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Isis, ora l'Italia ha "ufficialmente" paura di possibili attentati

L'allarme lanciato dal Consiglio supremo di Difesa presieduto dal presidente Napolitano: "Prevenire l'ulteriore destabilizzazione della Libia". Rischi e minacce "già nel breve termine"

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"La pressione militare dell'Isis in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia, anche per la forza attrattiva che il movimento sembra poter esercitare su altre formazioni jihadiste e dell'estremismo islamico in aree non contigue ai territori controllati". E' questo l'allarme lanciato dal Consiglio supremo di Difesa presieduto oggi dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale.

LA RIUNIONE - Alla riunione hanno partecipato: il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi; il ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini; il ministro degli Interni, Angelino Alfano; il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan; il ministro della Difesa, Roberta Pinotti; il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

ATTENZIONE ALLA LIBIA - "È quindi necessario che l'Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l'ulteriore destabilizzazione della Libia" avverte il Consiglio. "La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali".

RIORGANIZZARE LA SICUREZZA - "La situazione in atto - prosegue la nota del CSD - dimostra l'urgenza e l'importanza, pur nei limiti della ridotta disponibilità di risorse, di una rapida trasformazione delle nostre Forze Armate e dell'organizzazione europea della sicurezza. Se le prime dovranno essere rese più pronte ed efficaci rispetto ai compiti da assolvere nelle aree di prioritario interesse per il nostro Paese, il solo sforzo nazionale non potrà essere sufficiente a garantire l'Italia, come ciascuno degli altri Paesi europei, dalle minacce e dai rischi che si prospettano già nel breve termine".


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