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La prima ministra Sheikh Hasina ha vinto (per la quinta volta) le elezioni in Bangladesh

I militanti dei partiti avversari hanno boicottato il voto definendolo una "farsa". Numerose le proteste e diversi gli scontri tra polizia e manifestanti. L'opposizione denuncia: il Paese si avvia verso una svolta autoritaria

Sheikh Hasina (LaPresse)

Il risultato alla vigilia era scontato: le elezioni del Bangladesh hanno visto nuovamente uscire vincente la premier Sheikh Hasina, che si avvia a un quinto mandato, il quarto consecutivo. Si è votato domenica 7 gennaio per rinnovare i seggi dell'Assemblea nazionale, l'unica camera del parlamento, e secondo i risultati finali il partito di Hasina, la Lega Awami, si è assicurato 223 dei 299 seggi del parlamento. Il partito Jatiya, alleato della lega Awami, ne ha ottenuti 11, mentre anche una buona parte dei 61 candidati indipendenti potrebbe appoggiarla. 

Il boicottaggio delle opposizioni

La sua vittoria è stata resa possibile da un forte astensionismo: il 40 per cento dei 120 milioni di elettori (di cui la metà sono donne e perlopiù giovani) si è recato alle urne, a differenza dell'80 per cento per il voto del 2018. Nelle elezioni di ieri, la gran parte degli elettori è rimasta a casa, probabilmente rispondendo all'appello del principale partito di opposizione, che ha invitato i cittadini a non rispondere a questo "voto farsa". Il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP) ha boicottato le urne dopo che Hasina ha rifiutato le sue richieste di dimettersi e consentire a un'autorità neutrale di condurre le elezioni generali. Ma sulla premier pesano anche le accuse del BNP, secondo il quale il voto è stato preceduto da una forte operazione di repressione che ha portato all'arresto di circa 25mila quadri, compresa l'intera leadership locale e di sistematiche violazioni dei diritti umani. In risposta, Hasina ha accusato l'opposizione di istigazione delle proteste antigovernative che hanno scosso Dhaka dalla fine di ottobre e ucciso almeno 14 persone. La settimana scorsa, almeno quattro persone sono rimaste uccise in un incendio ferroviario che il governo ha definito doloso. Sono stati dati alle fiamme anche diversi seggi elettorali, scuole e un monastero buddista. La polizia ha detto che almeno cinque attivisti della Awami League sono stati aggrediti e feriti da sostenitori del candidato indipendente perdente nel distretto costiero di Patuakhali.

Le elezioni si sono svolte d'altronde in un clima di enorme tensione: si sono registrati scontri tra attivisti e polizia, con quest'ultima che ha aperto il fuoco contro gli oppositori antigovernativi che hanno indetto uno sciopero generale e organizzato posti di blocco per convincere i cittadini a non recarsi alle urne. In alcune occasioni, il partito di Hasina avrebbe cercato di forzare i cittadini a votare. Alcuni elettori, stando a quanto riportano i media internazionali, sarebbero stati minacciati dalle autorità di confisca delle tessere statali necessarie a ricevere l'assistenza welfare se si fossero rifiutati di recarsi alle urne. 

La fine della parabola economica

Hasina ha minimizzato il boicottaggio e le accuse mosse dall'opposizione, concentrandosi invece sul suo obiettivo di rilanciare l'economia per i prossimi cinque anni. Nei suoi ultimi 15 anni al potere le è stato riconosciuto il merito di aver rivoluzionato l'economia e l'enorme industria dell'abbigliamento, mentre ha ottenuto elogi internazionali per aver dato rifugio ai musulmani Rohingya in fuga dalle persecuzioni nel vicino Myanmar. L'economia ha però subito un brusco rallentamento da quando la guerra tra Russia e Ucraina ha fatto salire i prezzi del carburante e delle importazioni di cibo, costringendo il Bangladesh a rivolgersi lo scorso anno al Fondo monetario internazionale per un piano di salvataggio di 4,7 miliardi di dollari. A novembre l'inflazione è stata del 9,5 per cento.

La minaccia per la democrazia del Paese

Hasina, figlia di Sheikh Mujibur Rahman, padre fondatore del Bangladesh, ucciso in un colpo di stato militare nel 1975 insieme alla maggior parte dei membri della famiglia, è diventata primo ministro nel 1996. Nonostante abbia sempre combattuto le dittature militari e si sia sempre impegnata a promuovere politiche a favore delle donne e delle fasce più povere della popolazione, Hasina sembra essersi spogliata delle vesti della leader della lotta per la democrazia per indossare quelle dell'autoritarismo. La premier 76enne ha etichettato il principale partito dell'opposizione come una "organizzazione terroristica", ma la sua svolta autoritaria e repressiva rappresentano la vera minaccia per la democrazia del Bangladesh.


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