Politica

Dal "consultellum" al "legalicum", il dizionario dell'Italia verso il voto

Il dizionario della politica maschera con i latinismi il pasticcio di una legge elettorale uscita più volte riformata dal Parlamento e che dal 2014 subisce la censura, se non proprio la riscrittura, per il mancato rispetto della Costituzione: ecco perchè

Consulta, Consultellum, Legalicum, Mattarellum: gli italiani si trovano a confrontarsi con il dizionario della politica che mascherandosi con i latinismi cela il pasticcio di una legge elettorale uscita più volte riformata dal Parlamento per adattarsi alle mutate esigenze di governabilità della prima, seconda e terza repubblica. Un pasticcio finito più volte a dover subire la censura, quando non proprio la riscrittura, da parte dei giudici della Corte Costituzionale che hanno ravisato più volte l'illecità delle norme scritte dai parlamentari. Lo è stato per la legge Calderoli nel 2014, finita agli annali come porcellum, e lo è stato di nuovo ieri anche l'Italicum.

Sic stantibus rebus, con le urne che potrebbero aprirsi a giugno, salvo ulteriori modifiche del Parlamento, gli italiani dovranno confrontarsi con due sistemi elettorali diversi per Camera e Senato: i deputati verrebbero eletti con il "legalicum" ovvero l'italicum riformato dalla Consulta e "già direttamente applicabile", i senatori con il "consultellum" lasciato in piedi sempre dai giudici costituzionali dopo la revisione del Porcellum.

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Se il Movimento 5 stelle ha chiesto di uniformare i sistemi adottando il legalicum anche per il senato, il Pd propone invece il ritorno al "mattarellum", il sistema elettorale utilizzato nel 1994, nel 1996 e nel 2001, chiamato così perché fu l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella il relatore della legge nel 1993: si tratta di un sistema maggioritario con collegi uninominali, con un quarto di seggi assegnati con il proporzionale.

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Il Consultellum: che cos'è e come funziona

Quando nel 2014 la Corte costituzionale abolì parti del 'Porcellum', la legge elettorale che ne è risultata è stata poi chiamata dai giornalisti 'Consultellum', applicando il latino al termine Consulta, il palazzo dove ha sede la Corte.

Al Senato attualmente vige questo sistema proporzionale puro con soglia di sbarramento all'8%, senza premio di maggioranza e senza capilista bloccati. Per accedere alla ripartizione dei seggi i partiti devono ottenere su base regionale l'8% delle preferenze, e il 3% per le liste riunite in una coalizione che deve superare comunque il 20%. È prevista la preferenza unica. Sono previsti 20 collegi, uno per regione, più un collegio estero.

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Il Legalicum: che cos'è e come funziona

Alla Camera ora vige un sistema elettorale di tipo proporzionale, ma con un premio alla singola lista che supera il 40%. Il partito ottiene così un bonus di seggi che gli consente di arrivare a quota 340, ben oltre la maggioranza di 316 seggi. Non è prevista la possibilità per le liste di collegarsi in coalizione: il premio può andare perciò solo alla lista. I seggi sono poi ripartiti in senso proporzionale tra tutti i partiti che hanno superato la soglia del 3%.

Il sistema divide il territorio nazionale in 100 collegi a cui sono assegnati un numero di seggi da tre a nove. Le segreterie di partito scelgono i propri candidati da blindare come "capolista" a cui segue un elenco di candidati tra cui gli elettori possono affidare la propria preferenza: è consentito esprimere fino a due preferenze, per candidati di sesso diverso. Sono quindi proclamati eletti dapprima i capilista, successivamente, i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze. I capilista possono essere candidati anche in più collegi, al massimo 10, ma se eletti, dovranno affidarsi al sorteggio per individuare il collegio di elezione.

La legge Calderoli, il "porcellum"

Sia l'italicum che il consultellum, non sono mai state testate sul campo. Gli italiani alle ultime elezioni infatti si sono trovati a votare secondo i dettami della legge elettorale scritta dal senatore leghista Roberto Calderoli, il cosiddetto "Porcellum" nome ottenuto latinizzando alla bell'e meglio quello che egli stesso ebbe a definire "Una porcata". Si tratta di un sistema proporzionale corretto da un premio di maggioranza e liste bloccate utilizzato nel 2006, 2008 e 2013. Nel gennaio 2014, con sentenza n. 1/2014, la Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale parziale della legge, annullando sia il premio di maggioranza, ritenuto "distorsivo" della rappresentanza,sia le liste bloccate.

