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Dall'impeachment a Cottarelli, FAQ della crisi

In questo breviario raccogliamo le parole chiavi per comprendere la crisi politica e istituzionale che si è poi tramutata anche in una crisi della fiducia e a cascata una crisi del debito sovrano italiano con l'aumento dello spread ai livelli preoccupanti

Il logo del Quirinale nella Loggia d'Onore, Roma, 29 maggio 2018. Il premier incaricato Carlo Cottarelli ha riferito al presidente della Repubblica lo stato della situazione e si rivedranno domani mattina. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Dopo il voto del 4 marzo, come nel gioco dell'oca, siamo più volte tornati al punto di partenza: nessun partito è riuscito a dare vita a un nuovo esecutivo e siamo passati dai pre-incarichi ai presidenti di Senato prima e Camera poi per esaminare la possibilità di una maggioranza tra Movimento 5 stelle e centrodestra e Movimento 5 stelle e PD, fino all'incarico fallito a Giuseppe Conte e alla chiamata al Colle di Carlo Cottarelli.

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Capire cosa sta succedendo aiuta anche a capire dove stiamo andando in vista anche delle prossime elezioni per aiutare gli italiani a fare la tara su programmi e proposte che i partiti politici vorranno presentare. 

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Come siamo arrivati a questa situazione? L'esito delle elezioni del 4 marzo non ha consentito la formazione di un governo sostenuto da una maggioranza certa.

Dalle elezioni all'impeachment

Il Pd sconfitto ottiene il 18,7%, ma il centrodestra si ferma al 37%. Il Movimento 5 stelle è il primo partito ma il 32,7% dei consensi non gli consente di ottenere una maggioranza autonoma. La XVIII legislatura può però iniziare grazie ad un accordo tra M5S e Centrodestra: vengono eletti i presidenti di Camera e Senato: sono Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. I due round di consultazioni di Mattarella finiscono con una fumata nera. Il dialogo di Di Maio aperto inizialmente con il Partito Democratico si sposta su un'apertura alla Lega e a Salvini. Quando il Capo dello Stato avanza l'ipotesi di un governo neutrale "di garanzia" Di Maio e Salvini fanno un passo indietro sulla premiership e raggiungono un'intesa. Nasce il contratto tra Lega e 5 stelle con un programma di governo che non manca di sollevare critiche, soprattutto per i capitoli Europa e debito pubblico.

L'analisi: Spread e borse, così l'Italia ha prestato il fianco agli speculatori

Di Maio esulta: "Sta per partire la Terza Repubblica" ma il professor Giuseppe Conte proposto come premier di sintesi, e soprattutto il nome dell'economista euroscettico Paolo Savona indicato come ministro al Tesoro non convincono il Quirinale che mette il veto portando Conte a rimettere il mandato nelle mani di Mattarella.

Il veto del Colle scatena la reazione del Movimento 5 stelle che, seguendo una provocazione di Giorgia Meloni, chiede alla Lega di votare una mozione di impeachment, ovvero di messa sotto accusa, del presidente della Repubblica. Dopo 48 ore di fuoco è lo stesso Di Maio ad archiviare la questione: Salvini ha deciso di non seguire l'attacco istituzionale al Colle e l'impeachment è definitivamente archiviato come spiegato da Di Maio in un comizio in piazza a Napoli.

Salvini in piazza per chiedere l'elezione diretta del presidente della Repubblica

Che cosa succede ora?

Quelli che seguiranno saranno giorni decisivi per il governo: se l'ex commissario alla spending review Cottarelli riuscirà a formare il suo esecutivo, il nuovo governo entrerà in carica per l'approvazione della legge di Bilancio 2019. Raggiunto questo obiettivo, il Parlamento verrebbe sciolto e gli italiani verrebbero chiamati alle urne a inizio 2019. Senza fiducia, invece, come sembra probabile, visto il no annunciato da 5 Stelle, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, il governo sarebbe costretto a dimettersi e rimanere in carica per la gestione dell'ordinaria amministrazione. A quel punto le elezioni si terrebbero dopo l'estate.

Chi è Carlo Cottarelli e cosa deve fare

Un premier balneare: il senso del suo governo di emergenza lo ha chiarito lo stesso presidente del consiglio incaricato Carlo Cottarelli appena uscito dalle consultazioni con il capo dello Stato Sergio Mattarella: "Un governo da me guidato - spiega Cottarelli- assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici".

