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Condono per gli immobili del Vaticano, è giallo: "Esentati da tutti i tributi"

La Convenzione fiscale tra Italia e Vaticano prevederebbe che gli immobili di proprietà della Santa Sede siano esentati da tutti i tributi, ordinari e straordinari, presenti e futuri. Secondo alcune stime, il 20 per cento del patrimonio immobiliare italiano sarebbe in mano alla Chiesa

La Convenzione fiscale tra Italia e Vaticano sarebbe un "condono tombale".

TRASPARENZA - "La Camera sta discutendo la ratifica della Convenzione fiscale tra Italia e Vaticano, raccontata dalla maggioranza alfa-renziana come una tardiva applicazione dei Patti lateranensi e come un passo in avanti nella trasparenza e nella collaborazione per la lotta ad evasione e riciclaggio" dicono i deputati Pippo Civati e Andrea Maestri.

L'ARTICOLO - E' la norma contenuta nell'art. 6 della legge che sembra andare in tutt'altra direzione: "Il testo prevede infatti che gli immobili di proprietà della Santa Sede, elencati altrove, siano esentati da tutti i tributi, ordinari e straordinari, presenti e futuri e questa benevola esenzione si applica anche agli immobili oggetto di contenzioso tuttora pendente e non definito con sentenza passata in giudicato".

CONDONO TOMBALE - "E' un vero e proprio condono tombale, che chiude persino le cause tuttora in corso", affermano in una nota i due esponenti di "Possibile". I parlamentari chiedono al Governo di spiegare quanti e quali tributi vengono "abbonati" al Vaticano e soprattutto qual è l'entità del minor gettito fiscale "perché - spiegano - togliere dal bilancio del Comune di Roma o da quello statale ICI, IMU, TASI, TARI ecc. significa aggravare pesantemente bilanci già esangui. Dove sta l'interesse pubblico di una simile operazione partita in sordina e da noi denunciata già in occasione della conferenza alla Camera con i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi?".

CORTE DEI CONTI - "Con i potenti mezzi che il diritto parlamentare riserva ai deputati dell'opposizione - continuano i parlamentari - abbiamo depositato un ordine del giorno e un emendamento con i quali chiediamo di chiarire l'entità della posta in gioco e soprattutto assegnamo alla Corte dei Conti un fondamentale ruolo di vigilanza e monitoraggio. Fuori dal Parlamento è bene che di questa faccenda si sappia e si discuta perché riguarda temi importanti e delicati, come quello della responsabilità ed equità fiscale e quello, sempre attuale e fondamentale, della laicità".

Secondo alcune stime, il 20 per cento del patrimonio immobiliare italiano sarebbe in mano alla Chiesa cattolica.


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