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Sono 93mila le vittime dall'inizio del conflitto in Siria

Bill Clinton si schiera con McCain: Obama troppo attendista

La guerra civile in Siria ha causato oltre 93mila morti, fra i quali almeno 6.500 bambini: è quanto si legge in un rapporto dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani.
Chiedo alle parti di dichiarare un cessate il fuoco immediato, prima che altre decine di migliaia di persone vengano ferite o uccise" ha dichiarato l'Alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, sottolineando che il numero reale delle vittime potrebbe essere ancor più elevato.
Il maggior numero di vittime documentate è stato registrato nelle provincie di Damasco (17.800) e Homs (16.400), seguite da Aleppo (11.900) e Idleb (10.300).

LIBANO - Quattro razzi lanciati dal territorio siriano sono caduti sulla valle della Bekaa, in Libano, senza che si abbiano notizie di vittime o danni: lo hanno reso noto fonti della sicurezza libanese.
La zona colpita, scarsamente abitata, è a maggioranza sciita ed è considerata una delle roccaforti delle milizie di Hezbollah, schierate con il regime del presidente siriano Bshar al-Assad.
L'attacco avviene il giorno dopo il raid aereo siriano contro la località libanese di confine di Aarsal, colpita da due bombe che hanno causato almeno un ferito: il villaggio, a maggioranza sunnita, è utilizzato come punto di transito fra i due Paesi per i rifugiati, i miliziani e il traffico di armi.

USA - Bill Clinton si schiera con John McCain contro Barack Obama, colpevole di una linea troppo morbida e attendista sulla Siria.
In un evento del McCain Institute for International Leadership, a Manhattan, chiuso alla stampa, l'ex presidente ha sposato la linea del senatore, che ha sfidato Obama nel 2008 per la Casa Bianca. "Alcuni dicono: 'Ok, vedete che casino c'è? Statene fuori!'. Credo che questo sia un grosso errore. Su questo sono d'accordo con te" ha detto Clinton a McCain, uno dei più duri critici della politica adottata dall'amministrazione Obama nei confronti del presidente Bashar al-Assad e dei ribelli siriani. A riportarlo è Politico, che ha ottenuto un file audio da un partecipante alla serata.

McCain, recentemente in visita ai comandanti ribelli moderati in Siria, vorrebbe che Obama agisse per aiutarli a far crollare il regime. Clinton, nel criticare una politica troppo attendista in questi casi, ha detto che il suo punto di riferimento resta la sua decisione di intervenire in Kosovo e Bosnia. "La mia opinione è che non dovremmo imparare troppo dalle lezioni del passato. Non credo che la Siria sia l'Iraq o l'Afghanistan, nessuno ci ha chiesto di mandare i nostri soldati lì. Credo sia più simile all'Afghanistan negli anni '80, quando combattevano i sovietici. All'epoca, il presidente Reagan aiutò gli afgani a rovesciare il regime, poi però fece l'errore di non restare in Afghanistan". La rivoluzione guidata dai social media, ha poi aggiunto, non può sostituire le persone necessarie per dar vita a un governo sostenibile.

Il presidente non deve ascoltare troppo i sondaggi, in questo caso contrari a un intervento in Siria, ed evitare di essere troppo cauto. "Ti hanno preso per vincere, per guardare dietro l'angolo e vedere in fondo alla strada" ha detto a Obama, riferendosi agli americani. Clinton, comunque, non ha chiesto misure specifiche in aiuto dei ribelli; McCain, invece, ha invitato Obama a stabilire una no-fly zone per garantire ai rivoluzionari una "zona sicura" per combattere il regime di Assad.


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