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La regola del centrodestra non sbaglia mai: se sei amico della Meloni meglio la federazione

Insieme si vince, lo dicono i numeri, ma c'è una questione di leadership all'interno del centrodestra e questo può diventare imbarazzante per gli equilibri di un futuro governo. L'idea della federazione può superare tutto questo, c'è da capire se funzionerà

centrodestra - foto Ansa

C’è da sempre una regola nel Centrodestra. E’ non scritta, ma se la sono dati i leader dei partiti e viene sempre rispettata: il candidato (in teoria lo sceglie il Presidente della Repubblica ma non è mai così) a Presidente del Consiglio, nel caso di vittoria della coalizione, è il leader del partito in assoluto più votato dagli italiani. Ruota tutto intorno a questo problema la situazione di stallo e crisi interna che sta vivendo l’alleanza che da anni lega Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.

Se infatti fino a poco tempo fa era scontato che fosse Matteo Salvini a far valere il proprio peso ai tavoli con Fi ai minimi termini e Fdi in crescita ma lontana dal consenso leghista, adesso la storia è cambiata perché, secondo i sondaggi, oggi il partito di Giorgia Meloni ha toccato quota 20% raggiungendo di fatto il Carroccio e dando alla alleanza di centrodestra una propulsione tale da guardare da vicino il 50% dei voti in Italia alle prossime elezioni politiche. Ma intanto ci sono le amministrative e un po’ la crisi della classe dirigente, un po’ che non c’è più la fila per entrare in politica come una volta e un po’ i litigi interni dettati proprio dallo scontro interno e frontale tra Meloni e Salvini, di fatto non si riescono a trovare dei candidati a sindaco delle città più importanti e quando si trovano, il risultato lascia a desiderare.

Ed è proprio perché forse Giorgia Meloni comincia a fare paura, allora ecco l’idea di Silvio Berlusconi di fare una federazione del centrodestra. Secondo Elio Vito è una mossa per fare fuori i suoi dirigenti, quelli scelti da lui ma che ormai non riesce più a mandare via e anzi raddoppiano e triplicano gli incarichi di partito e quelli istituzionali così da avere sempre più peso. Verrebbero spazzati via nel caso di un nuovo Popolo della Libertà con la Lega di Salvini. In teoria è invitata anche la Meloni che però ha già detto di no. Chi glielo fa fare proprio adesso? E infatti secondo qualcuno, sarebbe anche un modo per mettere in minoranza Fratelli d’Italia, così da aggirare la regola del centrodestra.

Insomma l’unione conviene a Salvini per riprendere quota, conviene al Cavaliere per riconquistare un ruolo con un elettorato sempre più distante dai politici azzurri. Non conviene alla Meloni che resta a guardare le prossime mosse dei suoi alleati. E se una vecchia canzone degli 883 diceva che la regola dell’amico non sbaglia mai, forse non sbaglia mai neppure la regola del centrodestra. Il problema è che porterebbe Giorgia Meloni a candidarsi come Premier, in un futuro elettorale dove il Centrodestra, forte anche del consenso raccolto opponendosi alle chiusure per contrastare la pandemia di coronavirus, potrebbe tornare a governare. Se la regola del Centrodestra non sbaglia mai, meglio cambiare le regole. La federazione è la mossa giusta.

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