Politica

Elezioni, respinta la lista di Marco Cappato: "Faremo ricorso"

Sulle firme digitali "c’è la presenza di un buco nel testo di legge vigente", ha dichiarato il costituzionalista Alfonso Celotto

Marco Cappato (Foto Ansa)

"Referendum e Democrazia" è stata esclusa dalle elezioni del 25 settembre dalle Corti d'Appello dove sono state presentate le firme digitali a sostegno delle candidature. Lo ha reso noto il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni nonché leader della lista, Marco Cappato, annunciando il ricorso.

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Referendum e Democrazia esclusa dalle elezioni del 25 settembre

"Le Corti d'Appello dove ieri sono state depositate le firme digitali a sostegno delle candidature della lista Referendum e Democrazia hanno deciso di escludere la nostra presenza alle elezioni del 25 settembre", ha dichiarato Marco Cappato non appena appresa la notizia. "Il diniego di oggi non ci farà desistere, nelle prossime 48 ore – prosegue Cappato - predisporremo i ricorsi urgenti affinché si adegui lo strumento digitale alle farraginose, quanto poco sicure o trasparenti, modalità di raccolta firme cartacee per la presentazione delle candidature per le elezioni politiche".

Il leader della lista spiega che "le motivazioni differiscono ma, in tutte le circoscrizioni, non si è tenuto conto delle modificazioni legislative sopravvenute dall'adozione delle legge elettorale e dall'introduzione della firma digitale certificata per sottoscrivere documenti ufficiali". In particolare, "si sono interpretate restrittivamente norme datate senza tenere di conto del progressivo ampliamenti dell'uso della sottoscrizione digitale nonché il precedente del milione di firme online raccolte l'estate scorsa a sostegno dei referendum eutanasia e cannabis ritenute valide dalla Cassazione".

Il problema delle firme digitali

Proprio oggi Cappato durante il talk show politico Omnibus su La7 aveva detto: “Per la prima volta nella storia della democrazia ieri abbiamo depositato, nelle circoscrizioni in cui siamo riusciti a raggiungere il quorum, le pennette digitali con le firme raccolte in modalità digitale. Attendiamo il responso circa la loro validità, altrimenti ricorreremo anche a livello internazionale contro una discriminazione che privilegia chi già presente in Parlamento, esonerato dal raccogliere le firme cartacee, mentre chi non lo è come noi, in nemmeno un mese era chiamato alla raccolta delle sottoscrizioni nelle piazze, da far certificare da comuni, con il coinvolgimento di notai, il tutto nella settimana di Ferragosto. Noi a nostre spese nostre abbiamo raccolto circa 30.000 firme digitali, grazie alle generose offerte dei cittadini che come noi richiedono questa riforma di civiltà, grazie a un metodo già utilizzato a livello fiscale e sui referendum”. Come preannunciato, dunque, Cappato è pronto a fare ricorso.

Sulla questione delle firme digitali era intervenuto il costituzionalista Alfonso Celotto, spiegando che “sul tema c’è la presenza di un buco nel testo di legge vigente. Come dunque riporta Cappato, solo il Governo può intervenire per colmarlo con un decreto ad hoc, oppure occorre fare ricorso. Sono d’accordo sulla necessità di un intervento del premier Mario Draghi per colmare un inspiegabile vulnus legislativo”.

A favore del riconoscimento della firma digitale anche il responsabile Innovazione di Fratelli d'Italia Federico Mollicone e l’esponente del Partito democratico Valeria Valente. “L’attuale metodo è farraginoso, l’apertura alla firma digitale favorirebbe anche aggregazioni e coalizioni”, ha dichiarato Mollicone mentre la Valente ricorda che “democrazia digitale significa allargare spazi della democrazia. Come Pd abbiamo lanciato diversi appelli in passato che andavano in questo senso, ma la caduta del governo ha bloccato l’iniziativa. Cappato affronta una questione di merito. Mi auguro che centrosinistra e centrodestra si concentrino su questa questione e in generale la questione dei diritti al centro dei rispettivi programmi”.

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