Politica

Migranti, Renzi inverte la rotta: "Basta buonismo, non possiamo accogliere tutti"

Il risultato delle amministrative ha convinto il segretario del Pd che uscire dalla logica terzomondista non solo è buono e giusto, ma addirittura necessario per evitare "un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico". Sullo Ius Soli però non si torna indietro: "È una norma di civiltà"

Matteo Renzi, ex premier e candidato alle Primarie per la segreteria Pd durante la trasmissione Rai ''Porta a Porta'' condotta da Bruno Vespa, Roma, 27 Aprile 2017. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Tanto tuonò che piovve. Dopo la sconfitta al referendum e quella più recente alle comunali, Matteo Renzi deve essersi convinto che c’è qualcosa non va nel suo Pd. Qualcosa che non è direttamente riconducibile a logiche partitiche o ai noiosi discorsi sulle alleanze ("se parliamo solo di coalizione penso che ci prendano per matti" ha detto questa mattina l’ex premier), ma che ha invece a che vedere con un un sentimento profondo che si sta radicando sempre di più nella pancia e nella testa dell'elettorato. 

I militanti, ha detto Renzi, "ci chiedono parole chiare non su chi fa il segretario perché questo lo decidono le primarie ma su cosa vogliamo fare". E sul cosa fare, in tema di immigrazione, il segretario Pd sembra avere le idee chiare. La priorità per Renzi sembra essere quella di invertire la rotta e ribaltare la percezione, molto diffusa nell'opinione pubblica, di un Pd schierato senza se e senza ma a favore dell'accoglienza. Qualche anticipazione di questo nuovo corso l'ha fornita lo stesso Renzi questa mattina parlando in diretta a 'Ore Nove'. L'ex premier ha detto che "serve un numero chiuso di arrivi" rottamando così di fatto la logica dell'accoglienza indiscriminata. "Dobbiamo salvare tutti, non dobbiamo accogliere tutti e non possiamo sentirci in colpa per questo. Accanto allo Ius soli c’è bisogno di dire che c’è un tetto massimo a quelli che possiamo accogliere". 

Nel pomeriggio arriva la riprova che quella di Renzi non è una dichiarazione estemporanea, ma il primo tassello di una strategia destinata a durare. Sulla questione migranti, scrive Renzi nel suo libro "Avanti", di cui il nuovo quotidiano on line Democratica offre un’ampia anticipazione, occorre "uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi".

"Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa", dice ancora Renzi. "Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico".

"Se qualcuno rischia di affogare in mare è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Cominciando, nel contempo, a bloccare lo squallido business delle partenze e il racket che gestisce il flusso dei disperati che si accalcano su un gommone nelle notti libiche alla volta dell’Europa. Ma non possiamo accoglierli tutti noi. E aver accettato i due regolamenti di Dublino, come hanno fatto gli esecutivi italiani del 2003 e del 2013, è stato un errore clamoroso".

Ma per il segretario Pd i migranti "vanno aiutati a casa loro. Perché l’immigrazione indiscriminata è un rischio che non possiamo correre. Sostenere la necessità di controllare le frontiere non è un atto razzista, ma un dovere politico".

Insomma, conclude Renzi, "il controllo dell’immigrazione non è un atto di razzismo, ma di ragionevolezza". Un "elemento di semplice buon senso" che "cozza con il buonismo filosofico e con l’utilitarismo universalista di ceta classe dirigente e dei raffinati 'ceti riflessivi' di alcune redazioni".

Sullo Ius Soli però non si torna indietro. Secondo l'ex premier è una norma "attesa da decenni, che non hanno nulla a che vedere con gli arrivi". E "chi dice che rovina l'Italia non si rende conto che è una norma di civiltà, non c'entra con la sicurezza".


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