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Governo, crisi lontana (per ora) ma sulla manovra lo scontro è già "totale"

Salvini contro Tria sulla manovra: "Se il ministro dell'Economia pensa di fare una manovra da robetta non sarà il nostro ministro dell’Economia". La crisi di governo non è dietro l'angolo, ma quali sarebbero in tal caso le opzioni del Quirinale per riportare il Paese alle urne?

I venti di crisi (almeno nell'immediato futuro) sono alle spalle. Ma la tensione nol governo non accenna a scemare. E' una pace armata, sancita dall'incontro di un'ora a pranzo ieri tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ma le parole del leghista, in serata, non sono quelle di chi intende abbassare i toni. Lo scontro è quotidiano. "Essere attaccato dalle opposizioni è normale. Meno normale è essere attaccato un giorno sì e uno no dagli alleati. Quello da più fastidio". Così il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, a Golasecca in provincia di Varese per la festa della Lega, nel giorno dell'incontro con il vicepremier Luigi Di Maio e dopo i botta e risposta dell'ultima settimana. "Se la squadra di governo è compatta, si va avanti, altrimenti scaldare la poltrona da ministro non è da me. E un parere lo chiederemo a voi", aggiunge, ventilando l'ipotesi del voto.

L'attacco a Tria sulla manovra è diretto: "Il ministro ha detto cose che non mi sono piaciute, ha detto che nella manovra taglieremo un po' le tasse, rispettando le regole europee. La Lega sta al governo se possiamo tagliare le tasse a tanti italiani e fare una manovra coraggiosa". "Se ce la fanno fare bene, altrimenti ce la facciamo da soli", aggiunge. E ancora: "Se il ministro dell’Economia pensa di fare una manovra da robetta non sarà il nostro ministro dell’Economia".

Poi a colloquio con i giornalisti, Salvini non si tira indietro quando si parla di elezioni anticipate: "O riusciamo a tagliare le tasse per tanti e investire tanti soldi, o se qualcuno non ha questa intenzione basta che ce lo dica chiaramente e chiediamo il parere agli italiani. Ma la manovra "da decine di miliardi"cui fa riferimento il leader leghista non pare: "Mi rifiuto di pensare ad una manovra economica piccolina, modestina, per non irritare qualcuno a Bruxelles" conclude Salvini.

Manovra, Lega: "Servono 10-12 miliardi per ridurre le tasse"

I pentastellati depotenziano la flat tax con un taglio al cuneo fiscale da 4 mld e rilanciano il principio di "progressività" come irrinunciabile. Altre bordate a Tria arrivano così dal viceministro dell'economia Massimo Garavaglia: "Quattro miliardi per ridurre le tasse sono veramente poca cosa. Bisogna andare su un ordine di grandezza decisamente più ampio" che sarebbe "almeno il triplo. Servono non meno di 10-12 miliardi per un impatto strutturale su crescita, consumi e risparmio". Lo afferma  in un'intervista al Corriere della Sera all'indomani del vertice a Palazzo Chigi con le parti sociali sulla riforma fiscale.

"La Lega è contraria a un salario minimo che aumenti i costi delle imprese - sottolinea - mentre il taglio del cuneo si può fare se si rimette mano al bonus di 80 euro di Renzi. Quella è una spesa già finanziata, che si potrebbe trasformare in una decontribuzione,magari portandola a 100 euro e cogliendo due risultati: il miglioramento dei conti, perché si ridurrebbero la spesa e la pressione fiscale, e l'aumento della busta paga".

Tria frena sulla flat tax

''Non c'è nessuna flat tax per tutto il  mondo''. ''Alcune proposte hanno una serie di detrazioni e deduzioni, insomma una finta flat tax''. In realtà ''si tratta di diminuire il  numero degli scaglioni, iniziando dal primo anno e poi, possibilmente, ridurre ancora'' negli anni successivi. Così il ministro  dell'Economia, Giovanni Tria, illustra per grandi linee la misura che  dovrebbe essere introdotta il prossimo anno. ''La scelta su quali  classi di reddito si potranno ridurre, dipende da quali tagli di spesa si faranno''.

Manovra, Conte: "Deve essere espansiva e condivisa"

La sfida resta sulle tasse. Il premier Conte annuncia per settembre una 'proposta concreta' di riforma fiscale con un taglio che 'premi lavoro e pensioni'. 'Vorrei ancora capire qual è l'idea di manovra economica per il Paese', attacca Salvini: 'Serve un forte taglio di tasse, ma se vuoi farlo devi aprire una discussione coraggiosa, non obbedire all'Europa. O tutti sono disponibili a farlo o questo è un problema'. 

"Il confronto sarà utile per scrivere una manovra che vogliamo sia espansiva nel segno della crescita e quanto più possibile condivisa". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte ai sindacati. "Sono confronti che ci torneranno utili per acquisire le vostre premure e istanze: abbiamo già fatto qualche incontro, sia con me e Di Maio che separatamente con Salvini. Va benissimo, ci si può incontrare cento volte, ma ora dobbiamo avere un pieno contraddittorio e seguire un binario che consenta a me e al ministro Tria di procedere secondo un percorso ordinato".

Le opzioni di Mattarella in caso di crisi di governo

Sul Corriere Marzio Breda sintetizza le opzioni che potrebbe avere il Quirinale in caso di crisi di governo, tra cui quella di un governo di "garanzia elettorale": "Il tempo per chiudere la manovra scade il 31 dicembre e ci sono state diverse occasioni in cui una Finanziaria è stata fatta di corsa se non in 48 ore (con Berlusconi, Monti e gli stessi gialloverdi, un anno fa). Il punto è che bisogna mandare a Bruxelles un'ipotesi di Finanziaria aderente agli impegni pluriennali presi lo scorso autunno. L'importante, per l`Unione europea e per lui, è il rispetto di quell`impegno e di quei saldi".

"E - prosegue - altro risvolto ancora: nell'eventualità di una crisi, il Colle farebbe un governo per traghettarci al voto? O sarebbe Conte a traghettarci alle urne? Restando al «non detto» di ieri, ma già maturo nelle riflessioni di Mattarella, tutto dipende da come si configura la crisi. Se avvenisse per rottura della coalizione, sarebbe inopportuno che questo esecutivo arrivasse a elezioni e si imporrebbe dunque la necessità di un governo «di garanzia elettorale» (non definibile come tecnico), senza esponenti di partito, con la sola missione di indire il voto" 

C'è infatti un precedente, quello di un governo Fanfani (Dc), che venne incaricato di portare il Paese al voto, senza altri obiettivi. E csì fu. Insomma, crisi di governo lontana, perché il Movimento 5 stelle non ha alcun interesse a tornare al voto, ma il Quirinale non si farebbe in qualsiasi caso trovare impreparato. Ampi settori del centrodestra credono alla crisi in autunno. Per Augusto Minzolini la "situazione è grave, ma non seria", scrive il Giornale, che pubblica un retroscena su Antonio Milo, ex parlamentare di Forza Italia, molto vicino a Denis Verdini, che viene indicato come uno dei pochi che in Transatlantico "ancora crede alla crisi e ad elezioni a ottobre".

Il sondaggio che fa tremare Di Maio: "Se si vota ora, il M5s rischia declino inesorabile" 


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