Politica

La legge elettorale cambia ancora: ecco la riforma in 13 click

Tiene l'accordo Pd-M5s-Fi-Lega: il testo sarà in aula alla Camera martedì. Saltano i capilista bloccati, non ci sarà la possibilità del voto disgiunto né quella di candidature plurime

Pd-Fi- M5s e Lega hanno raggiunto un accordo per ulteriori modifiche che saranno votate in commissione Affari costituzionali della Camera. Come spiega il capogruppo dem Ettore Rosato, “i quattro principali partiti hanno lavorato ad un’intesa che ha portato ad una serie di modifiche” che saranno votate tramite singoli emendamenti, già depositati, senza ricorrere a un nuovo emendamento del relatore.

Saltano i capilista bloccati. Rosato spiega come in ogni circoscrizione saranno eletti prima i vincitori dei collegi, poi i nomi inseriti nel listino proporzionale che saranno da un minimo di 2 a un massimo di 6.

Non ci sarà la possibilità del voto disgiunto né quella di candidature plurime. Come viene spiegato da Rosato si voterà con una scheda per la Camera e una per il Senato, dove bisognerà apporre una sola X sul simbolo del partito. Le circoscrizioni scendono a 28 perchè viene tolta quella del Veneto.

Parità di genere con le quote 40-60% nei capilista della quota proporzionale. Si andrà poi incontro ad una richiesta dei piccoli partiti che superano il 5% ma non vincono in nessun collegio: “Sarà eletto il miglior perdente, prima di scorrere il listino proporzionale”. Inoltre sarà abbassato il numero delle firme necessarie per la presentazione delle liste e le norme saranno semplificate.

La prima parte della maratona ha confermato la solidità dell’intesa politica fra le quattro maggiori forze rappresentate in Parlamento, con il no compatto di Pd-M5s-Fi-Lega alle richieste di modifiche di Ap, Mdp, Si e delle altre forze centriste che hanno tentato senza esito fino all’ultimo di cambiare la soglia di sbarramento del 5%, introdurre le preferenze, consentire il voto disgiunto, prevedere due schede anzichè una, consentire una maggiore quantità di candidature plurime, respongere premi di governabilità di lista, bocciare la riduzione dei collegi a quelli Senato del Mattarellum che consentirà di poter votare anche il giorno dopo l’approvazione della nuova legge non dovendo più ridisegnarli.

Ecco la nuova legge elettorale per il Parlamento italiano targata Pd, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega riassunta in 13 click.

SOGLIA DI SBARRAMENTO AL 5% NAZIONALE

Sono eletti in Parlamento solo deputati e senatori collegati sulla scheda a liste di candidati che superino il 5% nazionale di consenso.

UN SOLO VOTO, UNA SOLA SCHEDA, UNA SOLA CROCE

L’elettore italiano riceverà due schede: una per votare alla Camera e una al Senato. Su ciascuna di esse dovrà mettere una sola croce che attribuirà al contempo il voto per il candidato nel collegio uninominale e per la lista proporzioinale con il suo stesso simbolo.

60% PROPORZIONALE E 40% MAGGIORITARIO

La nuova legge elettorale è per il 60% proporzionale e per il 40% maggioritaria.

60% CANDIDATI UOMINI E 40% DONNE IN COLLEGI,ALTERNANZA IN LISTE

Ogni forza politica dovrà presentare nei collegi uninominali non meno del 40% di candidature femminili. Nelle liste bloccate per l’elezione con la proporziale si dovranno alternare candidati donne e uomini.

232 COLLEGI UNINOMINALI ALLA CAMERA, 112 AL SENATO

Alla Camera i collegi uninominali assegnati con il maggioritario saranno 232 (1 in Val d’Aosta e 6 in Trentino Alto Adige previsti da norma ad hoc + 225 in palio nelle altre Regioni secondo la rispettiva popolazione). Al Senato saranno 112.

398 SEGGI CAMERA E 203 SENATO ASSEGNATI CON LA PROPORZIONALE

I seggi che saranno asegnati con la proporzionale saranno 398 alla Camera e 203 al Senato.

28 CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI PER ASSEGNARE SEGGI PROPORZIONALI

L’Italia viene suddivisa in 28 circoscrizioni elettorali per l’assegnazione dei seggi della quota proporzionale.

LISTE DA 2 A 6 CANDIDATI NELLE CIRCOSCRIZIONI PROPORZIONALI

I candidati nella quota proporzionale nelle 28 circoscrizioni territoriali saranno indicati dai partiti in liste che possono avere un minimo di 2 e un massimo di 6 candidati.

CHI VINCE LA SFIDA NEL COLLEGIO ENTRA IN PARLAMENTO

Nei collegi vince il candidato che prende più voti. Chi vince nei collegi è sempre eletto in Parlamento, alla sola condizione che la lista di partito a cui è collegato abbia superato lo sbarramento del 5%.

CAPILISTA UN PO’ MENO BLOCCATI, ENTRANO DOPO VINCITORI COLLEGI

Chi vince nei collegi entra in Parlamento con priorità rispetto a tutti i candidati del suo stesso partito indicati nella lista proporzionale. Solo dopo l’assegnazione dei seggi ai vincitiori nei collegi uninominali infatti saranno assegnati i seggi ai candidati nella proporzionale. Si seguirà l’ordine di candidatura in lista. I capilista saranno dunque i primi a entrare dopo i vincitori nei collegi.

CANDIDATURE PLURIME NO,POSSIBILE UN SOLO INCROCIO COLLEGI-LISTE

Ci si potrà candidare in contemporanea solo in non più di un collegio maggioritario e una lista proporzionale.

ELETTI I PRIMI SCONFITTI NEI COLLEGI PER CHI NON VINCE NESSUNO

Se una lista che supera il 5% non vince nessun collegio il primo a entrare in Parlamento sarà il meglio piazzato fra i non eletti e non i capilista.

MENO FIRME E MENO BUROCRAZIA PER PRESENTARE LE CANDIDATURE

Viene semplificata la procedura per presentare le candidature al Parlamento e ridotto il numero di firme necessarie presentarle.


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