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Chi è Mario Draghi, chi voterà il suo governo tecnico e cosa succede adesso

Oggi l'ex governatore di Bankitalia e della Banca Centrale Europea riceverà l'incarico da Mattarella. Poi dovrà chiedere la fiducia al Parlamento per ottenere i pieni poteri. Altrimenti potrebbe restare in carica per gli affari correnti. Due partiti sono decisivi. E a luglio scatta il semestre bianco, che potrebbe prolungare la vita del suo esecutivo per ulteriori sei mesi

Mario Draghi è stato convocato ieri sera al Quirinale per ricevere dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'incarico di formare un nuovo governo. Un governo tecnico guidato da una personalità che non appartiene a nessun partito politico: è stata questa la decisione del Capo dello Stato, la cui scelta è poi caduta sull'uomo del "Whatever It Takes" ricalcando quella di Napolitano nei confronti di Mario Monti con Elsa Fornero ministra del Lavoro nel 2011. La Repubblica ha vissuto altri due momenti in cui il potere è andato a un governo tecnico: quando vennero nominati Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini presidenti del consiglio. Intanto la stampa straniera (in particolare il Financial Times) è entusiasta della scelta: "Riuscirà dove la politica ha fallito". E anche Prodi applaude: "Ex malo, bonum", dice in un'intervista a La Stampa. Mentre la Borsa apre in forte rialzo e il Pd con Orlando fa sapere che Draghi "va aiutato". Liberi e Uguali invece chiude con Nicola Fratojanni e un vertice del centrodestra dovrà definire una linea comune sulla fiducia al governo. 

Governo: Draghi al Quirinale, cosa succede adesso e quali sono i ministri possibili

Chi è Mario Draghi premier e chi voterà il suo governo tecnico

Chi voterà il suo governo? Da subito bisogna sottolineare che Mario Draghi, che è stato convocato per stamattina alle 12 al Quirinale, diventerà presidente del Consiglio una volta che avrà giurato davanti al Capo dello Stato. Ovvero, tecnicamente, oggi al Colle gli verrà conferito l'incarico che verrà accettato "con riserva" secondo la formula programmatica: lui dovrà poi scioglierla presentando la lista dei ministri. E qui già nasce un problema: Draghi sceglierà di parlare con i partiti politici prima di indicare i ministri? Sceglierà di trattare con chi oggi già gli dà la fiducia sulla parola (Forza Italia, Italia Viva), con chi è possibilista (la Lega e il Partito Democratico), con chi ha già annunciato il suo no (MoVImento 5 Stelle, Fratelli d'Italia), o con tutti? Intanto si è già scatenato il totoministri: il nome dell’ex presidente della Consulta Marta Cartabia viene speso per la Giustizia, mentre il ministero dell'Economia e delle Finanze, se Draghi non terrà l'interim come fece Monti, potrebbe essere affidato a Fabio Panetta (che sembrava indisponibile a sostituire Gualtieri perché non poteva lasciare il board della Bce). Anche Carlo Cottarelli viene dato in corsa per l'incarico, mentre per il ministero della Salute si fa il nome di Ilaria Capua. 

In ogni caso, entro un tempo congruo Draghi si presenterà con la sua squadra di ministri al Quirinale con i ministri per il giuramento (a meno che il suo tentativo non fallisca) e poi dovrà andare alla Camera e al Senato per chiedere ottenere la fiducia esponendo il suo programma. Ma attenzione: anche se la fiducia gli venisse negata, dopo il giuramento il premier resterebbe comunque in carica per gli affari correnti fino alla eventuale formazione di un nuovo esecutivo o, in caso di elezioni anticipate, fino alla nascita del nuovo governo dopo il voto. Visti i tempi tecnici necessari per una campagna elettorale e per l'incarico di un governo dopo l'insediamento delle nuove Camere, sarebbe comunque Draghi a scrivere il piano italiano per il Next generation Ue. A meno che, ma l'ipotesi ad oggi pare più che improbabile, Mattarella non decida di togliergli l'incarico per conferirlo a un altro. O di portare il paese alle elezioni anticipate se il governo non dovesse ottenere la fiducia del parlamento. In quel caso una data possibile è quella di aprile 2011. 

C'è anche un'altra data da tenere a mente: a fine luglio 2021 scatterà il cosiddetto semestre bianco, ovvero il periodo di tempo degli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica Italiana, durante il quale il Quirinale non può sciogliere le Camere. Se Draghi ottenesse la fiducia alle camere e il suo governo arrivasse senza essere sfiduciato alla fine di luglio, guadagnerebbe automaticamente altri sei mesi di tempo perché anche in caso di fiducia non potrebbero esserci nuove elezioni. 

