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Siria, l'accusa di Amnesty: "Assad ha usato ancora armi chimiche"

Le forze governative siriane sono sospettate di aver portato a termine, a partire dal 2012, decine di attacchi col cloro e con altre armi chimiche nelle aree sotto il controllo dell'opposizione, in cui sono state uccise centinaia di persone

Il regime di Assad averbbe usato ancora una volta armi chimiche sulla popolazione siriana il 4 febbraio 2018. Lo ricostruisce Amnesty International che ha raccolto le testimonianze degli abitanti di Saraqib vittime di un bombardamento con barili bomba al cloro. Gli effetti di una simile attacco causano sensazioni di soffocamento, gravi irritazioni alla pelle e agli occhi, episodi di vomito e collassi. 

Tra le persone colpite, anche tre volontari della Difesa civile siriana che erano accorsi sul posto per prestare i primi soccorsi. Sarebbero 11 le persone ricoverate d'urgenza per sintomi compatibili con un avvelenamento da sostanze chimiche. Saraqib si trova nella provincia nordoccidentale di Idlib ed è a 41 chilometri di distanza dalla linea del fronte più vicina. L'attacco, secondo i media statali, è parte della vasta offensiva sferrata dalle forze governative siriane contro i ribelli.

La Siria è ancora un campo di battaglia

Mentre sono in corso i colloqui di pace la situazione sul terreno in Siria è tutt'altro che pacificata: la situazione ancor più intricata nella provincia occidentale dove non si contano i morti negli scontri dopo l'aggressione turca all'enclave curda di Afrin. Come denuncia l'Unicef sono 60 i bambini rimasti vittime degli scontri tra il regime di Damasco appoggiato dalla Russia, e i ribelli nel Ghouta orientale, a Damasco e Idlib.

Solo pochi giorni fa un aereo Sukhoi russo è stato abbattuto da un missile terra-aria mentre volava su Idlib: a bordo il 33enne maggiore dell'aeronautica militare russa Roman Filipov, che essersi paracadutato a terra è stato circondato dai ribelli jihadisti che detengono vaste aree nella provincia. Rimanendo in contatto radio con la base aerea russa a Khmeimim, in Siria, l'ufficiale russo ha cominciato a sparare, uccidendo due jihadisti, e vedendosi accerchiato ha impugnato una granata facendosi esplodere per non cadere prigioniero. Alcune scene di quei momenti sono state filmate in un video girato dai militanti del gruppo Al-Nusra di Al-Qaeda.

Onu apre indagine su presunto uso armi chimiche

"Ancora una volta il governo siriano ha mostrato il suo profondo disprezzo per il diritto internazionale impiegando armi chimiche illegali", ha dichiarato Lynn Malouf, direttrice di Amnesty International per le ricerche sul Medio Oriente.

"Gli attacchi diretti contro i civili sono assolutamente vietati e costituiscono crimini di guerra. Il fatto che il governo si senta libero di compiere questi attacchi con armi chimiche vietate a livello internazionale riflette la completa impunità di cui godono coloro che ordinano crimini di guerra e crimini contro l'umanità in Siria".

Armi chimiche in Siria, le testimonianze

Amnesty International ha parlato con un volontario della Difesa civile siriana arrivato sul posto alcuni minuti dopo che un barile bomba aveva raggiunto il suolo in un campo a 50 metri di distanza da un magazzino agricolo. Nella zona non c'erano segni della presenza di alcun obiettivo militare.

"Abbiamo sentito la gente che gridava aiuto sia in strada che sul tetto di una casa. Otto persone respiravano con grande difficoltà e tossivano in continuazione. Abbiamo dato loro l'ossigeno e le abbiamo portate in ospedale. Mentre guidavo, ho iniziato ad avere il fiato corto e prurito agli occhi. Avvertivo nausea come se dovessi vomitare. Lo stesso stava succedendo ai miei amici, non capivamo bene cosa stesse accadendo. Quando sono arrivato in ospedale ho vomitato"

Un secondo membro della Difesa civile siriana ha assistito alle prime cure fornite alle vittime: "Anche il personale medico respirava con difficoltà. Secondo loro i sintomi che presentavano le 11 persone e i tre volontari della Difesa civile erano compatibili con un attacco chimico, probabilmente col cloro".

Un'infermiera ha confermato che le persone ricoverate presentavano i sintomi di un attacco chimico: "Non riuscivano a respirare, tossivano in continuazione, avevano gli occhi arrossati e alcuni vomitavano. Per fortuna eravamo una ventina, quindi gli abbiamo tolto rapidamente i vestiti, li abbiamo lavati, gli abbiamo dato l'ossigeno e li abbiamo sottoposti a una seduta col broncodilatatore".

In Siria Assad usa armi chimiche

Le forze governative siriane sono sospettate di aver portato a termine, a partire dal 2012, decine di attacchi col cloro e con altre armi chimiche nelle aree sotto il controllo dell'opposizione, in cui sono state uccise centinaia di persone e molte altre hanno subìto ferite terribili.

