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Chi sono i mercenari Wagner e perché si sono ribellati a Putin

Prigozhin: "Abbiamo conquistato Rostov senza sparare, con l'appoggio della popolazione. "Perché il Paese ci sostiene? Perché marciamo per la giustizia"

Yevgeny Prigozhin (LaPresse)

Allarme rosso in Russia dopo la rivolta dei mercenari della Brigata Wagner contro Putin. Secondo i media ucraini, che citano fonti dell’intelligence nazionale, "Mosca si prepara all'assedio. La città è praticamente blindata e isolata dalle forze militari e di polizia, con check-point in quasi ogni incrocio". Per affrontare questo inatteso golpe, da parte di quello che una volta era considerato il braccio armato non ufficiale del Cremlino, il presidente russo "sta richiamando tutto l'equipaggiamento militare che finora era rimasto nelle riserve e nelle zone di confine".

Putin ha parlato di "gravi azioni di tradimento" e ha assicurato che i responsabili "pagheranno per questo". Ma chi sono i combattenti del Gruppo Wagner e perché hanno deciso di ribellarsi a Putin, di attraversare la frontiera e di far scoppiare una in Russia?

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La storia del Gruppo Wagner: chi sono

La Brigata Wagner è una milizia di mercenari al soldo del Cremlino che da decenni combatte le guerre di Mosca nelle zone "calde" del pianeta. È un corpo paramilitare di 25.000 uomini, composto perlopiù da ex detenuti. Un esercito che in questa guerra contro l’Ucraina più volte si è reso protagonista di battaglie feroci.

Negli anni le compagnie militari private, come il gruppo Wagner, sono diventate una componente chiave della strategia di "guerra ibrida" di Mosca. Il loro primo utilizzo fu sperimentato nel conflitto del 2014 in Ucraina, per poi prendere sempre più piede.

Nei primissimi giorni dell’invasione dell’Ucraina, il Gruppo Wagner è stato assoldato da Putin per assassinare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: almeno tre i tentativi, tutti falliti.  Poi le battaglie sul campo e infine la ribellione.

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Chi è Prigozhin

Le prime tensioni tra Mosca e il fondatore del Gruppo Wagner sono avvenute a circa un anno dall'invasione dell'Ucraina, dopo che il capo del gruppo di mercenari, Yevgeny Prigozhin, aveva iniziato ad attaccare il titolare della Difesa russo, Sergey Shoigu, e i capi delle forze armate per il modo con il quale veniva condotta la cosiddetta "operazione militare speciale". Dopo pochi mesi qualcosa sembra essersi definitivamente spezzato e così l’oligarca fondatore della Brigata Wagner e amico personale del presidente russo Vladimir Putin, spinto dal dissenso nei confronti dei vertici militari russi, ha dichiarato guerra alla Russia.

Il gruppo di mercenari, con alla guida il leader, ha lasciato l'Ucraina, ha attraversato il confine per prendere il quartier generale dell'esercito russo a Rostov. La conquista, secondo Prigozhin, sarebbe avvenuta senza sparare, con l'appoggio della popolazione. "Perché il Paese ci sostiene? Perché marciamo per la giustizia", ha detto il capo dei miliziani in un messaggio audio su Telegram. "Siamo entrati a Rostov e, senza sparare un solo colpo, abbiamo preso l'edificio del quartier generale".

Prigozhin ha accusato i vertici militari di Mosca di "ingannare" il popolo russo, spiegando che sarebbe stato possibile negoziare con Volodymyr Zelensky ed evitare il conflitto. Ma ciò non è stato fatto perché la guerra era necessaria per "il clan che ora di fatto gestisce la Russia", ossia per gli interessi degli oligarchi russi.

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