Cos'è questa storia di Draghi e del Britannia

SuperMario Draghi: dal Britannia al Whatever it takes

Mario Draghi, o SuperMario come è spesso soprannominato soprattutto sulla stampa estera, è nato a Roma nel 1947 ed è figlio di un dirigente di banca e di una farmacista. Ha tre fratelli ed è diventato orfano di entrambi i genitori quando era poco più che adolescente. Ha studiato dai gesuiti, è sposato con Serena, ovvero Maria Serenella Cappello ed ha due figli, ha insegnato all'università e lavorato alla Banca Mondiale. Dal 1991 al 2001 è stato direttore generale del Ministero del tesoro, nominato Guido Carli, ministro del Tesoro nell’Andreotti VII, su suggerimento di Carlo Azeglio Ciampi all'epoca governatore della Banca d'Italia. Dal 1993 al 2001 è stato presidente del comitato per le liberalizzazioni (per questo il suo nome torna nella storia del Britannia). Oggi Alessandro Barbera ricorda quel periodo su La Stampa:

Fu lui, in quei mesi, a dover fare i conti con l’accusa di aver svenduto l’Italia agli interessi stranieri. Gli capita ancora, a distanza di trent’anni, di ricordare con fastidio la campagna di discredito che gli fu riservata per essere salito pochi minuti sul panfilo della Regina d’Inghilterra attraccato al molo di Civitavecchia. L’invito fu spedito da un gruppo di investitori. Lui salì, fece un saluto a nome del governo, e se ne andò. Quel piano di privatizzazioni, attaccato da molti, fu una delle premesse per far entrare l’Italia nella moneta unica.

Nel 1998, ha contribuito al Testo Unico della Finanza, che peraltro porta il suo nome (legge Draghi) e che attua una riforma del sistema finanziario italiano. Dal 2002 è stato anche vicepresidente per l'Europa di Goldman Sachs. Il 29 dicembre 2005 è diventato il nono governatore della Banca d'Italia chiamato a sostituire Antonio Fazio, costretto alle dimissioni in seguito allo scandalo dei "furbetti del quartierino" e alle accuse di vicinanza tra vigilanti e vigilati (nell'occasione si parla di Gianpiero Fiorani, dominus della Banca Popolare di Lodi). Fazio venne in seguito assolto da gran parte delle accuse mentre altre vennero dichiarate prescritte. 

Nelle sue annuali Considerazioni finali da governatore di Bankitalia Draghi incalza sulla necessità di risanare i conti pubblici, riducendo il debito e tagliando la spesa. Insiste sulle riforme strutturali, dalla previdenza al mercato del lavoro, quale chiave di volta per lo sviluppo e la modernizzazione del Paese. Alla guida di Palazzo Koch  rimane fino al 31 ottobre 2011. Nell'aprile del 2006 viene eletto Presidente del Financial Stability Forum, divenuto Financial Stability Board dalla primavera del 2009. Il 24 giugno 2011 viene scelto come terzo governatore della Banca centrale europea, entrando in carica il primo novembre. È rimasto in carica fino al 31 ottobre 2019. Il 5 agosto 2011, poco prima del suo insediamento, scrive, insieme col presidente uscente della Bce Jean Claude Trichet una lettera al governo italiano per sollecitare una serie di misure economiche, che l'Italia avrebbe dovuto al più presto attuare. Il 26 luglio 2012, in un intervento a Londra, annuncia che la Banca centrale europea farà tutto il possibile (Whatever it takes) per salvare l'euro. Successivamente fu la volta del "Quantitative easing", provvedimento con cui la la Banca Centrale Europea si impegnò ad acquistare (dal 22 gennaio del 2015 fino al settembre del 2016) titoli di stato dei paesi dell'Eurozona per un controvalore di 60 miliardi di euro.

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Mario Draghi avrà la fiducia del Parlamento?

Il punto cruciale è se Draghi otterrà o meno la fiducia del parlamento. Lui ha detto che vuole una maggioranza ampia per poter governare, per ora hanno annunciato il loro no sia il MoVimento 5 Stelle con Vito Crimi che Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni. Forza Italia e Italia Viva sono invece per il sì. Saranno decisive a questo punto le scelte del Partito Democratico e della Lega. Secondo Repubblica quello del Pd sarà un sofferto sì, ma ieri Andrea Orlando è stato interlocutorio: Draghi "è un punto di partenza importante, ma non risolutivo senza una maggioranza politica". 

Salvini invece ieri su Twitter puntava alle elezioni: "Continua il vergognoso teatrino sulla pelle di 60 milioni di italiani. Siamo sicuri che il Capo dello Stato non permetterà altre perdite di tempo: la via maestra sono le elezioni. Il centrodestra ha le idee chiare sulle priorità per rilanciare l’Italia: piano vaccinale serio, taglio delle tasse e Flat Tax al 15% per famiglie e imprese, apertura immediata di tutti i cantieri fermi, piano di utilizzo efficace dei fondi europei, profonda riforma della giustizia, pace fiscale...". E faceva notare che l'impedimento a votare durante il contagio "dovremmo spiegarlo ai calabresi che votano per le regionali l'11 aprile e ai milioni di italiani che voteranno per le comunali in primavera (1.300 comuni, tra cui Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna)".