Nel settembre 2013, dopo che nella Ghouta orientale centinaia di persone erano rimaste uccise in quelli che erano stati denunciati come attacchi chimici col sarin, la Siria aveva aderito alla Convenzione sulle armi chimiche e il presidente Bashar al-Assad si era impegnato a distruggere le scorte di agenti chimici proibiti.

Tuttavia, un anno dopo, nel settembre 2014, una missione dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) aveva trovato "schiaccianti conferme" che un agente chimico era stato usato "sistematicamente e ripetutamente" per attaccare i villaggi della Siria settentrionale.

L'Opcw ritiene che le forze governative abbiano usato il sarin anche nell'aprile 2017 in un attacco contro la città di Kahn Sheikhoun, nella provincia di Idlib, in cui sono morte oltre 80 persone.

Quando Trump diceva: "Azione militare in Siria dopo l’attacco con armi chimiche ad Idlib"

Siria, almeno 32 i morti in nuovi raid del regime

E' salito ad almeno 32 il numero dei morti nei raid dalle forze del regime siriano sulla Ghouta Orientale, ultimo bastione dei ribelli nei pressi della capitale Damasco: lo hanno reso noto le organizzazioni siriane per la difesa dei dirti umani, precisando che fra le vittime vi sono almeno 12 bambini.

Le incursioni seguono i raid effettuati ieri e costati la vita ad almeno 80 civili: si tratta di una delle stragi più sanguinose dell'intero conflitto nella Ghouta orientale.

Siria, 60 bambini uccisi solo a gennaio 2018

"Gennaio è stato un mese terribile per i bambini in Siria - denuncia l'Unicef - In particolare, nei giorni scorsi, a causa delle violenze sempre più intense nei villaggi vicino a Idlib, sembra siano morti dei civili, compresi donne e bambini. Il 4 febbraio, gli attacchi su di un ospedale supportato dall’UNICEF a Ma'arrat al-Nu'man hanno messo fuori servizio il centro sanitario. L’UNICEF sta raccogliendo maggiori informazioni sulle vittime e sulla portata dei danni. Questo è il quarto attacco segnalato a un ospedale in Siria solo nel 2018.

Dal 20 gennaio, l’acuirsi dei combattimenti ad Afrin sembra aver costretto un numero stimato di 15.000 persone a scappare dalle aree rurali verso la città di Afrin, dove sono ospitati da cittadini o hanno trovato rifugio in scuole pubbliche ed edifici non ancora terminati. I partner dell’UNICEF hanno fatto ripartire alcune attività per la protezione dei bambini nel campo per sfollati interni di Robar, raggiungendo circa 110 bambini con attività ricreative e formazione sui rischi connessi alle mine. L’accesso è ancora molto, molto difficile.

Durante la notte del primo febbraio, una stazione di pompaggio dell’acqua che era stata riabilitata dall’UNICEF a Kafromeim, Saraqab, a Idlib è stata bombardata e attualmente è fuori servizio. La stazione di pompaggio serviva 18.000 persone. La situazione umanitaria a Idlib si sta deteriorando. Le scuole sono state chiuse in molte aree a causa delle violenze e fonti locali riportano la mancanza, e il relativo aumento dei prezzi, di prodotti di base come cibo, medicine e carburante. Solo nelle ultime settimane, circa 250.000 persone sono state sfollate sia all’interno sia vicino al governatorato di Idlib a causa dei combattimenti in corso.

Siria, la situazione nella terra senza pace

A Idlib solo nelle ultime settimane sono state sfollate 250.000 persone; ad Afrin, dal 20 gennaio, circa 15.000 persone sono scappate dalle aree rurali verso la città; il 2 febbraio, a Damasco l’esplosione di un residuato bellico in un cortile ha provvocato la morte di un bamino, mentre 8 sono rimasti feriti; nel Ghouta orientale vive il 95% delle persone sotto assedio in Siria oggi.

Il primo febbraio, l’UNICEF ha inviato sei camion che trasportavano aiuti, fra cui kit sanitari e nutrizionali essenziali per 8.000 persone, coperte per 25.000 bambini e kit ricreativi per 40.000 bambini. Ieri, 6 febbraio, l’UNICEF ha inviato altri 14 camion con aiuti. Nella parte occidentale di Aleppo rurale, con i suoi partner, l’UNICEF continua a raggiungere i bambini che scappano dalle violenze a Idlib in 10 campi per sfollati interni con attività ricreative, supporto psicosociale e formazione sui rischi connessi alle mine. Anche nella parte orientale di Aleppo rurale, l’UNICEF ha cominciato a inviare acqua in diversi campi per sfollati interni da Idlib, per rispondere ai bisogni di acqua potabile in aumento. La risposta punta a raggiungere circa 100.000 persone in 40 campi per sfollati interni.

I bambini stanno subendo le conseguenze più pesanti delle violenze nel Ghouta orientale, dove stanno vivendo sotto assedio dal 2013. Nel Ghouta orientale vive il 95% delle persone sotto assedio in Siria oggi. L’ultimo convoglio delle Nazioni Unite è stato inviato alla fine di novembre 2017.


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