Politica

Augusta Montaruli, l'ex sottosegretaria all'Università con un passato di "braccia tese"

Il ritratto dell'ex sottosegretaria del governo Meloni tra foto nostalgiche, condanne e con l'esordio in televisione contro Travaglio

Il sottosegretario per l'Università e la Ricerca Augusta Montaruli e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso del giuramento dei sottosegretari a Palazzo Chigi (Foto Ansa)

La sottosegretaria Montaruli condannata si è dimessa: "Sono innocente"

Augusta Montaruli è l'ex sottosegretaria del governo Meloni che ha annunciato le dimissioni dopo la condanna della Cassazione nel processo Rimborsopoli. Aveva la delega all'Università e ricerca. Su Twitter si presenta così: "La politica è un'arte nobile ma io non ho sangue blu. Pellegrina, avvocato penalista. Italiana militante, deputato Fdi". Come le altre nomine, anche quella di Montaruli è stata approfondita e discussa per il suo passato militante in formazioni di estrema destra, come documentano alcune foto inequivocabili e confermate dalla diretta interessata. Di recente, le posizioni passate sono state sconfessate, ma Montaruli ha fatto parlare di sé anche per una condanna nel processo chiamato "Rimborsopoli". Vediamo il profilo di Montaruli per comprendere meglio il suo ruolo da sottosegretario nel governo Meloni. 

Chi è Augusta Montaruli

Nata nel 1983 a Torino, Augusta Montaruli è da sempre politicamente legata a Fratelli d'Italia e alla destra italiana, dopo averne percorso tutta la trafila dai movimenti giovanili fino all'attuale governo Meloni. Montaruli ha infatti fatto parte di Azione giovani, il movimento ufficiale dei giovani che si riconoscevano in Alleanza Nazionale, il partito fondato da Gianfranco Fini sulle ceneri del Movimento Sociale Italiano, che a sua volta rappresentava la principale formazione politica italiana d'ispirazione neofascista. Proprio Giorgia Meloni ha guidato Azione giovani dal 2001 al 2009.

All'università Montaruli diventa rappresentante degli studenti per il Fuan, il Fronte universitario d'azione nazionale: di quegli anni sta circolando parecchio una foto in cui si vede la nuova sottosegretaria in posa col saluto fascista e una bandiera che raffigura una croce celtica di fronte al cartello che indica l'ingresso nel comune di Predappio, il paese natale di Benito Mussolini in cui ogni anno si svolgono dei raduni fascisti.

Facciamo scappare raduni e festival, ma Predappio ce lo teniamo stretto

Alle elezioni amministrative del 2004 è candidata sindaco di Pessinetto, in provincia di Torino, per Alleanza Nazionale, ma non è eletta. L'esordio in politica arriva nel 2007, quando diventa Assessore alla Cultura e consigliere comunale a San Mauro Torinese, per poi essere eletta alle elezioni regionali in Piemonte del 2010 come consigliere regionale per il Popolo della Libertà, restando in carica fino al 2014.

Nel mezzo, Montaruli diventa portavoce nazionale di Giovane Italia, organizzazione giovanile del Popolo delle Libertà - oggi Forza Italia giovani - ma lascia la carica dopo pochi mesi per aderire a Fratelli d'Italia. Montaruli diventa una politica di lotta e di piazza: scende in piazza contro degrado e criminalità nelle periferie torinesi denunciando l'ex sindaca Chiara Appendino per la sua presunta trascuratezza verso le periferie. Alle elezioni politiche del 2013 è candidata alla Camera nella circoscrizione Piemonte 1 per Fratelli d'Italia, ma non è eletta. Per l'esordio in Parlamento bisogna aspettare il 2018, quando arriva per la prima volta alla Camera in quota Fratelli d'Italia.

Alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022 è stata ricandidata alla Camera nel collegio uninominale di Piemonte 1 - 02, oltre che come capolista di Fratelli d'Italia, nei collegi plurinominali Piemonte 1 - 01 e Piemonte 1 - 02: viene eletta all'uninominale con il 35,98 per cento delle preferenze, superando Stefano Lepri del centrosinistra (35,41 per cento) per poco più di 1.000 voti e l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino (13,84 per cento). Ora, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni l'ha nominata nuova sottosegretaria all'Università e Ricerca. 

Lo scontro in tv con Travaglio

A ottobre 2009 Montaruli fece parlare di sé durante una puntata di Annozero, talk show politico condotto da Michele Santoro che andava in onda su Rai 2. Quella sera era dedicata al processo "escort" con protagonista l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, imputato per induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria. Secondo le accuse, aveva pagato l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini perché mentisse sulle escort portate nelle residenze estive berlusconiane tra il 2008 e il 2009. 

