Politica

Voto ai fuorisede: arriva il primo sì della Camera alla legge delega

Se il testo dovesse passare anche al Senato il governo avrà 18 mesi di tempo per approvare i decreti legislativi

Foto di repertorio

Con 159 sì, nessun voto contrario e 84 astenuti la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge delega per consentire il voto a chi per motivi di studio, lavoro o salute non si trova nel proprio comune di residenza. Ora la parola passa al Senato. Nel caso in cui dovesse arrivare l'ok di Palazzo Madama il governo avrà un anno e mezzo di tempo per approvare i decreti legislativi necessari. Per arrivare all'obiettivo l'opposizione aveva presentato diverse proposte di legge, ma durante l'esame in commissione la maggioranza ha deciso di optare per lo strumento della delega al governo. Sarà dunque l'esecutivo a decidere le modalità con cui consentire il voto anche al di fuori della propria residenza. Il testo della legge delega è composto da un solo articolo: 

"Nel rispetto dell'articolo 48 della Costituzione", si legge, "al fine di consentire l’esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini, garantendo la piena partecipazione degli elettori al processo democratico, il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti a disciplinare, nel rispetto dei principi di uguaglianza, personalità, libertà, segretezza e sicurezza del voto (...)". Recarsi al seggio anche al di fuori del proprio comune di residenza dovrebbe essere consentito "in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura".

Lai (Pd): "Così il governo impedisce il voto ai fuori sede"

Ma l'iter della legge è ancora lungo. E il Pd non esulta. Anzi, va all'attacco della maggioranza. "La destra con un vergognoso espediente normativo" argomenta il deputato del Partito democratico Silvio Lai, "impedisce di fare votare fuori dal comune di residenza a studenti, lavoratori e cittadini con problemi di salute alle prossime elezioni europee. Il testo della legge proposta dal gruppo Pd, assunto in Commissione come testo base, che avrebbe consentito di favorire il diritto di voto fin da subito è diventata per mano del governo e della maggioranza solo una legge delega dove peraltro viene stralciata la possibilità di prevedere che la nuova norma possa riguardare anche le elezioni politiche". 

"È evidente - aggiunge Lai - che destra e governo si muovono in senso contrario rispetto alla necessità di favorire la partecipazione alle competizioni elettorali. Un ulteriore segno che destra e democrazia fanno fatica a convivere sotto lo stesso tetto". 


Si parla di