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Usa, pena di morte, rinviata l'esecuzione di un malato di mente

Un cavillo procedurale alla base della decisione della Georgia. Per le autorità Warren Hill sarà giustiziato, bisogna solo capire come

E' stata rinviata l'esecuzione di Warren Hill, un afroamericano di 51 anni affetto da disturbi mentali, ma per gli attivisti dei diritti umani è ancora presto per cantare vittoria.

Dubbi procedurali - Secondo le nuove norme statunitensi, ieri sera alle 19 (11 ora italiana) al posto delle tre dosi usate in precedenza, all'uomo avrebbero dovuto somministrare un'unica iniezione letale con pentobarbital.

La Corte suprema della Georgia si è però chiesta se questa “modifica della procedura non vada contro le leggi” dello Stato. Insomma, Hill verrà giustiziato, rimane solo da capire come.  

Pena di morte e malattia mentale - In attesa che le autorità della Georgia prendano la propria decisione, torna in primo piano il dibattito sulla pena di morte. Nel 2002 la Corte suprema degli Stati Uniti aveva vietato l'esecuzione dei detenuti affetti da disturbi mentali, disturbi però che vengono giudicati tali sulla base dei parametri adottati da ogni singolo Stato. 

In Georgia, ad esempio, la presenza della malattia deve essere provata “al di là di ogni ragionevole dubbio,” mentre nel resto del paese basta che gli elementi a sostegno di questa tesi siano preponderanti. Secondo gli avvocati di Hill, non ci sarebbero dubbi circa il ritardo mentale del proprio cliente, il cui quoziente intellettivo non supera i 70 punti. 

L'uomo era stato condannato all'ergastolo nel 1985 per aver freddato la propria compagna a colpi di pistola. Nel 1990 è poi finito nel braccio della morte per aver ucciso il proprio compagno di cella, come ricorda la Cnn.  

La Georgia si era già trovata al centro di numerose polemiche per aver giustiziato il 21 settembre del 2011 Troy Davis, un altro afroamericano accusato di omicidio che però aveva sempre dichiarato la propria innocenza. 


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