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Siria, il prezzo della guerra: civili di Aleppo senza cibo e medicine

Da giovedì le vittime dei raid russi e del regime sono state almeno 128. Tra questi "venti bambini". L'allarme dell'Osservatorio siriano sui diritti umani: "Da giorni manca l'acqua". Resta alta la tensione con gli Usa. Staffan de Mistura: "Nulla giustifica i bombardamenti in un territorio dove vivono 275mila civili"

Tra le macerie di Aleppo (Foto Ansa)

SIRIA - Nuovi bombardamenti aerei sono stati compiuti anche nella mattina di lunedì su alcuni quartieri di Aleppo, dove continuano ad essere sempre più scarse le riserve di medicine e cibo per la popolazione assediata. Secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani, il bilancio da giovedì sera è salito ad almeno 128 morti, per la maggior parte civili. "Decine di raid" sono stati compiuti dall'aviazione russa e del regime di Damasco a partire dalla mezzanotte di domenica sulla città controllata dai ribelli, ha spiegato l'ong. I raid si sono intensificati all'alba, provocando importanti incendi. 

L'INFERNO DI ALEPPO: IL VIDEO

BAMBINI TRA LE VITTIME - Tra le vittime "figurano venti bambini e nove donne", ha precisato il direttore dell'Osservatorio, Rami Abdel Rahman. "Almeno 36 civili sono stati uccisi inoltre nelel aree rurali della provincia di Aleppo. I feriti sono almeno 400", ha aggiunto.

MANCANO CIBO E MEDICINALI - I circa 250mila abitanti dei quartieri di Aleppo controllati dai ribelli non ricevono aiuti alimentari e medicinali da circa due mesi e sono praticamente privi di acqua dalla giornata di sabato. Gli ospedali "stanno facendo fronte a una forte pressione in ragione del numero elevato di feriti e della mancanza di sangue disponibile e di chirurghi specializzati nelle trasfusioni", ha riferito una fonte sanitaria locale. "Di fatto, i feriti più gravi vengono direttamente amputati". A Est di Aleppo ci sono stati bombardamenti "ad alto potenziale", "senza precedenti", "con ordigni che sono arrivati fino alle cantine.

ALLARME  DELL'ONU - Intanto Staffan de Mistura, inviato speciale del segretario generale dell'ONU per la Siria, ha spiegato al Corriere della Sera la situazione di Aleppo a margine del Consiglio di sicurezza convocato d'urgenza ieri su richiesta di Stati uniti, Gran Bretagna e Francia: "La situazione ad Aleppo è agghiacciante, spaventosa, tragica. Nella città ci sono gruppi terroristi come al Nusra. Lo sanno tutti, penso che lo possano confermare anche gli americani. Ma questo non giustifica in alcun modo la serie di bombardamenti devastanti in un territorio dove vivono 275mila civili".

SIRIA E RUSSIA - "Il presidente siriano non ha accettato la parte finale dell'intesa raggiunta lo scorso 9 settembre: la 'no fly zone' su alcune zone chiave della Siria. Subito dopo quell'accordo Assad ha annunciato pubblicamente che non si sarebbe fermato, che non avrebbe lasciato aerei ed elicotteri a terra", ricorda De Mistura. E "finora è accaduto che quando le truppe siriane si muovono e guadagnano campo, Mosca poi le sostiene con l`aviazione. Anche questa volta è andata così".

USA CONTRO PUTIN - Da qui le accuse pesanti rivolte in Consiglio Onu contro Mosca. Le parole più dure sono arrivate ieri dall'ambasciatrice statunitense all'Onu, Samantha Power. "Ciò che la Russia sostiene e fa" ad Aleppo "non è lotta al terrorismo, è barbarie", "una carneficina", ha accusato la diplomatica Usa, secondo la quale Mosca "abusa del privilegio storico" di essere membro permanente del Consiglio Onu con diritto di veto.

LE CONDIZIONI DI MOSCA - Il suo omologo russo Vitaly Churkin ha ribadito le condizioni poste da Mosca, tra cui la necessità di separare i gruppi di opposizione moderata e gli estremisti come Al Nusra. L'esponente russo ha però respinto le accuse di responsabilità per l'impasse, attribuendole a sua volta alla coalizione internazionale guidata da Washington: "Centinaia di gruppi sono stati armati, il Paese è stato bombardato indiscriminatamente", ha detto. "In queste condizioni portare la pace oggi è un compito quasi impossibile". Resta la speranza di invertire la rotta. "E' l'obiettivo che vorremmo raggiungere, la ripresa dei negoziati", ha spiegato Churkin. Ma serve uno sforzo "collettivo, non soltanto della Russia".


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