Politica

Presidente della Repubblica, ecco il successore di Napolitano: "Suo figlio"

Impazza il toto Quirinale e tra i nomi ne spunta uno che fa più rumore degli altri: quello di Giulio Napolitano, figlio di Giorgio. Il "principe ereditario" sembra avere tutte le carte in regola per puntare prima o poi al Colle

ROMA - Al Quirinale c'è già arrivato. E, coincidenza, c'è arrivato proprio mentre papà preparava il discorso per l'addio. Passaggio di testimone? Messaggio "subliminale"? Qualcuno è pronto a giurarci. E' pronto a scommettere che il successore di Giorgio Napolitano, il presidente del consiglio dimissionario, sarà suo figlio Giulio. Da Giorgio a Giulio. Da un Napolitano a un altro Napolitano. 

A lanciare la clamorosa indiscrezione nel toto Quirinale è il quotidiano "Il Giornale", che traccia un profilo di quello che negli ambienti di governo è considerato un principe ereditario. "In bella vista nella foto dietro al padre mentre prepara il discorso di fine anno, Napolitano jr è da tempo un habitué dei Palazzi del potere romano", scrive il giornale. 

Ma non solo potere, perché gli interessi, e gli impegni professionali, del giovane Giulio - quarantacinque anni - sono vari. E' professore a Roma Tre, definita l'"università dei Ds", a lungo guidata dal rettore Guido Fabiani, per coincidenza marito della sorella di Clio Napolitano. E ancora, vanta numerose consulenze: "Dalla giunta Veltroni al Coni - ricorda il quotidiano - passando per la Federcalcio, l'Agcom, nonché la fondazione di Enrico Letta, poi chiamato dal padre a Palazzo Chigi". 

Al suo fianco, quasi inseparabile, un avvocato della capitale, anche lui docente a Roma Tre. E anche lui non solo. Perché tra i lavori del legale, sottolinea "Il Giornale", compare già anche un impegno di governo: fu, infatti, sottosegretario del governo Monti, anche quello voluto da Re Giorgio. 

La strada tracciata, insomma, sembra buona. E la corsa al Colle non sembra affatto un'eresia. Al momento c'è un solo problema: Napolitano jr ha solo quarantacinque anni, cinque in meno di quelli necessari per diventare presidente della Repubblica. Ma dalla prossima legislatura, probabilmente, anche questo sarà un problema superato. 


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