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La "buona scuola" di Renzi: addio precarietà e assunzioni per merito

Il premier mette on line la riforma della scuola. Centocinquantamila nuove assunzioni e precari azzerati in un anno. Dal 2016 si entra solo per concorso

ROMA - Dodici mesi per superare l'esame. Un anno per completare la rivoluzione della scuola, quella "buona", come l'ha chiamata il premier. Primo obiettivo: azzerare i precari. Il primo ministro, Matteo Renzi, accelera e presenta, con un video pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio, la riforma Giannini. 

Una riforma da tre miliardi, con i cittadini che potranno inoltrare le proprie proposte dal 15 settembre al 15 novembre, che ha il proprio punto di forza nell'assunzione di centocinquantamila nuovi insegnanti nel 2015. Ottantamila saranno maestri per le scuole dell'infanzia e della primaria. Fra questi ventimila serviranno per coprire le cattedre scoperte, mentre i restanti sessantamila saranno usati come organico funzionale per sostituire i colleghi nei momenti delle assenze. 

Gli altri settantottomila neo assunti saranno invece impiegati nelle scuole secondarie, di primo e secondo grado. "Dal 2016 si diventerà docenti di ruolo solo per concorso - ha annunciato Renzi - così entreranno quarantamila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 il 2019", con l'obiettivo di svecchiare uno dei corpi docenti più vecchi dei paesi Ocse. 

Il governo, insomma, sembra essere pronto a fare la sua parte. Ma chiede uno sforzo anche ai diretti interessati. "Noi vi assumiamo ma dateci una mano. Chi è nelle graduatorie a esaurimento della scuola deve essere assunto, perché è un diritto. In cambio - ha precisato Renzi - chiediamo però di cambiare le regole del gioco con più disponibilità degli insegnanti a essere valutati, ai presidi di scegliersi gli insegnanti che ritengono più adatti alla propria scuola". 

"Abbiamo un anno di tempo per rivoluzionare la scuola. Se saremo in grado di ripensare nei prossimi dodici mesi a come l'Italia investe nella scuola - ha concluso - costruiremo la crescita nei prossimi venti anni".


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