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Grecia, approvate le nuove misure di austerità: scontri in piazza

La protesta dopo l'approvazione della riforma fiscale e delle pensioni: un insieme di misure previste in cambio del terzo pacchetto di salvataggio da parte di Unione europea e Fondo monetario

Scontri in Piazza Syntagma

Il Parlamento greco ha adottato un controverso pacchetto di ulteriori misure di austerità che prevede tagli alle pensioni, aumento dei contributi previdenziali e delle imposte. Si tratta di una parte delle misure di austerità richieste dai creditori della Grecia, Unione europea e Fondo monetario internazionale.

Ieri, prima dell'adozione delle norme, migliaia di persone hanno manifestato ad Atene. Il pacchetto è stato approvato grazie ai voti della maggioranza formata da Syriza e dalla coalizione dei greci indipendenti, Anel. Tutta l'opposizione ha votato contro. Il via libera del parlamento - poche ore dopo che pesanti scontri erano scoppiati proprio in Piazza Syntagma - riguarda in particolare la stabilizzazione (e i conseguenti risparmi) del sistema pensionistico ed un aumento delle tasse per complessivi 3,6 miliardi di euro, misure che si inseriscono in un pacchetto più ampio da 5,4 miliardi di euro concordato con l'Ue e l'Fmi. 

Gli incidenti più pesanti si sono verificati quando un gruppo di manifestanti ha lanciato molotov contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni per disperderli. I manifestanti si sono poi mescolati alle migliaia di persone che stavano protestando pacificamente in piazza Syntagma.

Oggi è in programma una riunione straordinaria dell'Eurogruppo per esaminare "i progressi" fatti da Atene e per completare la prima attesa revisione dell'accordo di salvataggio. A questo punto l'Eurogruppo potrebbe rappresentare l'ultima chance sulla Grecia per evitare di innescare una nuova, pericolosa crisi come quella dell'anno scorso che, a un mese e mezzo dal referendum sulla Brexit, non farebbe altro che aumentare ulteriormente l'incertezza sui mercati. E ancora una volta lo scontro tra i creditori di Atene si accende: l'Fmi chiede di mettere sul tavolo la ristrutturazione del debito greco, ritenendo per altro irrealistico il raggiungimento del target di avanzo primario del 3,5% fissato dall'Ue per il 2018. E, quindi, la mancanza di credibilità delle 'misure di contingenza' e del meccanismo per farle scattare, proposto invece da Atene con il sostegno della Commissione per aggirare e accontentare i 'falchi' che vogliono rassicurazioni guidati dalla Germania.


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