Elezioni

Berlusconi non farà nessun comizio in piazza: "Sono a rischio attentato" (Video)

L’ex premier intervistato da ‘Italia 7', farà "interventi pubblici in teatri o in palazzi dei congressi". Il vero avversario? "Bersani. Monti regala voti alla sinistra"

C’è Santoro, Bruno Vespa, Fazio, la Gruber, e ci sono le tv locali, veri barometri della geografia ristretta. Silvio Berlusconi è forse l’uomo che ne conosce meglio la forza  vista la genesi del suo impero televisivo. Prima del conflitto d’interessi, di Mediaset, dei giornali, del Milan, prima ancora, nel 1978, ci fu l’acquisto di Telemilano dall’allora fondatore Giacomo Properzj. Qui nasce, qui torna, soprattutto quando mancano una quarantina di giorni dalle urne. Nello specifico l’esclusiva l’ha strappata una televisione fiorentina, ‘Italia 7’ e ci è scappata anche la notizia. Una di quelle che in un attimo fanno il giro del Paese e sicuramente faranno discutere: “C’è una forte preoccupazione da parte di certe autorità nei miei confronti: mi hanno pregato di non fare discorso nelle piazze”. Insomma secondo quanto affermato dal Pdl ci sarebbe un pericolo di incolumità attorno alla sua persona. Tanto che ha deciso di ‘abbracciare’ pezzi di territorio circoscritti avvalendosi delle antenne di ‘periferia’.

“Lei sa – ha continuato l’ex presidente del consiglio colloquiando con il giornalista – che ci fu un tentativo di uccidermi e adesso, con l'odio che circola a piene mani, mi è stato espresso da coloro che hanno la responsabilità della mia scorta, questa preoccupazione”. Per questo, sottolinea Berlusconi nello speciale del TgT di ‘Italia 7’ che andrà in onda questa sera alle 21, “se deciderò definitivamente di recarmi nelle diverse regioni, farò interventi pubblici in teatri o in palazzi dei congressi”. Così in Toscana, così nel resto d’Italia.

TV LOCALI – L’impressione è che da qui in avanti la campagna elettorale di Berlusconi sarà cadenzata da una doppia strategia di comunicazione. I grandi palcoscenici, garantiti dai network nazionali, ed un giro per le piazze d’Italia passando per le reti locali. In questo modo, se da una parte non scivolerebbe in uno dei nodi problematici della comunicazione, la sovraesposizione, dall’altro nel collage delle emittenti più piccole, si assicurerebbe una visibilità ‘sobria’ ma puntuale.

PRESIDENZA REPUBBLICA – Dopo la sparata sulla propria incolumità Berlusconi, ancor prima di buttarsi sui temi veri e propri della campagna elettorale, ha avuto anche il tempo di sfiorare un nodo che comunque vada dovrà essere affrontato poco dopo l’insediamento delle due camere, l’elezione del Capo dello Stato: “Se verrà a noi la maggioranza capace di eleggere il presidente della Repubblica – continua – spero si possa trovare con la sinistra un accordo su una persona che anche in partenza possa essere sentito come presidente di tutti gli italiani”. E in mente del Cavaliere ci sarebbe anche una figura super partes: “Ho in mente un nome che so certamente essere molto stimato dalla sinistra”. Un volto, per adesso, senza nome. Il tempo dei nomi, su un tema così delicato, è sempre sconsigliabile a ridosso del voto.

BERSANI – Il discorso poi è virato sullo scacchiere politico schieratosi in campo in vista delle urne. A cominciare da quello che Berlusconi considera il nemico numero uno, il segretario del Pd: “Il nostro avversario è il Pd e la sua coalizione con Vendola, quindi l'avversario è Pierluigi Bersani”. Unico avversario con una certa credibilità istituzionale, tanto che  si rivolge direttamente all’elettorato avverso incitando coloro “che pensano che la sinistra sia un bene per il Paese” a votare “direttamente il Pd” e non i suoi “alleati”. Atto di cavalleria versa Bersani? Mica tanto. L’affondo infatti riguarda direttamente i “tre partiti di centro, Fini, Casini e Monti, che hanno come funzione solo quella di togliere voti alla grande casa dei moderati per regalarli alla sinistra”.

E’ evidente che, nel gioco delle parti, il vero nemico di Berlusconi sia Monti. La paura del Cavaliere è quella che le urne conferiscano a Monti la leadership dei moderati, il vero serbatoio elettorale del centro-destra. Tradotto: se sconfitta dovesse essere, la speranza è quella che Pdl e Lega restino la seconda forza del Paese. Sia in caso di vittoria alla Camera e al Senato del centro-sinistra, sia nel caso che la Repubblica sterzi, ipotesi concreta vista la situazione al Senato, verso una nuova esperienza tecnica.

RENZI – E durante nell’intervista c’è stato il tempo anche di soffermarsi su un pupillo dell’ex premier, Matteo Renzi. E, come ha abituato gli italiani, lo ha fatto con termini lusinghieri. Il sindaco di Firenze, anche se sconfitto nelle primarie, non “è un vicolo cieco”. È un personaggio – ha continuato – dotato di talento comunicativo, e il ruolo di sindaco gli dà esperienza amministrativa”. “Spero che quello che non è successo oggi, possa succedere dopodomani, non certamente domani. Il Pdl avrebbe certamente la possibilità di collaborare con un partito socialdemocratico, come avviene in altri parti d’Europa con la famiglia del Ppe”.

UN ESTRATTO DELL'INTERVISTA SU 'ITALIA 7'


Allegati

Si parla di