Chi è Cottarelli, l'economista anti deficit

Dopo il veto all'economista euroscettico Paolo Savona e il fallimento del tentativo di dar inizio al Governo del Cambiamento, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato al Quirinale il "rigidissimo" economista Carlo Cottarelli per affidargli l'incarico di formare un nuovo governo che plachi i timori dei mercati.

Mister forbici come già soprannominato Cottarelli, è noto per auspicare un rigidissimo controllo della spesa pubblica. La stella polare il contenimento del deficit di bilancio e il rientro del debito pubblico. Dopo le anticipazioni del contratto di governo tra m5s e Lega l'osservatorio di Cottarelli aveva pubblicato un rigorosissimo allert sui rischi di sforamento dei limiti di spesa per via delle iniziative annunciate, reddito di cittadinanza, flat tax e riforma delle pensioni in primis. Cottarelli ha evidenziato come i programmi di Salvini e Di Maio contenessero misure che l'Italia non poteva permettersi.

Cottarelli è un uomo del Pd?

No, Cottarelli non ha legami diretti con il partito democratico, anzi. Se nel novembre 2013 è stato nominato dal Governo Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica è stato defenestrato dal suo incarico di commissario dal Governo Renzi che lo nomina nel 2014 come direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale.

Che governo sarà quello di Cottarelli?

Diverse le sfide che attendono il nuovo esecutivo. Dalle questioni economiche, come la tenuta dei conti pubblici, l'approvazione della legge di Bilancio, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, al capitolo nomine (tra cui quelle di due aziende di peso come Cassa Depositi e Prestiti e Rai).

Evitare l'aumento dell'Iva è la sfida principale per il prossimo esecutivo: sull'Italia (e sugli italiani) pende infatti la spada delle clausole di salvaguardia, la cui sterilizzazione non è ancora stata scongiurata. Se dovessero scattare le clausole di salvaguardia, oltre al conseguente aggravio per i bilanci delle famiglie e un calo dei consumi, si verificherebbe un effetto depressivo sulla produzione e un peggioramento dei livelli occupazionali.

Per evitare l'aumento dell'Iva il prossimo governo dovrà trovare 12,5 miliardi di euro per il 2019 e 19,1 miliardi di euro per il 2020.

Ma l'Iva non è l'unico fronte caldo sul quale potrebbe confrontarsi il premier incaricato. Tra i dossier che il governo guidato da Carlo Cottarelli potrebbe trovarsi sul tavolo spiccano quello delle nomine (tra cui quelle di due aziende di peso come Cassa Depositi e Prestiti e Rai), la presentazione della legge di Bilancio e le vicende in sospeso di Alitalia e Ilva.

Le pensioni verranno toccate dal nuovo governo?

Sul fronte delle pensioni, vero e proprio cavallo di battaglia elettorale, senza un governo politico non ci dovrebbero essere modifiche alla riforma Fornero attuata dal governo Monti. Così stando le cose il sistema previdenziale non dovrebbe subire scossoni. Lo stesso Cottarelli era stato chiaro: "L'Italia non può permettersi un processo di revisione del sistema pensionistico". 

Un'affermazione su cui è ritornato anche il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.  "Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica".

Quando ci saranno le elezioni?

In tutta questa crisi c'è una sola certezza: entro pochi mesi gli italiani torneranno a votare, quando? Tutto dipenderà dal consenso che il premier incaricato Cottarelli riuscirà ad assicurare al nascente esecutivo.

I sondaggi: al voto "cappotto" Lega - 5 stelle

Se i gruppi parlamentari di Camera e Senato non assicureranno la fiducia a Cottarelli il governo resterà in carica solo per il disbrigo degli affari correnti fino alle elezioni: il Quirinale si è già impegnato a sciogliere le Camere per mandare l'Italia al voto a settembre o ottobre. 

Elezioni, ultimi sondaggi: che governo sarà

Se gli italiani saranno chiamati al voto dopo l'estate, il rischio di replicare gli scenari del 4 marzo appare concreto. Se i rapporti di forza tra i partiti non subiranno uno scossone rispetto alle ultime elezioni, a meno di modifiche al Rosatellum bis - la legge elettorale attualmente in vigore - nessuna forza politica godrebbe della governabilità. A quel punto le incognite sarebbero tantissime.

È possibile cambiare la legge elettorale?

