Politica

Le Iene accusano, il sottosegretario Rossi lascia il Governo

"Ho dato mandato a uno studio legale - afferma il sottosegretario - al fine di tutelare l'immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali". Boldrini: "inaccettabile"

"Sono accuse infondate e lesive della mia persona quelle che mi sono state rivolte nel servizio della trasmissione televisiva 'Le Iene'. Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione". Ad affermarlo è il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, annunciando di aver deciso di rimettere le deleghe conferitegli dal ministro "al fine di non coinvolgere l'amministrazione che rappresento e per svolgere ogni azione in piena liberta' e con maggiore serenità".

"Mio figlio - spiega Rossi - ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l'assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione. Con questa iniziativa voglio fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate: le spese relative ai collaboratori sono rendicontate, e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l'impiegato e viene retribuito".

"Ho dato mandato a uno studio legale - conclude il sottosegretario - al fine di tutelare l'immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali".

Durante il programma televisivo Le Iene, nella puntata andata in onda il 1 ottobre, Filippo Roma, nel corso del servizio televisivo realizzato con Marco Occhipinti, ha denunciato come il signor Fabrizio Rossi lavorerebbe presso un ufficio del padre, l'onorevole Domenico Rossi (Democrazia Solidale - Centro Democratico e membro della Commissione Difesa alla Camera) situato nei pressi della propria abitazione.

Inoltre nel servizio una ex assistente di un parlamentare racconta di aver lavorato in nero, senza un contratto e senza neppure aver percepito uno stipendio.

Boldrini: "Fatti emersi da servizio "Iene" inaccettabili"

"La situazione messa in evidenza dal servizio trasmesso domenica sera dalle 'Iene' è inaccettabile. La violazione dei diritti di un lavoratore o di una lavoratrice è grave sempre, ma lo è ancor più se a rendersene responsabile è chi siede in Parlamento ed è tenuto ad esercitare la sua funzione 'con disciplina e onore', come stabilisce la Costituzione". Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini.

"I comportamenti dei due deputati, qualora risultasse confermata la ricostruzione proposta dalla trasmissione televisiva, - aggiunge la Boldrini - getterebbero pesante discredito su tanti altri loro colleghi che invece agiscono in maniera corretta e su un'istituzione che è impegnata in una azione di cambiamento, sobrietà, trasparenza. Ma la vicenda ripropone anche la necessità di una differente regolamentazione dei rapporti economici tra i deputati e i collaboratori parlamentari. Attualmente è il singolo deputato che provvede a retribuire chi collabora con lui, ma più trasparente sarebbe un rapporto nel quale fosse la Camera ad erogare il compenso in presenza di un contratto regolarmente registrato. È quello che da tempo, giustamente, chiede l`Associazione che rappresenta questi lavoratori e lavoratrici.
Quando li ho incontrati ho apprezzato le loro proposte, ma non ho riscontrato tra i gruppi il consenso necessario per giungere a una decisione, trattandosi di una materia sulla quale deve deliberare l'Ufficio di Presidenza".

"Chiederò dunque al Collegio dei Questori - conclude la Boldrini - una approfondita ricostruzione dell`accaduto, per valutare eventuali iniziative da assumere sia sulla specifica vicenda, sia in merito a una diversa regolamentazione di tutta la materia".


Si parla di