L'Italicum prima della riforma

L’Italicum prevedeva che, qualora nessuna lista avesse raggiunto la soglia del 40 per cento, si sarebbe svolto un turno di ballottaggio tra le due liste che ottenevano il maggior numero di voti. Sarebbero stati quindi attribuiti 340 seggi alla lista che risultava vincitrice dopo il ballottaggio. Di tale previsione è stata dichiarata l'illeggitimità costituzionale dalla Corte con la sentenza del 25 gennaio 2017.

I giudici costituzionali hanno riscritto parte dell'Italicum, la legge elettorale con cui Matteo Renzi voleva andare alle elezioni. Una legge pensata solo per la Camera dando per riformato il Senato con la riforma costituzionale che avrebbe dovuto abolire il bicameralismo perfetto, ed invece bocciata dalla maggioranza degli italiani.

Le maggiori critiche, oltre al "ballottaggio" cancellato poi dalla Corte, riguarda il premio di maggioranza "troppo alto" e che non garantirebbe l’indipendenza del potere legislativo dal potere esecutivo e un’adeguata rappresentatività dell’opposizione. La Consulta che ha giudicato incostituzionale il ballottaggio che avrebbe consentito anche ad un partito che ottiene il 20 per cento dei voti al primo turno di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, ha anche modificato il comma sui capilista bloccati riguardo la possibilità di scegliere il collegio di elezione.

Questa la restate parte della legge approvata dal Parlamento a maggio 2015 e che la Suprema Corte non ha ritenuto di dover modificare. Si tratta di un sistema proporzionale con premio di maggioranza che assegna 340 seggi su 630 alla lista che guadagna almeno il 40% dei voti: lo sbarramento per i partiti è al 3% e non sono previste coalizioni o apparentamenti.

NUOVA SCHEDA ELETTORALE. La riforma introduce una nuova scheda elettorale: ogni casella sarà composta dal contrassegno del partito al centro, a sinistra il nome e il cognome del capolista mentre a destra due righe per le preferenze.

CENTO COLLEGI PLURINOMINALI. Le liste dei candidati sono presentate in 20 circoscrizioni elettorali suddivise nell'insieme in 100 collegi plurinominali, fatti salvi i collegi uninominali nelle circoscrizioni Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige, per le quali verranno reintrodotti i collegi uninominali;

ELETTI ALL'ESTERO. I dodici deputati eletti nella circoscrizione estero sono eletti con lo stesso sistema attualmente vigente: il disegno di legge non interviene su questo punto.

PREMIO DI MAGGIORANZA. Sono attribuiti 340 seggi alla lista che ottiene, su base nazionale, almeno il 40 per cento dei voti validi.

SOGLIA DI SBARRAMENTO. Accedono alla ripartizione dei seggi le liste che ottengono, su base nazionale, almeno il tre per cento dei voti validi.

PARITA' DI GENERE. In ciascuna lista i candidati sono presentati in ordine alternato per sesso, i capolista dello stesso sesso non eccedono il sessanta per cento del totale in ogni circoscrizione, nessuno può essere candidato, in più collegi, neppure di altra circoscrizione, salvo i capolista nel limite di dieci collegi. L'elettore può esprimere fino a due preferenze, per candidati di sesso diverso tra quelli che non sono capolista.

VOTO STUDENTI ERASMUS. La legge dà la possibilità agli elettori temporaneamente all'estero (in particolare gli studenti Erasmus e i militari impegnati nelle missioni) di votare per corrispondenza nella Circoscrizione estero.

COLLEGI ELETTORALI. I collegi elettorali sono determinati con decreto legislativo da emanare entro cinque mesi e secondo i principi e i criteri direttivi stabiliti dall'Italicum. NORMA ANTI-FLIPPER. La norma prevede un meccanismo di ripartizione dei seggi eccedentari che tutela anche le liste minori. Nel testo approvato la lista che ha raccolto più voti (eccedentari) cede il seggio a quella più piccola dove questa ha raccolto più consensi.

STATUTO OBBLIGATORIO. Per presentare la propria lista alle elezioni sarà necessario depositare anche uno Statuto.

CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA. La nuova legge elettorale entra in vigore a decorrere dal primo luglio 2016.


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