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Turchia e Iran presentano piani di pace per porre fine al conflitto siriano

La diplomazia internazionale è al lavoro per fermare la guerra civile che in Siria ha fatto oltre 40mila morti

Mentre sul campo la battaglia infuria, la diplomazia internazionale è al lavoro per un'uscita dalla crisi siriana.
Oggi due distinti piani di pace, uno iraniano e uno turco, sono stati presentati per porre fine alla guerra civile, che ha causato oltre 40mila morti.

L'Iran ha presentato un "piano di uscita" dalla crisi siriana, che comprende "la fine delle violenze" e il varo di un "dialogo nazionale" fra il regime del presidente Bashar al-Assad e l'opposizione: lo ha annunciato la stampa iraniana.
Il 14 ottobre scorso il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, aveva consegnato una prima bozza del piano all'inviato speciale dell'Onu, Lakhdar Brahimi; tra i sei punti del documento vi è anche "la revoca delle sanzioni contro Damasco, la fine di permettere la distribuzione degli aiuti umanitari".
Il piano prevede la creazione di un "comitato di riconcilazione" che ha per compito la nomina di un governo di transizione, incaricato a sua volta di organizzare le elezioni "libere" per il Parlamento, l'Assemblea Costituente e la Presidenza della Repubblica.

La Turchia, invece, si è rivolta alla Russia per ottenere una pacifica transizione nella Siria sconvolta da una guerra civile. Lo sostiene oggi il quotidiano turco Readikal,
La proposta prevede che il presidente siriano Bashar al Assad si dimetta nei primi tre mesi del 2013 e che il processo di transizione sia guidato dalla coalizione nazionale dell'opposizione, che è stata riconosciuta come l'unica rappresentante dei siriani dai paesi occidentalie da quelli arabi la scorsa settimana.
Il piano è stato discusso nell'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan a Istanbul il 3 dicembre e Putin avrebbe definito l'idea come "una formula creativa", secondo Radikal.
La Turchia, un tempo alleata di Damasco, è diventata molto critica rispetto al pugno duro usato da Assad nella repressione, che ha portato alla guerra civile.
La Russia, dal canto suo, resta uno dei pochi alleati di Assad e spesso blocca le risoluzioni contro il suo regime portate al Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Anche se Erdogan e Putin non si sono trovati sulla stessa lunghezza d'onda nell'incontro, Putin ha chiarito che la Russia non è "un difensore a tutti i costi" dell regime attuale in Siria.
Ankara invece punta a isolare Assad, privandolo anche del sostegno di Mosca e dell'Iran.
Il piano è destinato a essere sottoposto ad Assad, il quale probabilmente lo respingerà e questo, nelle speranze di Ankara, potrebbe essere un ulteriore passo nella direzione di un isolamento del presidente siriano.
Usa, Egitto, Qatar, Russia e Onu hanno discusso il piano negli ultimi 10 giorni. In una visita in Turchia il 7 dicembre, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha detto di aver "preso nota" del summit di Istanbul, in cui Putin ed Erdogan hanno discusso "nuove idee" su come rispondere alla crisi siriana.


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