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"I jihadisti combattono con armi americane"

Lo afferma il New York Times. Domani Kerry riunisce la coalizione anti-Is e Israele lancia un appello: "Uniti contro lo Stato Islamico"

Is, l'autoproclamato Stato islamico, si è impossessato di "significative quantità" di armi di piccolo calibro di produzione statunitense e la ha utilizzate per combattere. Lo ha documentato un rapporto diffuso dall'organizzazione Conflict Armament Research, ha riferito il New York Times. Armi anticarro sono in mano ai militanti sunniti che controllano vaste zone di Iraq e Siria, che se ne sono impossessati dai ribelli moderati.

Secondo il rapporto, i militanti dello Stato islamico sono entrati in possesso delle armi dopo aver avuto la meglio sui ribelli moderati, riforniti da Usa e altre nazioni. Per catalogarle, i ricercatori si sono mescolati alle forze curde in Iraq e Siria, potendo vedere le armi sequestrate dopo combattimenti in cui gli estremisti sunniti sono stati sconfitti.

Lo Stato islamico è risultato in possesso tra l'altro di armi anticarro prodotte nella ex Jugoslavia, fucili americani M16A4, mitragliatrici cinesi Type 80, fucili da cecchino croati, pistole Glock 9mm e armi di piccolo calibro di era sovietica. Alcune erano cadute nelle mani dello Stato islamico in Iraq, ma erano usate in Siria.

DOMANI RIUNIONE DELLA COALIZIONE ANTI IS

Il segretario di stato americano John Kerry incontrerà mercoledì e giovedì in Arabia Saudita i ministri degli Esteri di sei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg), dell'Iraq, della Giordania e dell'Egitto per discutere la lotta contro lo Stato Islamico. Lo ha annunciato un alto responsabile egiziano.

L'incontro si svolgerà a Gedda, nel quadro dell'impegno degli Stati Uniti a organizzare un'ampia coalizione di oltre quaranta nazioni per sconfiggere le milizie jihadiste ultra-radicali, che seminano il terrore in Iraq e in Siria. Lo ha precisato questa fonte in seno al governo egiziano.

L'APPELLO ISRAELIANO: "UNITI CONTO I JIHADISTI"

Il ministro della Difesa israeliano, Moshé Yaalon, ha rivolto un appello per una cooperazione dei servizi di intelligence del "mondo libero" contro lo Stato Islamico.

"Per fermare e sconfiggere lo Stato Islamico, lo abbiamo imparato dall'11 settembre, serve una cooperazione dei servizi di intelligence dei Paesi del mondo libero, scambi di esperienza e una cooperazione operativa in certi settori", ha affermato il ministro, le cui dichiarazioni sono state diffuse dalla radio pubblica.

Lo Stato Islamico, che ha conquistato vasti territori a cavallo tra Siria e Iraq, è un gruppo jihadista ultra-radicale che ha compiuto numerosi abusi. "Il mondo libero si è mostrato finora troppo tollerante di fronte alle organizzazioni, alle entità terroristiche e ai Paesi che sostengono il terrorismo, come l'Iran", ha aggiunto Moshé Yaalon.

Amos Yaldin, ex capo dei servizi di intelligence militari e attuale direttore dell'Istituto per gli Studi sulla sicurezza nazionale dell'università di Tel Aviv, interpellato alla radio su una cooperazione internazionale contro lo Stato Islamico, ha indicato che Israele condivide le informazioni di intelligence con gli alleati.


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