarra di metallo. Alcuni amici l'hanno accompagnato fino all'automobile di un giornalista. Nel tragitto verso l'ospedale, la polizia ha fermato il veicolo. Sannikov è stato trascinato sull'asfalto e picchiato nuovamente. "Ho sentito mia moglie che urlava, ricordo solo quello".

Sannikov venne trasferito nella famigerata prigione del KGB di Minsk. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la Russia ha cambiato il nome del servizio segreto in FSB. Lukashenko ha scelto di mantenere il nome KGB. In prigione Sannikov non ha ricevuto cure. E' stato rinchiuso in una cella: aveva ancora indosso il suo badge identificativo di candidato alla presidenza. Amici, famiglia e comunità internazionale hanno temuto il peggio. Sono passate settimane senza che nulla si sapesse del suo destino.

Nel maggio 2011 è stato condannato a cinque anni di carcere per "aver incitato a disordini di massa". Come altri prigionieri politici, è stato vittima di violente perquisizioni corporali. A un certo punto il regime l'ha incoraggiato a suicidarsi: è stato lasciato in una cella d'isolamento con un rasoio e un pezzo di corda. E' stato rilasciato ad aprile di quest'anno. Ad Agosto Lukashenko ("L'ultimo dittatore d'Europa" secondo Condoleeza Rice) ha minacciato di riarrestarlo.

Sannikov ha deciso di chiedere asilo politico in Inghilterra. La moglie e la figlia di cinque anni vivono ancora a Minsk, ostaggi del regime.  In esilio Sannikov è lontano dalla moglie Iryna Khalip, giornalista molta nota. Khalip non può lasciare Minsk né lavorare regolarmente in patria. Lukashenko ha promesso recentemente di "liberarla" da arresti domiciliari asfissianti.

Dalla sua nuova casa di Londra Andrei Sannikov racconta che "la reputazione della Bielorussia di stato più repressivo d'Europa è meritata. Lukashenko è un dittatore. Lui stesso si definisce così". Come altri dittatori, secondo Sannikov, Lukashenko ha un "istinto animale" per il potere.

Sannikov descrive la Bielorussia come una dittatura del kolkhoz ( l'economia collettiva agricola): "Il sistema non si basa su nessuna ideologia, ma solo sulla necessità di mantenere il potere. La Bielorussia è una minaccia alla sicurezza internazionale. I dittatori sono molto bravi a conservare il potere". L'Europa, denuncia, è stata "troppo compiacente con Lukashenko. Il regime vende armi agli stati canaglia e a gruppi militari in tutto il mondo". La reazione dell'Occidente al regime si è limitata a sanzioni commerciali imposte dall'Europa alla Bielorussia dopo la repressione del 2010.  

La crisi economica sta facendo crollare gli standard di vita a Minsk. Lukashenko per ora sopravvive con un mix di terrore, repressione e populismo di stampo sovietico. Sannikov spera nel futuro: "Il cambiamento sarebbe accolto con gioia dalla maggioranza della popolazione. Il regime è spacciato. Non ha futuro, è solo una questione di tempo prima che collassi".


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