Dopo la sua partecipazione a Porta a Porta, in una diretta facebook il Capitano è stato più possibilista: "Noi non abbiamo pregiudizi, non diciamo sì o no per simpatia o antipatia. Sicuramente aver mandato a casa Conte, Azzolina e Casalino è già un servizio al paese". "Cosa diciamo a Draghi? Quando cade un governo l'alternativa è il voto. Detto questo, a differenza della sinistra noi non viviamo di rancore e rabbia. Noi ci siamo per votare qualcosa che serva agli italiani. per la Lega vengono prima dei temi". La via maestra "sono le elezioni", da qui al voto Salvini snocciola l'elenco di cose da fare. "Se vuole il nostro sì -prosegue- Draghi deve dire sì al taglio delle tasse, a una riforma della giustizia degna di questo nome, un piano vaccinale come si deve, stop alle cartelle esattoriali, difendere quota 100 e sbloccare le infrastrutture. Su tutto questo vogliamo risposte". Se la Lega e il MoVimento 5 Stelle sono per il no, visto che erano la maggioranza assoluta nel primo governo Conte, Draghi non raggiungerà la fiducia e il suo sarà un governo elettorale (oppure Mattarella conferirà l'incarico a un altro). A patto che siano compatti, però. Altrimenti quello di SuperMario sarà un governo debole. Ma sarà un governo. 

EDIT ore 7,38: Matteo Salvini saluta Conte: "È la fine della pessima politica. La fine della politica dei Casalino, dei Ciampolillo, delle Azzolina…. Io credo che perché l'Italia possa tornare a correre, debba avere un Parlamento di cui gli italiani siano orgogliosi. Io sto ai fatti. E i fatti dicono che noi, il centrodestra, siamo quelli che ci riuniamo, spessissimo. Siamo quelli che sono andati al Quirinale tutti insieme e dicendo tutti la stessa cosa. A differenza della maggioranza uscente. Io credo che tutti continueremo a portare avanti le stesse idee. Il punto vero è che prima si vota, meglio è. Ti garantisci cinque anni di tranquillità. I nomi di cui abbiamo letto, Draghi, Cottarelli, Cartabia sono tutti di persone di valore. Devo dire che oggi ho parlato con moltissimi imprenditori, ho passato la giornata al telefono. Sono contento del fatto che tante imprese e tanta parte del mondo della produzione si rivolga alla Lega come a un punto di riferimento. Loro chiedono un governo che governi. E un governo che governi è quello di cui abbiamo appena parlato. Io penso che gli italiani abbiano capito che di Renzi non ci si possa fidare. Del resto, il governo appena andato a casa è quello da lui creato l'anno scorso. Non vorrei che ne creasse un altro per mandare a casa anche quello''. 

EDIT ore 8,25: L'agenzia di stampa Agi scrive che la stampa internazionale è entusiasta dell'arrivo di Draghi a Palazzo Chigi: "Mario Draghi salvo' l'euro, ma riuscira' a salvare l'Italia dalla confusione politica?": così il Wall Street Journal registra l'arrivo di Mario Draghi sulla scena politica italiana per tentare di uscire dalla crisi e scommette sull'ex capo della Bce nel compito nel quale la politica ha fallito. La situazione è "lungi dall'essere chiara", aggiunge l'autorevole quotidiano finanziario, ma "Draghi si presenta al tavolo come uno degli uomini di piu' alto profilo internazionale in Italia e un accanito difensore dell'Unione". Del resto, fa notare Der Spiegel, "il 73enne economista da settimane era evocato come possibile capo del governo a Roma; e un tale governo sarebbe probabilmente la soluzione nelle prossime settimane e mesi per guidare l'Italia attraverso i suoi problemi più urgenti nella pandemia da coronavirus".

"L'Italia si volge a Mario Draghi, per la gioia degli europeisti", scrive il New York Times, "una svolta notevole" dopo i complicati negoziati per risolvere la crisi politica. "Se diventera' premier", prosegue il Wall Street Journal, si troverà di fronte alla duplice sfida del Covid-19 e di una crisi economica profonda. Ma l'Italia "sembra pronta a tornare a un modello di governo tecnocratico per salvare il Paese dopo che le forze politiche hanno fallito", aggiunge il New York Times. Anche Euronews ricorda "SuperMario e il suo ruolo cruciale nel salvare la moneta unica europea", quando era alla guida della Bce. "Il suo nome veniva spesso richiamato come 'la piu' importante riserva della Repubblica italiana' e come il 'potenziale salvatore della Patria'", ricorda les Echos, il più  autorevole quotidiano finanziario francese. "Rinomato per la sua discrezione, la sua serietà e la sua determinazione, rappresenta la persona più adatta per far uscire l'Italia dalla crisi e per completare la stesura del Recovery Plan da 222,9 miliardi che è ancora in cantiere".

