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Primo discorso di Trump sullo stato dell'Unione: "America forte e orgogliosa"

Nel suo primo discorso da presidente sullo stato dell'Unione, Trump ha fatto leva sullo spirito nazionalista, ma con toni più "sobri" del solito. Sull'immigrazione ha offerto al Congresso quello che lui considera un "compromesso". Nessun accenno al Russiagate

Trump pochi istanti prima di iniziare il discorso sullo stato dell'Unione EPA/WIN MCNAMEE

Ha parlato per 80 minuti. Ha teso un ramo d'ulivo all'opposizione democratica in tema di immigrazione e infrastrutture ma allo stesso tempo ha puntato forte sui temi di sicurezza nazionale che gli hanno permesso di conquistare la Casa Bianca. 

Discorso sullo stato dell'Unione

Il primo discorso di Donald Trump sullo stato dell'Unione - il secondo più lungo degli ultimi 50 anni e il più lungo dal 1995 - è stato sobrio, decisamente più ottimista di quello pronunciato nel giorno della sua inaugurazione: se il 20 gennaio del 2017 aveva parlato di una "carneficina americana" che doveva finire, nella notte Trump ha usato la consueta relazione annuale del presidente americano di turno sui risultati ottenuti e sulle riforme future, per infondere ottimismo. Per chiedere unità a un'America forse mai così divisa. Per ribadire il suo solito motto ("Make America Great Again") e per lanciarne uno nuovo: "New American Moment". Il tutto all'insegna del patriottismo, un elemento che il leader Usa porta con sé sin dai tempi della campagna elettorale.

"Rendere l'America di nuovo grandiosa"

Dopo meno di un minuto dall'inizio del suo intervento, di fronte al Congresso a Camere riunite Trump ha ricordato la sua missione: "Rendere l'America di nuovo grandiosa per tutti gli americani". E dopo essersi vantato del suo primo anno di presidenza, del miglioramento dell'economia e del rally dell'azionario Usa, ha detto che "non c'è mai stato un momento migliore per iniziare a vivere il sogno americano". Perché "se si lavora sodo, se si crede in sé stessi, se si crede nell'America, allora si può sognare qualsiasi cosa, si può diventare qualunque cosa e insieme possiamo realizzare di tutto". Lui spera di portare a casa altre vittorie legislative dopo quella - non senza intoppi - sulla riforma fiscale, la maggiore dal 1986 che ha spinto aziende - citate espressamente - come Fiat Chrysler Automobiles, Exxon Mobil e Apple ad annunciare nuovi investimenti.

L'inquilino della Csa Bianca, consapevole degli ostacoli di fronte alla sua amministrazione, della dura opposizione dei democratici al Congresso e del rischio di perdere il controllo di Capitol Hill alle elezioni di metà mandato del prossimo novembre, Trump ha chiesto a "tutti di mettere da parte le nostre differenze, di cercare un terreno comune e di perseguire l'unità necessaria per garantire risultati alla gente che ci ha eletto". 

Spirito nazionalista

Trump ha letto "parola per parola" il testo, fermandosi spesso e teatralmente per compiacersi dei fragorosi applausi giunti dai repubblicani, Trump ha fatto leva su uno spirito nazionalista dicendo che nell'ultimo anno "il mondo ha visto quello che abbiamo sempre saputo: nessuno sulla Terra è così coraggioso o determinato come gli americani. Se c'è una montagna, la scaliamo. Se c'è una frontiera, la superiamo. Se c'è una sfida, la controlliamo. Se c'è un'opportunità, la sfruttiamo".

