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Denudati, percossi e respinti nel gelo: l'ultimo orrore sulla pelle dei migranti

Un video pubblicato dal Guardian documenta le atrocità sperimentate dai profughi lungo la cosiddetta "rotta balcanica". E quelli che "ce la fanno" finiscono a Trieste a dormire per strada, nell'indifferenza dell'Italia e della Ue

Uno screenshot del video pubblicato dal Guardian

Un gruppo di uomini in fila, in mutande, camminano scortati da agenti nel freddo di febbraio. L'immagine richiama le pagine più buie del '900, ma risale a pochi giorni fa e avviene nel cuore dell'Europa, in Serbia. I video, pubblicati dal Guardian, e ricevuti da "Legis", ong macedone attiva nell'accoglienza di migranti, sarebbero stati girati a Lojane, un villaggio vicino al confine serbo-macedone da abitanti del luogo. 

Costituirebbero la prova dei violenti respingimenti promossi dalle autorità serbe nei confronti dei disperati che provano a penetrare all'interno dei loro confini. L'Ong macedone specifica che non è il primo episodio e che sono oltre 50 le persone denudate e costrette con la forza a tornare indietro. Gran parte di loro sarebbero siriani. L'episodio avviene a pochi mesi dal summit  sulla cooperazione tra la Ue e i paesi dei balcani e non è il primo. 

"The Game": il gioco per entrare in Europa ha un costo altissimo 

Lo chiamano "The Game": è un "gioco" terribile salito alla ribalta delle cronache più di dieci anni fa con la proliferazione del conflitto siriano. La guerra porta alla fuga in massa dei profughi verso la Grecia e al dramma del piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano di 3 anni morto il 2 settembre del 2015 su una spiaggia dell'isola turca di Bodrum, diventato il simbolo di una diaspora e di un dramma epocale. 

I migranti oggi non solo siriani, ma anche afghani, iracheni, bengalesi, tunisini e soprattutto pakistani. Entrano in Grecia, o passano dalla Bulgaria, e risalgono tutta l'Europa dell'Est prima di bussare alle porte di Trieste. Un cammino ricco di respingimenti da parte delle varie polizie locali che pattugliano i confini. Il "gioco" consiste nell'eludere tutti i controlli di frontiera per poi entrare nella Ue. Richiede genericamente anni ed è costellato da umiliazioni e violenze. 

Violenze in cui sono coinvolti paesi come la Bulgaria, con più di 600 persone che dichiarano di essere state picchiate nel corso del 2023 e respinte verso il confine turco, almeno secondo l'Ong Mission Wings.

Ma accuse simili coinvolgono anche paesi dell'area Schengen come la Croazia, con denunce ripetute di abusi perpetrati delle forze speciali di Zagabria. Molti migranti denunciano di essere stati sistematicamente picchiati, derubati e respinti al confine croato-bosniaco, spesso dopo essere stati denudati. I loro racconti sono stati raccolti e documentati dall'Ong "Human Rights Watch" in un report abbastanza indicativo intitolato "Like We Were just animals" (letteralmente: "Come se fossimo degli animali"). 

Ma anche la Grecia non è indenne da accuse di violenze ai danni di migranti sbarcati nelle sue coste e nelle sue isole, come un rapporto di Open Migration riporta chiaramente. Il tutto mentre il flusso di profughi verso le isole greche sembra intensificarsi durante i primi mesi del 2024 rispetto agli anni precedenti, come si vede chiaramente dal grafico sopra.

E quando i migranti riescono a vincere "il gioco" della rotta balcanica, l'approdo è spesso quello di Trieste, dove si registra una situazione di vera e propria emergenza umanitaria. 

A Trieste dove si dorme per strada in attesa delle istituzioni 

Sì, perché anche se formalmente non si viene picchiati e umiliati come in altri paesi, a Trieste sull'accoglienza regna da tempo l'impreparazione. In centinaia stazionano nei "Silos". Oggi sono edifici in totale abbandono, un tempo erano magazzini costruiti accanto alla stazione ferroviaria di quello che un tempo era il porto dell'Impero Asburgico, il più importante d'Europa, dopo quello di Marsiglia. 

Ad affollarli ci sono oggi richiedenti asilo, per lo più di cittadinanza pakistana che avrebbero diritto ad accoglienza e assistenza. Un diritto che rimane però solo sulla carta, mentre lo stato di degrado è palpabile.

In questo spazio, a metà gennaio, è scoppiato anche un incendio che ha messo a rischio la vita di molti "inquilini" della struttura, come riporta Trieste Prima, mentre le opposizioni hanno chiesto più volte chiarimenti alle autorità comunali.

In tutto sarebbero più di 200 i migranti in attesa di accoglienza, solo in questi spazi, numeri destinati ad aumentare nei mesi primaverili ed estivi. Con la città giuliana che si sta trasformando in una vera e propria Caporetto del nostro sistema di accoglienza. Del resto qui gli arrivi si sono moltiplicati negli anni, mentre da parte delle istituzioni non sono stati fatti passi avanti per garantire accoglienza. E il sistema di ricollocamento sembra essersi inceppato. D'altra parte il governo Meloni ha scommesso sulla gestione emergenziale degli arrivi, puntando sui grandi centri di accoglienza e smantellando quella diffusa, almeno per i richiedenti asilo.

Una dinamica che, per molti, si trasforma nella scelta obbligata di lasciare l'Italia e continuare il viaggio verso Nord, anche se per legge si sarebbe obbligati a richiedere asilo nel primo Paese di approdo. Una regola vecchia più di 30 anni su cui molti Stati della "Fortezza Europa" sembrano ormai sfidarsi. Ovviamente sulla pelle dei disperati. 


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