EDIT ore 8,47: "Ex malo, bonum", così Romano Prodi - intervistato dalla Stampa - sintetizza la svolta nella crisi di governo. "Credo che dobbiamo apprezzare tutti la scelta del presidente Mattarella - afferma il professore - Spiegata agli italiani con un discorso che ha messo in luce la drammatica situazione in cui versa il Paese e ha saputo indicare la soluzione di più alto profilo che era a sua disposizione". "Sono convinto - afferma - che la scelta del nome di Draghi sia quella che proteggerà meglio il Paese in questo momento particolarmente difficile" e "che in un momento tanto delicato sia indispensabile cercare di rassicurare l'Europa sulla credibilità del nostro sistema - aggiunge l'ex premier - Un passaggio non secondario perché sarà molto importante il giudizio dei nostri partner europei sulle scelte che faremo utilizzando il Recovery fund". Nelle parole di Prodi c'è anche amarezza, perché questa crisi "dimostra, purtroppo ancora una volta, che le strade tradizionali della nostra politica sono fallite. Un fallimento grave, nato dai personalismi, dai veti incrociati, dal prevalere delle logiche individuali sul bene collettivo. Questa è stata una delle pagine più brutte della storia recente della politica italiana".

EDIT ore 8,58: Milano si avvia verso un'apertura in forte rialzo in attesa che l'ex presidente della Bce, Mario Draghi salga al Colle dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nella pre-apertura balzano soprattutto i finanziari con le banche, in particolare, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Passo deciso anche per Poste, Enel, Eni.

EDIT ore 9,07: "Non basta dire 'è arrivato Draghi, Viva Draghi', bisogna dare una mano a Draghi perchè può sembrare che la forza del nome possa risolvere i problemi ma è fuorviante perché per far nascere un governo c'è l'esigenza di una convergenza di forze sul programma per il Recovery ma anche serve una grande capacità di sintonia con il paese per evitare che il rischio di una crisi economiche e sociale che crei una rottura. Bisogna evitare gli errori del passato". Così il vicesegretario Pd Andrea Orlando, a Radio Immagina. 

EDIT ore 9,17: "Mi pare molto difficile sostenere un governo di questo tipo". Questa le parole di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e deputato di Liberi e Uguali, ad Agorà Rai Tre, sul nuovo governo Draghi. "Non si può non stimare Mario Draghi, la sua storia, i suoi meriti verso il Paese. Ma il suo arrivo è la sconfitta della politica, e i colleghi che ne esultano vanno più commiserati che criticati. Il pazzo ride della sua sventura", dice Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia e storico democristiano, su Twitter.

EDIT ore 9,,48: Matteo Salvini non sarà a Bologna, dove era chiamato a testimoniare al processo a carico degli attivisti che bloccarono e danneggiarono la sua auto al termine di una visita al campo Sinti di via Erbosa, nel novembre 2014. Il segretario leghista è rientrato a Roma e sta convocando tutti i leader ed esponenti del centrodestra per un vertice, con l'obiettivo di definire una linea comune da tenere davanti all'ipotesi di un incarico di governo a Mario Draghi, annunciata ieri dal presidente della Repubblica.

EDIT 10: "Se Draghi riuscirà a forgiare un governo di unità nazionale, diventerà primo ministro mentre l'Italia affronta la più grande crisi economica dalla Seconda guerra mondiale e prepara piani cruciali per spendere i 200 miliardi di euro" del Recovery fund. Lo scrive il Financial Times in un articolo online in cui ricostruisce gli ultimi sviluppi della crisi di governo. Il quotidiano della City mette a confronto le reazioni della politica italiana alla decisione del presidente Sergio Mattarella di convocare Draghi per formare un esecutivo tecnico: da una parte la "rabbia dell'opposizione di destra", in particolare di Giorgia Meloni, e dall'altra la cautela del Partito Democratico, con Andrea Orlando che "ha avvertito che non sarà facile costruire un accordo trasversale" per sostenere Draghi. "La promessa" di Draghi "di fare 'tutto il necessario' nel 2012 per mantenere unita la moneta unica fu salutata come un momento cruciale per ripristinare la fiducia del mercato nell'Eurozona", proprio mentre vi era una "forte preoccupazione" sulla "spirale dei costi del debito pubblico per Paesi come la Grecia e l'Italia", aggiunge il Ft. 


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