Immigrazione

In tema di immigrazione, Trump ha offerto al Congresso quello che lui considera un "compromesso" che spiana la strada verso la cittadinanza per 1,8 milioni di persone in cambio però di cambiamenti notevoli alla politica migratoria attuale, come la fine della lotteria per ottenere la Carta Verde e della 'Chain migration', un sistema che consente a un famigliare legalmente residente in Usa di sponsorizzarne un altro. Facendo riferimento all'attacco terroristico che colpì New York City lo scorso Halloween e quello fallito nelle settimane successive, Trump è stato chiaro: "Nell'era del terrorismo, questi programmi presentano rischi che non ci possiamo più permettere". Peccato che si sia dimenticato di precisare che quei programmi richiedono controlli molto stringenti. Lui è sembrato comunque ottimista di potere raggiungere un accordo bipartisan in tema di immigrazione: "Questo Congresso può essere quello che finalmente" realizza una riforma.

Infrastrutture

Come previsto, Trump ha chiesto al Congresso di legiferare "per generare investimenti in nuove infrastrutture per almeno 1,5 miliardi di dollari". Si tratta di una cifra superiore a quella da un miliardo proposta al suo primo discorso in assoluto davanti al Congresso riunito, quello alla fine dello scorso febbraio che però non era un discorso sullo stato dell'Unione. Come allora, i dettagli però scarseggiano. Lui si è limitato a richiedere ai partiti democratico e repubblicano "di unirsi per darci un'infrastruttura moderna, affidabile, veloce e sicura". E a chi lo ascoltava ha promesso - come fece nella notte della sua vittoria elettorale nel novembre 2016 - "nuove strade, ponti, autostrade, ferrovie".

Trump intende usare fondi federali, oltre a quelli statali, municipali e privati. Non ha però detto quanti soldi usciranno dalle casse di Washington. In passato membri dell'amministrazione avevano parlato di un esborso di 200 miliardi di dollari.

Corea, Iran, Russia 

Non ha sorpreso nessuno poi l'attacco verbale alla Corea del Nord. Diversamente dal passato, ha fatto solo riferimento al regime "depravato, spegiudicato e crudele" evitando di parlare del suo leader Kim Jong Un, in altre occasioni chiamato "uomo razzo" e definito "basso e grasso". Anche in questo caso, il presidente Usa non ha fornito dettagli su come la sua amministrazione intenda contrastare i programmi missilistico e nucleare di Pyongyang, già puniti da sanzioni Onu.

"Stiamo esercitando la pressione massima per evitare" che i missili balistici intercontinentali più volte testati da Kim "possano molto presto minacciare il nostro territorio", si è limitato a dire Trump. Il presidente ha ricordato la tragedia di Otto Warmbier, lo studente statunitense tenuto in carcere per oltre un anno dalle autorità nordcoreane, che poi lo hanno rimandato a casa in stato di coma; il ragazzo è morto poco dopo il suo ritorno negli Stati Uniti. I genitori del giovane, visibilmente scossi, erano al Congresso. In tema di Iran, Trump ha ancora una volta parlato del "terribile" accordo sul nucleare siglato nell'estate 2015 dalle principali potenze mondiali (Usa inclusi).

La Russia, come la Cina, è stata citata solo una volta in chiave negativa. Trump ha attaccato i "rivali come la Cina e la Russia che sfidano i nostri interessi, la nostra economia e i nostri rivali". Quelle parole sono state pronunciate la settimana successiva al lancio di dazi su lavatrici e pannelli solari (per punire anche Pechino) e quasi un giorno dopo la decisione di non imporre nuove sanzioni contro Mosca per la sua presunta interferenza alle elezioni presidenziali Usa del 2016, nonostante una legge ad hoc lo prevedesse. Trump si è ben guardato dal citare il Russiagate, la "nuvola" che aleggia su di lui sin da quando è arrivato alla Casa Bianca. 

Il discorso sullo stato dell'Unione è una relazione tenuta dal presidente degli Stati Uniti d'America in fronte al congresso convocato a sezioni unite, una volta all'anno. Solitamente il presidente descrive sia le condizioni generali della nazione sotto un profilo sociale, economico e politico, sia l'agenda governativa corrente, i progetti per il futuro e le priorità.


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