Nella puntata di Annozero Montaruli definiva il processo un caso che era stato reso volutamente politico a proposito della testimone principale, Patrizia D'Addario che, intervistata da Santoro, aveva fornito alcuni dettagli delle serate con Berlusconi specificando che lui sapeva del suo essere una escort.

Montaruli si schierò apertamente contro queste dichiarazioni: "Questa signora si è sentita tradita e ha fatto una ribellione e dice: la ribellione la fanno altri. La fanno i ragazzi che non accettano di prendere 500 euro per prostituirsi ma accettano di fare gli schiavi dopo aver preso una laurea in giurisprudenza. La fanno i ragazzi che accettano di fare le notti a fare i volantini anziché impasticcarsi e non cercare la strada più facile della politica per arrivare a chissà quale progetto. Ci sono persone che vogliono usare il proprio corpo e la politica  per arrivare a fare comparsate su giornali o in trasmissioni televisive, con alcune parti politiche che fanno parte dell'intelligenza della sinistra che eleva a icone quelle che sono delle escort".

Quando Travaglio ribatté sottolineando che era lo stesso centrodestra a candidare le escort, Montaruli lo iniziò a incalzare, parlando con toni accesi della sua visione politica fatta di "militanza e sacrificio: chi va in Parlamento ha la stessa dignità di chi, da solo, difende certi valori in una scuola o in un piccolo comune, soprattutto se è giovane”, disse Montaruli. 

La condanna per "Rimborsopoli"

Insieme ad altri consiglieri della regione Piemonte anche Augusta Montaruli è stata indagata e condannata nel processo denominato "Rimborsopoli". L'accusa era di aver intascato una serie di rimborsi ritenuti illegittimi dalla Guardia di Finanza e che quindi non erano attinenti con l'attività di consigliere regionale.

Al termine dell'inchiesta, la procura di Torino le ha contestato spese per 41.552 euro nel solo periodo che va dal giugno 2010 al settembre 2012. I rimborsi richiesti riguardavano ristoranti, bar e simili per 20mila euro, acquisti in negozi di abbigliamento e gioiellerie per mille euro, ma anche un corso per l'uso dei social network da 4.800, spese per la creazione di database per 7.200 euro e monitoraggio della reputazione online per 6mila.

In più, sono spuntate anche spese per abbigliamento, come una borsa Borbonese da 195 euro, due cristalli Swarovski da 168 euro e da 86 euro e una cintura di una boutique torinese. Montaruli giustifica la borsa come premio per un concorso contro la violenza sulle donne, mentre i cristalli e la cintura le sarebbero stati assegnati su sorteggio nel corso di un incontro elettorale nel periodo natalizio nell'ufficio di Barriera di Milano, alla periferia di Torino.

"In materia di rimborsi, di cui non sapevo nulla perché ero alla prima legislatura, mi sono attenuta al regolamento - la difesa Montaruli -. Riponevo la massima fiducia nelle persone preposte al controllo, gente di esperienza più vasta della mia: il capogruppo, per esempio, veniva da diverse legislature". Il tribunale le crede e la assolve per la maggior parte delle accuse. 

In appello, i pm hanno rilanciato le loro accuse e la Corte d'appello ha dato una valutazione diversa dal tribunale: così Montaruli viene condannata per peculato per aver chiesto e ottenuto rimborsi spese per un totale di 25mila euro circa. Nel novembre 2019 la Cassazione conferma l'impianto delle accuse, fatta eccezione per un dettaglio minore, ragione per cui ha disposto un secondo processo in corte d'appello che il 14 dicembre 2021 ha confermato la condanna a un anno e sette mesi. Infine, la Cassazione ha confermato la condanna, con un accusa a un anno e sei mesi.

Il passato cancellato e le sfide future

La foto di Montaruli sotto il cartello stradale di Predappio insieme a un gruppo di Azione Giovani è stata mostrata a Di Martedì, talk show politico di La7 condotto da Giovanni Floris. "Un errore di gioventù, questo tanto più mi permette di contrastare errori del genere", ha detto Montaruli commentando la foto. 

Le battaglie politiche portate avanti da Montaruli sono precise: il no all'affido culturale, la negazione dell'identità di genere, lo ius scholae, l'opposizione al Ddl Zan. Agli interventi parlamentari si sono aggiunti i flash mob cari a Fratelli d'Italia, come se ne sono visti diversi e dedicati ai temi della pandemia. Ora Montaruli chiude il cerchio, dalle periferie al governo, in un percorso simile a quello della presidente del Consiglio: allo stesso modo, entrambe dovranno gestire la transizione da militanti a figure istituzionali.

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