Politica

Governo, Lega pensa a proposta che "non si può rifiutare": ma il M5s ormai guarda altrove

Il ministro leghista Centinaio crede ancora a una riconciliazione e apre persino all'ipotesi Di Maio premier: "Il Movimento 5 Stelle ci conosce e sa quanto siamo simili a loro". Ma in questo preciso passaggio politico la voce di Salvini è flebile. Un sussurro social, che non avrà probabilmente alcun peso sull'esito della trattativa Pd-M5s

Ansa

C'è qualcuno che nel Carroccio non si arrende di fronte alla prospettiva, concreta, di un governo formato da Movimento 5 stelle e Partito democratico. "Noi ci siamo per parlare di cose concrete. Vogliamo sederci attorno ad un tavolo, fare autocritica, vedere cosa si può portare a casa del contratto di Governo, vedere i 10 punti di Di Maio che sono quasi tutti punti del contratto. Il Movimento 5 Stelle ci conosce e sa quanto siamo simili a loro, soprattutto nel fatto di considerarci delle persone normali e non dei fenomeni". Lo dice il ministro leghista Gian Marco Centinaio, tenendo aperta la porta del rilancio della maggioranza di Governo M5s-Lega

In queste ore di voci e indiscrezioni inconfermabili e inarrestabili, persino il nome di Luigi Di Maio come premier non è più un tabù per Centinaio, che ospite a Radio Cusano Campus commenta: "È una delle ipotesi sul tavolo. Il confronto sul nome deve avvenire tra i due leader. Dobbiamo tutti cominciare a parlarci un po' di più. Ingoiare il rospo per dei provvedimenti non approvati non ha fatto bene. Bisogna prevedere delle "camere di compensazione" dove confrontarsi. Se questa crisi serve per migliorare il rapporto e rendere più convincente l'azione di governo ben venga questa crisi. Se non ci riuscirò potrò dire almeno di averci provato", dice.

Governo Pd-M5s, la Lega non si arrende: "Di Maio premier? Un'ipotesi"

Se la porta per Di Maio è spalancata, non lo stesso si può dire per quel che riguarda Conte. Più difficile - secondo Centinaio - il recupero del rapporto con il premier Giuseppe Conte. "I nostri alleati - ha detto- non ci ascoltavano, specialmente Giuseppe Conte. Nel momento in cui abbiamo espresso dubbi e perplessità non c'era dall'altra parte, soprattutto da parte del Presidente del Consiglio, la volontà di far sedere i due leader per dare nuove risposte. Una parte del governo ha sottovalutato diverse perplessità che noi abbiamo espresso. Tutti i ministri della Lega hanno detto a Matteo Salvini "basta". Il giorno prima del famoso discorso di Conte gli ho mandato un messaggio, vista la stima nei suoi confronti, dicendogli che eravamo disponibili a parlarci e confrontarci. La risposta è stata "se ho tempo parliamo domani". Anche alcuni amici del Movimento 5 Stelle ci hanno detto che Conte ha esagerato durante il discorso al Senato". 

"L'esperienza di governo con il M5S, nonostante l'ultimo periodo ovvero dalla campagna elettorale per le Europee in poi, è stata positiva, specialmente la prima parte dell'azione di governo ha portato risultati importanti. Per questo è impensabile immaginare un governo con l'onorevole Boldrini, il senatore Renzi, Boschi, Franceschini. Molti cittadini continuano a credere che si possa tornare insieme con i 5 Stelle e lo credo anche io", dice Gianmarco Centinaio. Secondo il ministro "pur di non andare a votare il Pd metterebbe anche mia nonna come Presidente del Consiglio".

Sin dalla prima settimana della crisi di governo Gian Marco Centinaio è parso tra i più attivi nel tentativo di rianimare il morente governo Lega-M5s. 

Salvini: "Mai col Pd", voci su estrema mediazione con Di Maio

"Un consigliere comunale del Pd emiliano mi definisce pubblicamente un 'pazzo pericoloso' ed evoca l'utilizzo del CAPPIO per fermarmi. Visto che da un anno (lo sto facendo anche stamattina in ufficio) combatto contro Casamonica, scafisti e spacciatori, non sono certo insulti e minacce a farmi paura. Ovviamente, mai col Pd!". Lo scrive su Fb Matteo Salvini, postando una foto che lo ritrae seduto nel suo ufficio al Viminale.

Qualcuno sostiene che Salvini potrebbe tentare in giornata una estrema mediazione con Luigi Di Maio. Giornalisti e cameramen aspettano di fronte al portone della sua abitazione romana, ma per ora nessun movimento: solo collaboratori del titolare del Viminale che sono entrati nel palazzo, accompagnati da funzionari di polizia. In questo preciso passaggio politico, la voce di Salvini è flebile. Un sussurro social, che non avrà probabilmente alcun peso sull'esito della trattativa Pd-M5s, qualunque sarà l'esito.

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