Politica

Grasso parla già da candidato premier: "Ridare speranza a paese stanco e deluso"

La seconda carica dello Stato, giudice nel primo maxiprocesso a Cosa nostra, ha ricordato il messaggio di Giovanni Falcone: "L'ansia di cambiamento di uomini come Falcone e Borsellino è ciò che oggi ci deve spingere a migliorare questo paese"

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, durante la discussione sulla Riforma Elettorale al Senato, Roma, 24 ottobre 2017. ANSA/CLAUDIO PERI

Bisogna "ridare speranza e forza" a "questo paese che appare stanco e deluso". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presentazione del libro "Noi, gli uomini di Falcone" di Angiolo Pellegrini in sala Koch a palazzo Madama.

La seconda carica dello Stato, giudice nel primo maxiprocesso a Cosa nostra, ha ricordato il messaggio di Giovanni Falcone: "Io non mi arrendo, non mi arrenderò mai, diceva. È la grande lezione da trarre da questa storia: chi ha senso del dovere e delle istituzioni non si ferma. Non lo avrebbero mai fermato. Se non avessero avuto il risultato del maxi processo, Falcone, Borsellino avrebbero continuato con altri pentiti, continuato a perseguire l'obiettivo. Questo messaggio ancora oggi può costituire qualcosa capace di smuovere le coscienze degli uomini, di coloro che affrontano con indifferenza e rassegnazione, nascondendo la realtà. Oggi non puoi più nasconderti dietro il non sapere. L'ansia di cambiamento di uomini come Falcone e Borsellino è ciò che oggi ci deve spingere a migliorare questo paese che appare stanco e deluso e a cui dobbiamo ridare speranza e forza".

Grasso ha parlato di "ricordi, emozioni, ferite aperte mai rimarginate". Il libro di Angiolo Pellegrini, comandante della sezione antimafia dei Carabinieri di Palermo dal 1981 al 1985, è "denso di fatti, circostanze, indagini, sentimenti, successi e dolore. Abbiamo vissuto una stagione straordinaria, una grande battaglia combattuta tutti insieme con un unico obiettivo riportando risultati eccellenti nonostante la carenza di mezzi.
Ma si poteva anche fare di più e qualcuno forse ha evitato che i risultati venissero portati fino alle estreme conseguenze".

"Tanti colleghi sono caduti. E io ho la sindrome dei sopravvissuti, un atteggiamento psicologico quasi di un senso di colpa, una cosa paradossale perché non ci può attribuire certe colpe. Ma ricordi tanti intorno a te in trincea che non ci sono più e non è facile da sopportare. Poi ci si pone anche la domanda: se non avessimo avuto quei successi ci sarebbero state ugualmente quelle stragi? La risposta è sì perché uomini come Falcone non si sarebbero mai fermati".

Chi è Pietro Grasso

Nato a Licata, in provincia di Agrigento, e cresciuto a Palermo, Pietro Grasso è sposato con Maria dal 1970:  il figlio Maurilio e sua moglie Lara sono entrambi funzionari della Polizia di Stato.

Grasso inizia la carriera di magistrato nel 1969 a Barrafranca, in provincia di Enna, per proseguire a Palermo nel 1972 dove 1980 diventa titolare dell’inchiesta sull’omicidio del Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella.

Nel 1985 viene nominato giudice a latere nel Maxiprocesso a Cosa Nostra di cui scrive la sentenza: settemila pagine per i 475 imputati.

Nel 1991 diventa consigliere di Giovanni Falcone, nel frattempo nominato Direttore della Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia tenendo a battesimo la Procura nazionale antimafia, delle Direzioni distrettuali e della Direzione investigativa antimafia. Dopo il 23 maggio 1992 con la strage Capaci, seguita poche settimane dopo, il 19 luglio, da quella altrettanto cruenta di via D’Amelio, viene chiamato a sostituire Giovanni Falcone nella Commissione centrale per la definizione ed applicazione dello speciale programma di protezione a favore dei testimoni e collaboratori di giustizia.

Nel 1999 diventa Procuratore capo della Repubblica a Palermo, incarico che tiene fino al 2005 quando viene nominato a capo della Procura nazionale antimafia.

Si dimetterà dall'incarico per entrare in politica con il Partito Democratico: il 16 marzo 2013 viene eletto Presidente del Senato della Repubblica.


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