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Bimbo caduto nel pozzo, ora si scava in orizzontale: i soccorritori sono a pochi metri

Sono ore decisive per raggiungere il piccolo Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo in Spagna: i minatori, secondo l'ultimo rapporto, hanno scavato a mano, "in orizzontale". Operazioni complicatissime e poche speranze

I genitori di Julen, Jose Rossello e Vicky Garcia EPA / PEREZ

Ore decisive per raggiungere Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo in Spagna: il piccolo è intrappolato nel pozzo nelle campagne di Totalán, nei dintorni di Malaga, dallo scorso 13 gennaio. Sono scesi nel tunnel laterale i primi soccorritori che stanno scavando la galleria orizzontale per cercare di intercettare il piccolo nel pozzo. In superficie è proseguita per tutta la notta una veglia per assistere la brigata dei minatori in questo ultimo decisivo impegno.

Bimbo caduto nel pozzo: le ultime notizie su Julen

Secondo gli aggiornamenti del quotidiano LaVanguardia.com, che segue la vicenda in diretta, i minatori sperano di introdurre una microcamera per poter vedere se Julen è in quel posto preciso e per controllare se il bimbo è vivo. Sono 26, al momento, le persone che stanno lavorando sul sito del pozzo, tra minatori, vigili del fuoco, Guardia Civil e altre squadre specializzate di soccorso. 

In tutti questi giorni non si è avuto alcun segno di vita del bimbo, ma si continua a sperare, e così sarà fino a quando non si raggiungerà il punto dove è caduto Julen. I genitori, José e Vicky, non smettono di credere al miracolo: “Abbiamo un angelo lassù che ci aiuta”. L'angelo è il primo figlio della coppia, morto a tre anni di età per un infarto nel 2017. I minatori, secondo l'ultimo rapporto, hanno scavato in orizzontale per un paio di metri, ne mancano ancora due. I lavori sono molto complessi, anche a causa della particolare morfologia del terreno. Nelle operazioni di salvataggio sono impegnati otto minatori delle Asturie, che scendono in coppia ogni 40 minuti, con l'ossigeno, oltre a dieci guardie civili e otto vigili del fuoco. Le speranze di trovare in vita Julen sono ridotte al lumicino: Julen è bloccato da più di 10 giorni a 71 metri di profondità in un pozzo largo appena 25 centimetri.

Il team dei minatori che sta cercando di raggiungere il piccolo Julen (Foto El Pais)

Bimbo caduto nel pozzo, completato il nuovo tunnel: sono ore di angoscia

Bimbo caduto nel pozzo: la diretta video dei soccorsi

I soccorsi non si sono mai fermati, decine di persone sono al lavoro notte e giorno per raggiungere il piccolo Julen caduto nel pozzo: la diretta video.

I lavori per scavare il tunnel sono stati completati nella giornata di giovedì: ora i minatori devono raggiungere il piccolo cunicolo dove si ritiene si trovi Julen. La giornata di venerdì dovrebbe essere quella decisiva.

Julen, il bimbo caduto nel pozzo: la dinamica della tragedia

Non è ancora chiara la dinamica della tragedia. E ovviamente bisognerà accertare le responsabilità di quella che non sembra proprio una fatalità. Come ha fatto il bambino a cadere in un pozzo profondo un centinaio di metri? E perché nessuno si era preoccupato di metterlo in sicurezza? Sul caso il tribunale di Malaga ha aperto un'inchiesta per ricostruire con esattezza l'accaduto. 

Chiamata al 112: "Aiutateci, c’è un bambino nel pozzo"

Il pozzo è in un terreno di proprietà di alcuni parenti della famiglia Rossellò. Tutto ha avuto inizio alle 13:57 di domenica 13 gennaio, quando al centro di emergenza  di Malaga è arrivata una telefonata. A chiamare era una donna: "Un bambino è caduto in un buco di circa 40 centimetri di diametro. Dovete salvarlo, la madre sta piangendo e urlando". (Foto in basso El Pais)

Julen, un errore di calcolo complica i soccorsi del bimbo caduto nel pozzo

La mappa dei tunnel scavati dai soccorritori (da www.lavanguardia.com)

La donna e suo marito stavano facendo una passeggiata quando hanno sentito delle urla provenire da una proprietà rurale vicino a Totálan, una città a pochi chilometri da Malaga, in Andalusia. Il proprietario della terra e sua moglie, cugini dei genitori del bambino, erano in stato di choc e non avevano ancora allertato i soccorsi. Così sono stati i due escursionisti a telefonare al 112. La Spagna intera da quel momento segue i soccorsi con il fiato sospeso

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