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Trump arma i curdi siriani contro Isis, ira della Turchia: "Inaccettabile"

Con una mossa che rischia di alimentare l'irritazione della Turchia la Casa Bianca ha approvato l'invio di armi alle forze curde siriane che combattono Isis nel nord-est della Siria. I curdi dell'Ypg da soli riconquistarono Kobane da Isis a gennaio 2015

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha approvato il piano per armare le milizie curde siriane, un importante alleato nella lotta contro l’Isis. Gli Usa vedono nella Forza democratica siriana – che comprende le Unità di protezione popolare (YPG) – il ruolo di forza combattente per il futuro attacco a Raqqa, la capitale dell’autoproclamato Stato islamico.

Una volta che l’ordine sarà arrivato al Pentagono, gli Stati Uniti potranno cominciare a fornire le armi e l’equipaggiamento ai curdi siriani, una forza chiave nella lotta contro l’Isis in Siria, ma considerata dalla Turchia una organizzazione “terroristica”. La Turchia, invece, vorrebbe che il ruolo fosse assicurato ai ribelli siriani addestrati dalle sue forze.

Le armi forniti da Washington alle forze di Siria Democratica (SDF), un’alleanza dominata dalle Unità di Difesa del Popolo curdo (Ypg) in prima fila nella guerra ai jihadisti dello Stato Islamico (Isis) in Siria, “affrettano la sconfitta” degli uomini del Califfato nero. Lo sostengono le stesse forze di SDF.

“La decisione statunitense di armare lo YPG (…) è importante e affretta la sconfitta del terrorismo”, ha dichiarato a France Presse un portavoce di SDF.

Non si è fatta attendere la risposta della Turchia che ha bollato come “inaccettabile” l’annuncio degli Stati Uniti sulla fornitura di armi e apparecchiature militari ai combattenti curdi .

“La fornitura di armi a Ypg è inaccettabile”, ha dichiarato il vice primo ministro, Nurettin Canikli, all’emittente televisiva A Haber, “Nessuno avrà benefici da una politica del genere”.

La decisione americana è giunta mentre sono in corso contatti tra Washington e Ankara per preparare la visita alla Casa Bianca del 16 e 17 maggio del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan

Secondo la Bbc, che cita una fonte del Pentagono, le armi inviati ai curdi siriani includono, munizioni, armi leggere, mitragliatrici pesanti e blindati che, sostiene sempre la fonte, il Pentagono "cerchera' di riottenere indietro" dopo la conquista di Raqqa.

Sulla carta una sorta garanzia minima alla Turchia che considererebbe i curdi dell'Ypg - finora i migliori alleati degli Usa sul terreno, da soli riconquistarono Kobane da Isis a gennaio 2015 mentre le forze turche, pochi km oltre il confine, restavano a guardare nella migliore dell'ipotesi, arrivando in alcuni casi ad ostacolarli - dotati di armi pesanti, una minaccia alla propria sicurezza. Al momento non sono stati resi noti i tempi di consegna delle armi.


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