Per correggere il Rosatellum bis sono state avanzate diverse proposte, a partire dal centrodestra. Matteo Salvini, nelle ultime ore è tornato a invocare un cambiamento della legge: "Il Parlamento ha il dovere di cambiare legge elettorale - ha detto il leader leghista - chi prende un voto in più ha diritto a governare".

Alle elezioni possibile un'alleanza M5s - Lega?

Anche se è presto per fare pronostici, c'è da scommettere che il rebus coalizioni sarà uno dei tormentoni dei prossimi mesi. Chi si alleerà con chi? Alla luce dei recenti sviluppi politici non è escluso che 5 stelle e Lega si presentino uniti alle urne.

Salvini non si sbilancia, glissando sull'ipotesi di un'alleanza col M5S. "Vedremo" ha detto ieri a Barbara D'Urso, spiegando di essere "partito con diffidenza" con i grillini ma di essersi poi ricreduto.

Alleanza Salvini e Di Maio: "Faremo realizzare il nostro contratto di governo"

"Ho visto persone serie, disposte ad ascoltare e cambiare idea - ha ammesso Salvini -. Se poi questa diventerà un'alleanza di governo lo vedremo nelle prossime settimane, sicuramente siamo persone libere e senza ricatti". Berlusconi, invece non ha dubbi. Per il Cav, l'alleanza Fi-Lega-Fdi deve rimanere salda.''Alle prossime elezioni'' ha fatto sapere in una nota, non c'è ''altra soluzione che quella di una coalizione di centrodestra unita''.

Che cos'è il Fronte Repubblicano?

L'attacco diretto al presidente della Repubblica dopo il veto a Paolo Savona, ha cambiato tutto. L'occasione fa l'uomo ghiotto, così nell'incartarsi della crisi istituzionale ed in vista delle elezioni, il Pd esce dal silenzio e prova a rifare l'Ulivo cucendosi addosso il mantello di difensore delle istituzioni (quand'anche di salvatore della patria contro l'incubo spread) rilanciando l'idea di un "Fronte repubblicano" per sfidare le idee populiste di quello che i "dem" hanno identificato come principale contraltare: l'allenza Lega-pentastellata che - se non già elettorale - potrebbe riproporsi come coalizione di governo dopo le urne. Qui lo spieghiamo in breve.

Davvero l'Italia può uscire dall'Euro?

L'appartenenza all'Unione Europea e soprattutto l'adesione all'Euro sono per l'Italia due condizioni irreversibili? Sarà questo un tema su cui si concentrà parte della prossima campagna elettorale. I partiti antisistema Movimento 5 stelle e Lega hanno più volte in passato sottolineato la possibilità - quant'anche l'opportunità - di uscire dal meccanismo della moneta unica o quantomeno di rivedere i trattati che vincolano l'Italia al rispetto alle regole comunitarie. 

Euro, fuori o dentro: Italia spaccata

Sul tema della giurisprudenza comunitaria la corte costituzionale si è espressa in più di una occasione sancendo alcuni limitazioni alle possibilità di rottura dei vincoli di appartenenza che, vale la pena ricordarlo, non è un tema che la costituzione attribuisce alla possibilità di una consultazione referendaria.

Ma cosa provocherebbe l'uscita dall'Euro in un Paese come l'Italia? Secondo l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi, "avremmo una svalutazione immediata ed enorme, e pagheremmo i beni d’importazione in modo elevatissimo con il conseguente rialzo del costo della vita".

Uscire dall'euro: perché no | "Torniamo alla Lira", vantaggi e svantaggi

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia sottolinea come ''Europa ed euro sono per l'Italia due condizioni irreversibili e qualsiasi ipotesi di uscita dalla moneta unica e determinerebbe ''la fine dell'Italia in termini economici''.

Che significa impeachment?

Cosa dice l'articolo 90 della Costituzione

Quali sono i Deputati e Senatori della XVIII legislatura

Che significa impeachment?

Quella che molti chiamano "richiesta di impeachment" - anche se nell'ordinamento italiano non esiste tale termine - è la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica: essa è ammissibile solo in casi tassativamente previsti. Inoltre occorre che venga prima votata da parte del Parlamento che deve poi lasciare la decisione finale alla Corte Costituzionale.

Cosa dice l'articolo 90 della Costituzione

Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.

