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I resti di due bambini trovati in due valigie: la donna arrestata è stata estradata

Fermata in Corea del Sud, la 42enne è sospettata di omicidio. I due trolley erano stati acquistati da una famiglia a un'asta in Nuova Zelanda

Foto d'archivio Ansa/Epa non riferita al contenuto dell'articolo

È stata estradata in Nuova Zelanda la donna arrestata in Corea del Sud lo scorso 15 settembre: è accusata di essere coinvolta nel caso dei resti dei due bambini trovati lo scorso 11 agosto da una famiglia di Auckland, nel nord della Nuova Zelanda, in due valigie acquistate a un'asta online. La donna ha 42 anni ed è nata in Corea del Sud: la sua identità non è stata diffusa dalla polizia. Ora è sospettata di omicidio. I bambini avevano tra i 5 e i 10 anni, erano morti da anni e le valigie erano in deposito ad Auckland da almeno tre o quattro anni, secondo la polizia. I corpi dei bambini sono stati scoperti ad agosto dopo che una famiglia neozelandese ha acquistato beni abbandonati, tra cui due valigie, da un magazzino in un'asta online.

È stata consegnata lunedì sera alle autorità neozelandesi all'aeroporto internazionale di Incheon, vicino a Seul. Il ministro della giustizia sudcoreano, Han Dong-hoon, ha detto di aver consegnato alle autorità neozelandesi "un'importante prova" rispetto alle accuse rivolte alla donna, senza però specificare di che tipo. "Con l'estradizione speriamo che la verità sul caso, che ha attirato l'attenzione di tutto il mondo, venga rivelata attraverso un processo giudiziario equo e rigoroso della Nuova Zelanda", ha dichiarato il ministero sudcoreano in una nota.

La polizia sudcoreana ha arrestato la donna in una città portuale meridionale a settembre, sulla base di un mandato del tribunale nazionale emesso dopo che la Nuova Zelanda aveva chiesto il suo arresto provvisorio. Il ministero della giustizia della Nuova Zelanda ha quindi presentato una richiesta formale per la sua estradizione: è stata accolta. La polizia della Nuova Zelanda ha detto che il mandato sudcoreano per l'arresto della donna sospettata era in relazione a due accuse di omicidio. La polizia sudcoreana afferma che la donna è nata in Corea del Sud e successivamente si è trasferita in Nuova Zelanda, dove ha ottenuto la cittadinanza. I registri dell'immigrazione mostrano che è tornata in Corea del Sud nel 2018.


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