Politica

Il flop alle Comunali non pesa: M5s e Pd sono ancora le prime forze politiche

Se si votasse oggi il Movimento di Grillo otterrebbe il 28% delle preferenze, davanti a Renzi con il 26,5. Sull'onda delle Amministrative crescono Lega e Forza Italia

Grillo e Renzi

Nonostante il flop alle recenti elezioni comunali, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico si confermano come principali forze politiche in Italia, secondo i dati del Barometro Politico dell’Istituto Demopolis.

Se oggi i cittadini dovessero andare ai seggi sarebbe il Movimento di Grillo ad avere la meglio con il 28% delle preferenze. Un vantaggio 'risicato' sul Pd di Renzi, fermo al 26,5%. Un dato in leggera flessione rispetto ai precedenti, ma che rispecchia l'instabilità attuale che regna in queste due fazioni.

Qualcosa di più ci si poteva aspettare dai partiti del centrodestra, usciti vittoriosi nella maggior parte degli scontri avvenuti alle Amministrative. Sempre secondi i dati di Demopolis, la Lega Nord oggi otterrebbe il 13,7% dei voti, Forza Italia il 13,5% e Fratelli d'Italia il 4,8%. In uno scenario del genere soltanto un'alleanza tra Salvini, Berlusconi e la Meloni permetterebbe alla destra di avere 'peso' in Parlamento. Infatti i tre partiti insieme mostrano una crescita rispetto agli ultimi dati rilevati per Otto e Mezzo dall’Istituto diretto da Pietro Vento: a novembre la somma delle tre forze politiche arrivava al 27%, mentre oggi si attesta tra il 30 e il 32%. Le 'briciole' rimaste se le dividono Articolo 1 di Bersani con il 3,7%, Area Popolare con i Centristi icon l 3,1% e Sinistra Italiana con il 2,5%. 

A pesare su questi dati è senza dubbio la disaffezione al voto degli italiani, come confermato dal direttore di Demopolis Pietro Vento: “La lontananza dalle Istituzioni pesa sul quadro politico, come registrato anche nelle recenti Amministrative, in cui Pd e M5s hanno deluso Netto è il calo dell’affluenza: si recherebbero oggi alle urne circa 6 milioni di elettori in meno rispetto alle Politiche del 2013. E la legge elettorale in vigore, di fatto un proporzionale puro con sbarramento al 3%, non costituisce certamente un incentivo alla partecipazione”.


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