Il Presidente dunque può essere messo in stato di accusa solo in caso di alto tradimento (se viola il giuramento di fedeltà alla Repubblica) o di attentato alla Costituzione (cioè una condotta volta a sovvertire le istituzioni costituzionali oppure a violare la Carta costituzionale).

Impeachment, come funziona la messa in stato d'accusa

La Costituzione disciplina come la procedura di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica nei fatti, è prevista solo per i reati di 'alto tradimento' (ad esempio la diffusione di segreti di Stato o, in tempi di guerra, l'accordo con Stati esteri nemici) oppure, ed è il caso del documento presentato dai Movimento 5 stelle, per 'attentato alla Costituzione' (quando, cioè, si verifichi una violazione delle norme costituzionali tale da stravolgere i caratteri essenziali dell'ordinamento al fine di sovvertirlo con metodi non consentiti dalla Costituzione stessa).

L'ammissibilità di questa messa in stato d'accusa è una prerogativa esclusiva del Parlamento che riunisce d'urgenza un comitato di deputati e senatori scelti tra i componenti delle rispettive giunte di Camera e Senato competenti per le autorizzazioni a procedere. Se le accuse non vengono archiviate vengono sottoposte al Parlamento in seduta comune.

Per dare corso all'iter serve la maggioranza assoluta dei componenti del Parlamento ovvero 477 voti.

In caso di voto favorevole la Costituzione (agli articoli 134 e 135) prevede che sia un organo terzo e indipendente ad avere la responsabilità della decisione finale: la Corte Costituzionale, con una composizione differente rispetto alla generalità dei casi. Ai 15 componenti cosiddetti 'togati', che formano la Corte propriamente eletta, si aggiungono altri 16 membri estratti a sorte dallo speciale 'elenco di cittadini aventi i requisiti per l’eleggibilità a Senatore', che il Parlamento compila ogni nove anni mediante elezione con le stesse modalità stabilite per la nomina dei giudici costituzionali ordinari (in seduta comune e a maggioranza dei 2/3 dei componenti). Ai 31 'giudici' si aggregano i cosiddetti 'Commissari d’accusa' (uno o più di uno) eletti dal Parlamento, tra i propri membri, per sostenere le accuse a carico del Presidente della Repubblica.

Il processo vero e proprio, si svolge come un classico procedimento penale (con udienze, testimonianze, interrogatori, dibattimento) al termine del quale la Consulta emette una sentenza con cui dichiara la destituzione del Presidente oppure lo assolve dai capi d'accusa.

Nella storia repubblicana nessun Presidente è mai stato formalmente messo in stato d'accusa ma nel 1978, quando Giovanni Leone si dimise dopo l'annuncio del Pci di voler avviare la procedura d'impeachment per lo scandalo Lockheed, e nel 1992, quando il Pds dichiarò di voler chiedere lo stato d’accusa per Francesco Cossiga (per aver snaturato il ruolo di Presidente), il quale però si dimise poche settimane prima della scadenza del mandato.

Deputati e Senatori della XVIII legislatura

Gruppi parlamentari al Senato

Forza Italia Berlusconi Presidente 61
Fratelli d'Italia 18
Lega-Salvini Premier 58
Movimento 5 Stelle 109
Partito Democratico 52
Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) 8
Misto 12
Totale 318

I 5S sono infatti il gruppo più numeroso anche al Senato con 109 membri: seguono Forza Italia con 61, Lega con 58, Pd con 52, Fratelli d'Italia con 18, Autonomie con 8, Misto (con LeU) con 12. Occorre poi aggiungere i senatori a vita Renzo Piano e Carlo Rubbia e il totale è 320 senatori (vale a dire 314 eletti più cinque senatori a vita e l'ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano).

Gruppi parlamentari alla Camera

FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 104
FRATELLI D'ITALIA 32
LEGA - SALVINI PREMIER 125
MOVIMENTO 5 STELLE 222
PARTITO DEMOCRATICO 111
MISTO 36
Deputati non iscritti ad alcuna componente 36
Totale 630

I deputati 5 stelle alla Camera rappresentano il gruppo più numeroso con 222 membri, seguito dalla Lega con 124 e dal Pd con 111. Solo quarta Forza Italia con 105 deputati, quindi Fratelli d'Italia 32, il Misto con 21 e Liberi e Uguali 14.

Elenco completo Deputati

Schede dei Deputati per lettera alfabetica
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Elenco completo Senatori

Schede dei Senatori per lettera alfabetica
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