Politica

Il dl liberalizzazioni è legge ma lo scontro non si attenua

Il Governo: "Obiettivo è la crescita". Farmacie in serrata il 29 marzo contro il decreto passato ieri alla Camera. Ma il Garante boccia lo sciopero.

Passato ieri a larga maggioranza alla Camera il decreto sulle liberalizzazioni, non si placano le polemiche sulla mancanza di una parte delle coperture economiche. Per questo il Governo è costretto a rassicurare in una nota ufficiale sull'adeguata copertura. Il tutto mentre il premier Monti si dice "molto soddisfatto" dell'andamento di quello che è uno dei punti principali dell agenda di Governo.

Cresci Italia - Il Governo si è detto, in una nota ufficiale, "preparato all'opposizione dei tanti gruppi di interesse, titolari di rendite di posizione non più giustificabili nè salvaguardabili". La preoccupazione di Palazzo Chigi era unicamente quella "di comporre" e non di contenere "le opposizioni all'interno di un quadro di soluzioni condivise. Per questo si è scelto di seguire la linea del dialogo, nella piena e costante fiducia verso il Parlamento". Obiettivi del decreto "Cresci Italia" erano "la crescita" stabilendo "confizioni favorevoli agli investimenti interni e internaizoni attraverso l'eliminazione dei vincoli burocratici che ostacolano l'avvio e lo sviluppo delle attività di impresa, l'apertura alla concorrenza nel settore dei trasporti e il rilancio del fronte infrastrutturale", e il "miglioramento delle condizioni economiche dei cittadini". 

Garanzie sulle copertura - Il Governo assicura poi che non ci saranno "effetti finanziari negativi" in relazione ai cinque punti del decreto sui quali la Ragioneria generale dello Stato ha rilevato mancanza di adeguata copertura

Farmacisti in sciopero - In risposta al decreto, Federfarma ha proclamato una giornata di chiusura delle farmacie per il prossimo 29 marzo e ha convocato l'Assemblea nazionale. "Il ministero della Salute - spiegano i farmacisti - ha diramato un parere interpretativo su alcuni aspetti dell'art.11 del dl sulle liberalizzazioni, in vista dell'entrata in vigore della legge di conversione. Tale parere contiene varie forzature e incongruenze che stravolgono la volontà del Parlamento e che avranno un impatto negativo sul servizio farmaceutico". Per Federfarma "la forzatura più grave e di impatto immediato è che, secondo il ministero, tutti i titolari di farmacia che al momento dell'entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di età dovranno nominare un farmacista direttore. Sempre secondo il ministero, in caso di non ottemperanza la farmacia dovrà essere chiusa. Tale interpretazione ignora le osservazioni delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, tendenti ad "evitare che si creino ostacoli al corretto svolgimento del servizio farmaceutico, controversie e contenziosi" e non tiene conto della lettura data dai Servizi studi di Camera e Senato sulla quale si è basato il voto dei parlamentari". Per questo Federfarma chiede di rivedere il decreto, altrimenti "'interpretazione del ministero colpirà nel giro di pochissimi giorni più di un milione di cittadini, a cominciare da tutti coloro che risiedono nelle migliaia dei piccoli Comuni i cui titolari di farmacia, se ultra 65enni, non potranno certamente permettersi di assumere e retribuire un farmacista direttore. Si tratta, con ogni evidenza, di farmacie a basso reddito, gestite già oggi dal solo farmacista titolare perché non in grado di assumere nemmeno un collaboratore. È un vero e proprio esproprio ai danni di professionisti che rappresentano l'anello più debole della filiera".

Sciopero bocciato dal garante -  Roberto Alesse, garante degli scioperi nei servizi pubblici essenziali, ha bocciato lo sciopero indetto da Federfarma spiegando che "la chiusura delle farmacie non è attuabile perchè viola l'obbligo di preavviso", fissato dalla legge in dieci giorni. Dura la risposta della presidente di Federfarma Annarosa Racca: "siamo costretti a non rispettare il preavviso perché il rischio, superata l'obbligatoria pausa pasquale, è di trovare le farmacie già chiuse a causa di una circolare errata".


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